“Expo dei Popoli” a Napoli
Presso il complesso di San Domenico Maggiore, si è realizzato il Convegno internazionale “Food Sovereign Cities”.
Napoli – si è realizzato oggi, sabato 31 ottobre 2015, dalle 10.00 alle 17.30, presso il Complesso di Sani Domenico Maggiore, la conferenza “Food Sovereign Cities”, con l’intento di sostenere il ruolo che un’alleanza strutturata tra amministrazioni locali e società civile gioca nella promozione di un cambiamento positivo sia nella produzione del cibo che nei modelli di consumo, in modo da privilegiare sistemi alimentari inclusivi, equi e sostenibili.
Secondo le ultime stime della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, nel mondo circa 800 milioni di persone non beneficerebbero ancora di un’alimentazione sufficiente e capace di soddisfare le esigenze nutrizionali necessari. Le attuali congiunture economiche, spingono sempre di più i poveri delle zone rurali a riversarsi nelle grandi città. Infatti, il problema della povertà e del diritto al cibo diventa una questione sempre più centrale nelle agende politiche di diversi paesi.
Di queste questioni si occupa Expo dei Popoli, una rete composta da 52 ONG e movimenti contadini di tutto il mondo. Tale network è nata in occasione dell’Esposizione Universale di Milano con il dichiarato obiettivo di affermare i principi della sovranità alimentare e della giustizia ambientale. L’intento di Expo dei Popoli è quello di dar voce agli esclusi: allevatori, coltivatori e pescatori di piccola scala, attraverso l’organizzazione di diverse iniziative, tra le quali il Forum Internazionale, svoltosi a Milano tra il 3 e il 5 giugno 2015.
Al Forum hanno preso parte 180 partecipanti, provenienti da 14 reti di oltre 50 paesi del mondo. Frutto del Forum è un Manifesto, che contiene le 10 strategie di cambiamento che ONG e movimenti sociali tentano di realizzare per migliorare i sistemi produttivi e renderli realmente sostenibili.
Expo dei popoli vuole dunque dare voce a quei Popoli che soggiacciono ad una profonda ed ingiusta disuguaglianza nell’accesso, nella gestione e nel controllo delle proprie risorse naturali a causa delle concentrazioni di potere nelle mani di poche multinazionali lungo la filiera agroalimentare globale. Attualmente si registra una situazione agghiacciante, in cui 7 multinazionali controllano il 70% del mercato dei semi, mentre il mercato delle forniture di pesticidi è diviso tra sole 10 aziende e il 75% dei cereali, del cacao e della soia è commercializzato da soli 4 traders. Simili dati incidono negativamente sulla libertà di scelta e la diversificazione delle culture alimentari, con un’incidenza nefasta sulla sostenibilità ambientale.
Davide MARENA