Crisi greca – “La Germania vuole l’Europa. Ma l’Europa vuole questa Germania?”
L'analisi dettagliata e profonda dello stato attuale della Grecia e dell'intera Europa di Pino Aprile, scrittore meglio conosciuto come "l'ultimo grande Meridionalista": "Se mi chiedessero...vuoi essere greco o tedesco? Non ho dubbi: greco. Perché nell'agire greco Perché? Perché nell'agire greco vedo un pensiero che al centro ha ancora e sempre l'uomo
Avellino – L’analisi dettagliata e profonda dello scrittore, Pino Aprile, meglio conosciuto come “l’ultimo grande Meridionalista”. Aprile da sempre, armato di penna e inchiostro, difende la sua terra, il suo amato Sud dai soprusi. Ha voluto dire la sua anche sull’attuale situazione della Grecia che ha fatto vivere attimi di panico all’intero vecchio continente e allo stesso tempo ha riaperto una grande discussione: Europa si o Europa no o meglio Euro si o Euro no, ma diciamo la stessa cosa visto che è proprio l’economia a guidare il potere.
Pino Aprile con la solita ironia che lo contraddistingue si domanda se “ora con i soldi dei danni di guerra che la Germania non ha mai pagato alla Grecia, la Germania si potrà comprare la Grecia. O con le armi o con l’oro. È questo il succo di quanto è successo a Bruxelles?”
“Il cosa e il come dell’accordo fra Europa e Grecia (si scrive Europa e si legge: Germania e pecore al seguito) - continua Aprile – ha sfiancato tutti e tutti hanno capito che la Germania vuole l’Europa. Forse dovremmo cominciare a chiederci se l’Europa vuole questa Germania. Le regole europee sono state messe da parte quando si è trattato di favorire la riunificazione tedesca; Germania e Francia si rifiutarono di pagare quando violarono la norma del limite percentuale di deficit. Ma, soprattutto, la Germania si ostina a non pagare i danni di guerra alla Grecia, che ha fatto finta di chiederli, perché sa di non avere il potere di imporre il rispetto di una regola così elementare; né può sperare nell’aiuto degli altri Paesi“.
L’Europa unita, in effetti, doveva servire a contenere lo strapotere tedesco, non ad aumentarlo. Come saggiamente ricorda lo scrittore “rivangare non serve a nulla, ma al momento della riunificazione, conoscendo bene i suoi connazionali, Kohl offrì una cessione di sovranità nazionale a istituzioni comunitarie e la morte del marco nell’euro, per ridurre i rischi di una superGermania; la Francia di Mitterand, all’idea di dover fare altrettanto (come tutti gli altri Paesi dell’Unione), inorridì (jamais, la France!) e si accontentò dell’euro“.
Non è un segreto che l’interesse della Germania è ridurre il valore dell’euro, per rendere sempre più conveniente l’acquisto all’estero delle sue merci, visto che campa di esportazioni.
” Non è vero che l’Unione è salva, perché la Grecia non se ne va, continua il grande Meridionalista. L’Unione è a pezzi, dopo che a tutti è stato detto che decide la Germania chi, fino a quando, e a quali condizioni starci. Si chiama sottomissione. Magari non succede null’altro, ma un vecchio detto avverte che viene sempre qualcosa di nuovo dalla Grecia. Potrebbe non essere finita. Se mi chiedessero: vuoi essere greco, o tedesco? Non ho dubbi: greco. Perché? Perché nell’agire greco vedo un pensiero che al centro ha ancora e sempre l’uomo e l’idea che le cose debbano servire a rendere la sua vita meno difficile; al centro dell’agire tedesco mi pare di scorgere l’idea che le cose siano più importanti e l’uomo serva a moltiplicarle, perché il “tanto di tutto” è potenza”.
Dall’altro canto lo scrittore si chiede “se sono terrone e greco, come faccio a non essere europeo? E se sono europeo, come faccio a non essere tedesco? Non è escludendo che diventeremo completi, ma trovando il modo di tenere insieme le tante anime. Contro la Germania ci vuole forza, perché in quella crede e quella rispetta. Parla solo di soldi e di merci? Bene, potremmo smettere di comprare tedesco, per farle capire che per stare insieme, il vantaggio deve essere reciproco. Potremmo bombardare di mail le ambasciate tedesche e la cancelleria, per chiedere: e ora, i vostri debiti quando li pagate?”
“La Germania, conclude, ha preteso che la Grecia metta tutti i suoi gioielli in un “fondo indipendente” (da chi, dai greci?), a garanzia del prestito. I gioielli (porti, ponti, zone archeologiche…) verrebbero (s)valutati 50 miliardi. Fatemi capire: dal momento che la Germania non ha pagato circa 150-200 miliardi di euro di danni bellici alla Grecia, ora con 50 di quei 150-200, in teoria, la Grecia potrebbe comprarsela? Non sarà un po’ troppo furbo (o si dice “europeista”?) l’amico Fritz?”