Trivellazioni – Sala gremita al Carcere Borbonico,Vassiliadis (UGL) riunisce tutti

Trivelle e vocazioni del territorio è il tema del dibattito, un tema caldo che vede nel comune di Gesualdo gli errori di politiche dormienti

v0J5JV7Avellino –  Grande partecipazione al tavolo di discussione organizzato dal segretario provinciale dell’Ugl, Costantino Vassiliadis, per discutere di trivellazioni e riqualificazione del nostro territorio.

Dopo il minuto di silenzio osservato per le stragi di Parigi e del Mali, il moderatore Nicola Di Iorio, ha dato parola proprio a Vassiliadis, che ha spostato l’asse del confronto sul primo reale nodo di riflessione: l’attività sismica in Irpinia. “Ancora ricordiamo quel colpo di mannaia – ha asserito il segretario provinciale – che ha messo in ginocchio la nostra Provincia, specie perché dopo non abbiamo rispettato la vocazione del territorio e troppo abbiamo concesso a un fenomeno di industrializzazione sregolata. Inoltre il Sud è da anni lasciato da parte dalle politiche nazionali, con le varie ripercussioni che conosciamo, tra cui il grande esodo giovanile. L’impegno quotidiano del nostro lavoro sono, perciò, queste sacche di crisi e la risposta che noi dobbiamo dare è una scelta di salvaguardia di un territorio che è il primo per fornitura di acque. Non possiamo agire irresponsabilmente e poi meravigliarci se si sviluppano fenomeni ambientali devastanti, che non siamo in grado di contenere”.

Subito dopo è intervenuto il Presidente di Confindustria, Sabino Basso, che non si è detto del tutto contrario all’ “economia” petrolifera. “Bisogna ragionare bene, alla luce di tutte le difficoltà e cercare di capire se con le dovute precauzioni non sia possibile sfruttare una risorsa che potrebbe creare molti posti di lavoro – ha spiegato Basso – Resto, però, persuaso che la nostra prima vocazione sia il settore agro-alimentare e che il Governo Nazionale debba assumersi la responsabilità di un piano di sviluppo che veda protagonista il Mezzogiorno”.

A dare un taglio più tecnico all’incontro è stato il Prof. Tommaso Pagliani, che opera proprio nell’ambito di un Centro sui Conflitti Ambientali. Rischio ambientale, sanitario e socio-economico, è questo il trinomio di effetti collaterali che potrebbe ripercuotersi sull’Irpinia. “L’inquinamento prodotto da centri olio, la cui installazione potrebbe rendersi necessaria per lo smaltimento dello zolfo, è figlio del rischio sismico proprio di questa zona e si trainerebbe dietro una serie di danni irreversibili – ha avvertito il Prof. Pagliani – come l’inquinamento delle acque e il rischio concreto di un contatto con la salute dei cittadini. Non meno pericolosa sarebbe la ripercussione economica, che determinerebbe in caso di catastrofe, la perdita di valore degli immobili e delle produzioni locali. Non si può immaginare di consumare scelte tanto importanti, senza consultare il territorio”.

A seguire la parola a Pietro Foglia, che molto ha avuto da ridire sul silenzio che sarebbe calato in Regione, dopo l’insediamento della nuova giunta. “Siamo passati dai campi di sterminio allo sterminio dei campi – ha incalzato l’ex Presidente del Consiglio regionale, commentando negativamente il tavolo sullo sviluppo – Non serve occuparsi della viabilità irpina, ma dei servizi alle industrie perché restino qui dove sono nate”.

Non tarda ad arrivare la risposta delle varie sigle sindacali presenti, che con Vincenzo Petruzziello, segretario della Cgil, trova la sua espressione più esplicita. “Devo ascoltare chi il Patto dello Sviluppo non lo ha nemmeno letto e qui c’è colui che ha il merito di questo patto, l’On. Cosimo Sibilia, che ci ha messo la faccia. Qui non c’è il primo della classe, bisogna mettere insieme tutte le forze e smettere di cambiare posizione a seconda del luogo dove ci si siede”.

In effetti prima di Petruzziello è intervenuto il segretario della Cisl, Mario Melchionna, il quale ha tenuto a sottolineare la sua indipendenza politica, addebitabile in primis alla consapevolezza di fare un altro mestiere. “Io non ho tessere di partito e posso dire che il Sud è fuori dall’agenda politica del Governo, che quando c’era Caldoro ogni giorno era in atto una guerra civile, mentre ora non si emetto fiato. Se pensiamo davvero che sia il colore politico a determinare la risoluzione dei nostri problemi io non ci sto. Basta immaginare un Mezzogiorno distante dalle sue vocazioni e basta convegni autoreferenziali, in cui permettetemi ci ritroviamo solo noi fessi del Sud”.

Hanno partecipato al dibattito anche alcuni Sindaci irpini, tra cui hanno preso parola il primo cittadino di Grottaminarda, Angelo Cobino, e di Senerchia, Beniamino Grillo, entrambi manifestando molta preoccupazione per i loro territori e per lo smarrimento di un’identità che è la vera sfida delle amministrazioni locali.

Il segretario della Uil, Luigi Simeone, a chiusura del cerchio delle forze sindacali, ha ribadito che “c’è il rischio di fare tutti lo stesso mestiere, nel senso che si attribuiscono ai sindacati meriti e demeriti impropri. Il nostro tavolo non ha il potere di produrre atti, tra il dire e il fare c’è di mezzo la politica. La politica per assurgere al suo dovere deve fare autocritica e riflettere, prendendo in considerazione tutte le parti. Mi spiace dirlo ma nella schiera di quelli che non guardano al Sud, c’è anche Confindustria. Dobbiamo interrogarci seriamente e accogliere le istanze e le vocazioni del territorio, piantiamo alberi non trivelle”.

Per avviare le conclusioni, la parola all’On. Cosimo Sibilia, che ha palesato nuovamente la sua posizione circa le scelte della sua parte politica in Regione: “Quando ho portato delle istanze sono rimaste inascoltate e questo ha prodotto la sconfitta recente, di cui i numeri più grandi si sono registrati in questa Provincia. Restituiamo al nostro territorio le sue peculiarità, ma soprattutto ammettiamo che con la cancellazione delle province si è fatto un grande errore, perché non si può immaginare che 118 comuni irpini interloquiscano direttamente con la Regione. Tutto questo sta già producendo i suoi effetti”.

Anche l’attuale Presidente della Provincia, Domenico Gambacorta, si è unito al pensiero dell’On. Sibilia, scusandosi per la scelta di non parlare di trivellazioni, ma di “denunciare i giochetti del Governo sulla pelle del Mezzogiorno, rispetto ai quali si riscontra un’acquiescenza degli organi regionali gravissima”.

Infine Goffredo Pesiri, rappresentante del Comitato No Triv, ha posto l’accento su un mancato piano energetico e paesaggistico in Regione. “Ci sono palesi responsabilità politiche, che rispondono a un’incapacità di definire norme per la gestione del territorio. Si è mantenuta una mentalità post terremoto, dove altri ci vengono a dire come gestire le nostre risorse, e si è smesso di tutelare il nostro territorio. E’ dalla salvaguardia che passa lo sviluppo, è inutile riempirsi di parole la bocca e rivendicare certi bagagli culturali, se poi non si fa seguire una coerenza di azioni”.

di Francesca Contino

 

Source: www.irpinia24.it