Irpinia No triv : “L’affluenza al voto è positiva. A Gesualdo resta la minaccia trivelle “

Da tempo ormai il comitato civico sta sollecitando le istituzioni per evitare le trivellazioni sulla terra ferma in circa 13 comuni della nostra provincia

trivellazioniGesualdo – Il referendum sulle trivelle non raggiunge il quorum. Rimane dunque in vigore la legge che consente il prosieguo delle trivellazioni a 12 miglia dalla costa e l’estrazione di  gas e petrolio fino all’esaurimento del giacimento ovvero finché ce ne sarà sotto i fondali marini. 
L’affluenza nazionale si ferma al 32,15 % mentre ad Avellino è andato alle urne il 35 % della cittadinanza. Bene il comune di Villamaina che ottiene il 50, 31 % seguito da  Gesualdo con il 44,4%, San Potito col 37,48%, Nusco col 35,11% e Mercogliano col  34,05%.
A commentare il risultato nazionale e il dato locale il portavoce del Comitato No trivellazioni di Gesualdo. Goffredo Pesiri: “E’ inopportuno considerare la percentuale nazionale del  30 % come un dato negativo. Non è affatto scoraggiante rispetto alla scarsa partecipazione avuta nelle precedenti elezioni e in particolare per le regionali. A maggior ragione perche’ il quesito non tocca da vicino la maggior parte della popolazione e non è nemmeno un argomento di facile comprensione e di vita quotidiana. Qualora il quorum fosse stato raggiunto non sarebbero comunque cambiate le cose. Le trivellazioni sarebbero continuate ancora per molto tempo poichè la scadenza è ancora lunga e l’estrazione di petrolio è destinata a durare per almeno altri 15 anni “. 
E a proposito delle ricerche petrolifere in quel di Gesualdo aggiunge : ” Questa consultazione non tocca affatto la questione terra ferma ma soltanto le trivellazioni in mare e la vittoria del si non avrebbe comunque bloccato le estrazioni nella nostra provincia. Non esiste al momento nessuna normativa sulla distanza dei pozzi  dai centri abitati e neanche prescrizioni di garanzia per la 
tutela del territorio. E proprio per questa ragione sono necessari interventi normativi efficaci alla risoluzione e alla riforma della norma in vigore che costituisce un grave rischio per le nostre zone”. 
Da tempo ormai il comitato Irpinia No triv sta sollecitando le istituzioni e in particolare la Presidente Rosa D’Amelio per evitare l’inquinamento dell’aria e del suolo in quel di Gesualdo e nei comuni limitrofi dove il territorio sarebbe a forte rischio di alterazione e avvelenamento. La Regione sembra intenzionata a bloccare possibili interventi petroliferi in Irpinia “a cui si oppone una società civile intelligente e matura stanca di una malapolitica e di troppa demagogia. Esser riuscito a portare il caso Gesualdo all’attenzione nazionale e godere del sostegno di tanti cittadini è per noi un grande risultato. Ci aspettiamo ancora tanta sensibilità , soprattutto dagli amministratori , per non giungere a possibili drammatiche conseguenze che potrebbero impedire la vocazione di questo territorio a crescere sotto un profilo ambientale ed economico“. La popolazione di Gesualdo è consapevole del problema e anche per questa ragione ha raggiunto in massa i seggi. Il paese è coinvolto in prima persona sulle trivellazioni e queste potrebbero realizzarsi a soli 150 m dal centro abitato. Gesualdo è solo il primo comune  di un’area che ne comprende 13 , da 64 km quadrati e di 50000 abitanti, dove si prevede l’estrazione del petrolio in terra.
E numerose si potrebbero rivelare le conseguenze legate al vissuto della popolazione: il pericolo piu’ grande è costituito dall’inquinamento del suolo,  delle falde acquifere e  una grave ricaduta della natura geologica del sottosuolo. “Puntare sul petrolio – conclude Pesiri  - vuol dire perdere tutto cio’ che l’Irpinia esprime e comporterebbe un rallentamento, se non addirittura un crollo, per lo sviluppo e la crescita della filiera agroalimentare che sta facendo oggi passi da gigante e che reagisce positivamente alla crisi di questi tempi. Evitare le trivellazioni vuol dire tutelare la salute pubblica  e salvare una economia che altrimenti sarebbe compromessa”. Il Comitato Irpinia no triv vuole evitare tutto questo e lotta dal 2012 per la definizione di proposte di leggi per salvare l’Irpinia dal pericolo trivelle e partire da oggi, chiude un silenzio dettato dalla campagna referendaria, per tornare a farsi sentire e opporsi a un governo che, attraverso questo referendum, anche col quorum raggiunto, non avrebbe fermato una minaccia che colpisce l’Irpinia e che va assolutamente evitata.

Source: www.irpinia24.it