“1943 – Memorie di guerra e di libertà”, l’iniziativa dell’A.C.I.B. al Circolo della Stampa
Attraverso le testimonianze di storici e studiosi è stato ricordato ed analizzato il 1943, un anno cruciale della storia contemporanea dell'Italia, e del Mezzogiorno in particolare
Avellino – Si è tenuto nel pomeriggio di oggi, presso il Circolo della Stampa di Avellino, il primo dei due incontri promossi dalla sezione di Avellino dell’A.C.I.B. (Associazione Culturale Italo-Britannica) in collaborazione con l’Istituto Campano per la Storia della Resistenza “Vera Lombardi”, l’Ordine dei Giornalisti della Campania e la rivista “Quaderni di Cinemasud” per ricordare e analizzare il 1943, un anno cruciale della storia contemporanea dell’Italia, e del Mezzogiorno in particolare.
Nello specifico, l’evento di oggi è stato strutturato in modo da prevedere l’inaugurazione della mostra documentaria sulle Quattro Giornate di Napoli, la proiezione di un raro filmato di 15 minuti con testimonianze sul 1943 in provincia di Avellino e la presentazione di due volumi: “L’onda lunga della libertà. Le Quattro Giornate di Napoli tra storia, letteratura e cinema” a cura di Ugo Maria Olivieri, Mario Rovinello e Paolo Speranza e “Campania 1943 – La provincia di Avellino” di Simon Pocock.
“1943 – Memorie di guerra e di libertà: Studi, testimonianze, visioni”, questo il titolo dell’iniziativa, è stata introdotta dal Presidente dell’A.C.I.B. di Avellino, Lina Nigro, che ha ringraziato quanti hanno profuso impegno per la realizzazione del progetto.
Presente alla tavola rotonda anche Paolo Speranza che ha presentato il tema dell’incontro: “le testimonianze offerte dal prof. Simon Pocock e dal prof. Giuseppe Moricola ci permettono di osservare il 1943 da due punti di osservazione che rappresentano due aspetti complementari del periodo: da una parte l’aspetto strettamente connesso alla realtà avellinese, dall’altra la ricostruzione storiografica dell’epoca”.
“L’obiettivo e lo spirito dell’iniziativa – spiega Speranza – sono rinvenibili nella volontà di unire le forze e le risorse di chi si occupa di storia ma anche di lingua e di cinema per far crescere l’interesse e diffondere la cultura. Noi abbiamo deciso di farlo con un raro contributo video unito alla presentazione di due volumi”.
La parola è passata poi al prof. Moricola che entra subito nel vivo del tema: “Le Quattro Giornate di Napoli fanno parte di quegli avvenimenti dimenticati dalla storia e che grazie a Nanni Loy hanno avuto memoria visiva. Inquadrarle all’interno dell’epoca resistenziale è difficile perché ciò che accadde e soprattutto i soggetti che ne furono promotori sono molto lontani dall’idea stereotipata di resistenza, ingabbiata all’interno di categorie politiche ed ideologiche. Le Quattro Giornate appartengono ad una resistenza di tipo civile ma pur sempre resistenza”.
“Il topos del momento insurrezionale è racchiuso in un concetto che può sembrare azzardato ma che è riassumibile nel fatto che la collettività scopre la propria dignità e le Quattro Giornate di Napoli sono fondamentali per questo. Forse all’epoca era più semplice immaginare una rivolta perché il nemico era riconoscibile, indossava la divisa; tuttavia, anche se più complesso e anche se oggi non abbiamo bisogno di quel tipo di rivolta, andrebbe comunque operato un cambiamento che riguardi il Mezzogiorno – conclude Moricola – un cambiamento che possa esprimere una nuova dignità”.
Con il prof. Pocock si è aperto poi un dibattito con il pubblico ad anticipare la proiezione del filmato che ha concluso l’incontro.