Hasta la Victoria Comandante Che Guevara!

A distanza di 48 anni dalla sua dipartita il rivoluzionario di Rosario è ancora un'icona leggendaria per i paesi del Sud America. Le sue gesta l'hanno reso divino, la storia immortale!

DOSSIER MATHILCOMMANDANTE CHE GUEVARARAOUL CORRALESAvellino – “ E’ meglio così, non avrei mai dovuto essere catturato vivo “ . Queste, seguendo il racconto dell’ex-agente della CIA Felix Rodriguez, presente al momento della cattura e dei suoi ultimi attimi di vita, le ultime parole di Ernesto Guevara de la Serna più conosciuto come Che Guevara. Era il 9 Ottobre 1967.

A distanza di quasi 50 anni (48 per l’esattezza), il rivoluzionario argentino nativo di Rosario è ancora un’icona storica eccezionale, monito per ogni rivoluzionario e addirittura considerato quasi divino per i paesi del Sud America. Personaggio dotato di una forte, e a tratti violenta, personalità riteneva che l’unico modo per porre fino a qualsiasi tipo di complotto/ingiustizia risiedeva nel confronto e non nel compromesso.

Guevara ha speso tutta la sua vita nella lotta pur se nel 1953 si laureò in medicina, con specializzazione in allergologia, all’Università di Buenos Aires. Durante i suoi innumerevoli viaggi in motocicletta, da qui il film di Walter Salles “ I Diari della Motocicletta “ ha potuto osservare da vicino la povertà di paesi come la Bolivia, il Perù, l’Honduras e il Guatemala. Proprio in Guatemala ricevette il soprannome “ Che “ , intercalare argentino che questi usava spesso nei suoi discorsi.

L’incontro con Fidel Castro e la lunga chiacchierata di una notte, come si può apprendere dagli annali, convinse l’argentino ad allearsi con lui, in quanto vedeva nel compagno ciò che aveva sempre cercato … un degno capo per l’esercito di rivoluzionari che stava per nascere e che in seguito, parliamo del periodo a cavallo tra il 1956 e il 1958,  riuscì a far decadere il governo totalitario di Batista.

Ritenuto da tutti sempre il numero 2 del governo cubano, Guevara con il passare degli anni si allontanò dal potere in quanto la sua vena rivoluzionaria non poteva essere saziata da una sola vittoria contro l’imperialismo, egli voleva liberare il mondo da queste catene e ciò venne addirittura reso pubblico quando il CHE, il 24 Febbraio 1965 prese parola ad Algeri intervenendo al Secondo Seminario economico sulla solidarietà afroasiatica ove dichiarò: “ Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a quanto accade in ogni parte del mondo. Una vittoria di qualsiasi nazione contro l’Imperialismo è una nostra vittoria, stesso discorso se parliamo di sconfitta “!  

Purtroppo le sue idee di continua lotta, anche se spinte da ideali nobili pur se prevedevano la violenza, lo portarono alla sua rovina in quanto in Bolivia il Grande CHE trovò la sua fine. Fine che ancora oggi lascia tutti con un interrogativo … fu davvero tradito da Fidel Castro o semplicemente era diventato un personaggio troppo scomodo che si era spinto troppo oltre le sue capacità? Alcune tesi parlano di una spaccatura con Castro in quanto Guevara stava abbracciando le dottrine comuniste cinesi mentre il capo di Stato cubano aveva interesse ad essere schierato al 100% dalla parte dei russi per ottenere protezione ed armamenti e ciò potrebbe essere plausibile nella dichiarazione dell’argentino verso il proprio compagno:” altri paesi nel mondo hanno bisogno dei miei modesti sforzi “  ma la certezza non si conosce in quanto altre fonti certificano che fu proprio Fidel Castro a inviare Ernesto prima in Congo ( rivoluzione fallita ) e poi in Bolivia.

Le ultime battaglie del CHE furono molto violente e dopo mesi e mesi di conflitti, fughe e perdite continue di compagni fu braccato dall’esercito boliviano, il quale conosceva ogni spostamento del rivoluzionario per via del recupero del diario della seconda moglie Tania, caduta in battaglia. Felix Rodriguez, proprio l’uomo che udì le ultime parole di Guevara comandava la spedizione e fu anche sua la mano che lo strappò a questo mondo attraverso una pallottola indirizzata al suo cuore.

La sua salma fu ritrovata ed esumata nei pressi di Vallegrande e condotta a Cuba nei primi giorni del Luglio 1997 ove ancora oggi si trova. Precisamente, è ubicati nella base militare di San Antonio de los Banos.

La morte del CHE diede il via a un vero e proprio culto in tutto il Sudamaerica, addirittura in Bolivia veniva definito un Cristo Nero, per la sua somiglianza somatica al figlio di Dio. All’Avana, invece, fu eretto un monumento con incisa la scritta che tutti conoscono ma che merita ugualmente di essere citata “ Hasta la Victoria Siempre! “ .

Ogni uomo deve fare i conti con la propria coscienza e non sempre i mezzi per raggiungere uno scopo giusto sono pacifici, anzi quasi mai! Ma CHE GUEVARA pur essendo consapevole di ciò ha sempre lottato per quello in cui credeva e sotto la maschera della violenza e del suo fitto orgoglio si è sempre celata l’anima di un personaggio buono che non ha mai esitato a porre soccorso neanche per i suoi avversari.

Le sue azioni, benché a tratti drastiche, erano sempre mosse da quel grido di libertà e giustizia che questo mondo sembra non voler proprio recepire. Ma i diretti interessati, ossia il popolo, coloro che sono vittima di ingiustizie non dimenticheranno le sue azioni e il suo mito, oramai divenuto Leggenda, continuerà ad innalzarsi come monito per un mondo migliore.

CHE GUEVARA puoi esserlo anche tu, e nessuno deve mai dimenticare qual è stato il più grande insegnamento del rivoluzionario di Rosario di Argentina: “ Di fronte a tutti i pericoli, di fronte a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi tutti i frazionismi, tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare, una volta di più, la capacità del popolo di costruire la propria storia “ …  Hasta Siempre Comandante!

 di Michael Mambri

 

Source: www.irpinia24.it