Il Castello di Gesualdo apre la “Corte”, tra musica e beni artistici l’Irpinia rinasce

Si è presentato questa mattina in Provincia il cartellone di eventi che muoveranno dal Castello, protagonista e simbolo di un recupero di beni e valori, di cui è emblema la figura del principe Carlo Gesualdo

o8zFFdhAvellino – Con “Invito a Corte” l’Irpinia torna tra i giganti. Non si tratta di fregiare l’iniziativa del comune di Gesualdo, sostenuta dalla Regione Campania, finanziatrice di una parte dei lavori di recupero al Castello, e sponsorizzata dalla Provincia di Avellino, piuttosto di riconoscere oltre che la bellezza, il valore archeologico e architettonico di una struttura che fa da culla alla cultura storica e musicale irpina. 

Si è presentato, infatti, questa mattina in Provincia il cartellone di eventi che muoveranno dal Castello, protagonista e simbolo di un recupero di beni e di valori, di cui è emblema, soprattutto, la figura del principe Carlo Gesualdo.

Ad aprire i lavori è il Presidente della provincia, Domenico Gambacorta, che si fa interprete proprio della necessità di trasformare le ricchezze dei singoli paesi in una filiera partecipativa per tutto il territorio. “Sono contento che si parta da Gesualdo - interviene Gambacorta - che con il suo Castello e la sua tradizione da sempre è un vanto per questa provincia. Si recupera oggi un rapporto con quella cultura musicale, che ci rende grandi in Italia e lo si fa allestendo un programma ricchissimo e ben studiato”.

Fornisce i dettagli sull’evento la Dott.ssa Michela Forgione, ponendo l’accento sull’adesione al progetto degli organi interregionali e la sua eco nazionale. “Gesualdo finalmente apre la sua corte al pubblico e diventa di nuovo cenacolo artistico – spiega la Forgione – Ringrazio in questa sede il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino per il suo contributo, nonchè il progettista e architetto Enzo Cogliano e le sovraintendenti Dott.ssa Ida Gennarelli e Dott.ssa Cinzia Vitale per il loro lavoro di ricerca.  Un grazie doveroso anche al Sindaco Domenico Forgione per la disponibilità e la fiducia dimostrata e a tutti i collaboratori qui presenti, oltre che agli artisti che faranno il loro primo ingresso nel “Centro di musica antica”(sostanzialmente un polo universitario ricerca, ospitato tra le mura del Castello).

E’ poi la volta del Sindaco Forgione, che rivolge i saluti di rito e i suoi più sentiti ringraziamenti: “Al Presidente della Provincia devo l’arricchimento trasmesso alla mia amministrazione –  ha asserito il Primo Cittadino di Gesualdo – dopo aver ragionato con lui sull’utilizzo migliore del Castello di Gesualdo e stesso dicasi per Ida Gennarelli e Cinzia Vitale, per l’amore profuso verso i nostri beni culturali.  All’inizio temevo che con l’Area Vasta il mio Comune perdesse delle opportunità, poi invece, discutendo con gli altri sindaci mi sono reso conto che da soli non si può fare tutto il lavoro. Se si vuole uscire dai propri confini, bisogna lavorare insieme, superando atteggiamenti campanilistici”.

Anche l’Arch. Cogliano si associa ai complimenti per il lavoro investito nel progetto. “Questa attività restituisce a Gesualdo e alla collettività un bene inestimabile - commenta il progettista – Da una parte abbiamo avuto la possibilità di recuperare gli ambienti del Castello e di scoprire nuove ricchezze, dall’altra di rendere la struttura il fulcro di ogni altra iniziativa ad essa imprescindibilmente legata. Impagabile la collaborazione scientifica delle due sovraintendenze e il supporto delle Istituzioni che hanno creduto in tutto questo”.

Il taglio più tecnico arriva in ultimo, ma non ultimo, dalla Dott.ssa Gennarelli, che racconta al pubblico radunatosi nella Sala Grasso, del percorso intrapreso con la sua collega e con tutto il team che si è adoperato nella “riscoperta” del Castello. “Dal 2013 abbiamo cominciato con i lavori di restauro –  spiega Ida Gennarelli – grazie ai quali abbiamo rinvenuto una Necropoli sotterranea e del vasellame. Quanto ritrovato sarà reso noto attraverso illustrazioni sulle pareti del castello e una sezione multimediale dedicata esclusivamente all’alimentazione e al modo di imbandire le tavole nel ’500, epoca di cui è figlia la conversione del Castello del principe Carlo in dimora signorile”.

di Francesca Contino

Source: www.irpinia24.it