L’ “Appello ai Meridionali” di Guido Dorso: un tema ancora attuale

La presentazione del libro "Appello ai Meridionalisti ed altri scritti", a cura di Raffaele Molisse, ha accesso un'interessante e profonda discussione sul grande meridionalista Dorso e sulla "Questione Meridionale. Il ripercorso di una storia che ancora oggi fa fatica a cambiare. In memoria dell'architetto Franco D'onofrio, ad un anno dalla sua scomparsa...

20150626_173923Avellino – E’ stato presentato  presso la “Mondandori” di Avellino il libro “Appello ai Meridionalisti ed altri scritti”, in memoria di Francesco D’Onofrio, architetto e funzionario del Comune di Avellino, scomparso nel luglio dello scorso anno. La raccolta è stata curata da Raffele Molisse, la prefazione, invece, è stata affidata a Pietro Polito. Oltre a Molisse, sono intervenuti: Nicola Guarino, dottore di ricerca in Scienze Storiche, Amalio Santoro, ex Segretario provinciale del Partito Popolare, Paolo Ricci, professore dell’Università degli Studi del Sannio, nonché presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. A moderare il dibattito, la dottoressa Giulia D’Argenio.

Questo libro è nato per fortuna, ha affermato Molisse. Leggendo Noberto Bobbio mi sono interessato a questo strano pensatore. A 90 anni dalla pubblicazione dell’ “Appello ai Meridionali” ho scelto questo testo a cui ho aggiunto la prefazione, oltre a degli articoli scritti da Dorso sul Corriere dell’Irpinia che richiamano alcuni temi trattati nell’Appello“. 

La dottoressa D’Argenio ha sottolineato il rapporto quasi conflittuale che  Dorso aveva nei confronti di Avellino, che possiamo definire quasi di odio – amore. Il meridionalista sentiva stretta questa realtà, chiusa,caratterizzata da bigottismo ed ipocrisia. Voleva cambiarla, ma alla fine non ci riuscì. Un tema ancora attuale, perché, come nel passato, la comunità irpina resta ancora elitaria ed escludente. E’ ancora facile imbattersi nella tipica frase: “Tu a chi appartieni?”. Come se per avere un futuro nella nostra terra devi essere necessariamente “figlio di qualcuno”. 

L’avvocato Guarino, ha voluto ripercorrere  i vari momenti e cesure che hanno cambiato la storia dalla fine del ’700 fino agli inizio del ’900. Avvenimenti che hanno aumentato le divergenze tra il Nord ed il Sud D’Italia, come la modifica dei flussi migratori, il passaggio dal Liberismo al Protezionismo dopo la nota “Crisi del Grano”, che ha avvantaggiò senza dubbio le imprese del Nord a discapito delle industrie manifatturiere del Meridione. Un’analisi dettagliata che ha messo alla luce particolari e ha dato ulteriore spunto per approfondire la “Questione Meridionale”.

Santoro ha aprire il suo intervento omaggiando la memoria dell’architetto D’Onofrio:

E’ stato un esempio di passione di civile, laboriosità, una persona che sapeva guardare oltre. In questa epoca di modernità tornare alla verità delle cose credo sia necessario. Nella riflessione dorsiana c’è un’esaltazione del valore dello Stato, mai ragionato in termini di disunità. Criticava lo Stato accentratore ed invadente. Ma non si può combattere la centralità dello Stato con il Federalismo, bensì facendo entrare l’élite nel sentimento popolare, in modo da favorire la crescita civile. Bisogna fare una riflessione su ciò che si sta consumando, come la crisi delle istituzioni. La comunità è in crisi perché è in crisi il modello di Stato Sociale. Vanno ora di moda i modelli di Stato autoritari, come quelli asiatici. Dorso ci ricorda che ci sono persone che si organizzano e cambiano, ma basta ripartire dalle cose semplici, dall’artigianato della politica, per far capire che la politica non è una inutile passione“. 

A concludere il professor Ricci che ha voluto anch’egli ricordare D’Onofrio e il suo ultimo incontro con l’architetto avvenuto proprio alla Mondadori alla presentazione di un libro, continuando poi con le sue riflessioni sull’ “Appello ai Meridionali” di Dorso: “Il compito che Dorso chiedeva è stato assolto, ma non ha dato i frutti sperati. E’ mancato lo spirito di modernità, come manca anche alla democrazia occidentale. E’ fondamentale capire ciò che accade nel resto del mondo mentre si governa. La questione Meridionale oggi non esiste più, perché non è più al centro dell’interesse politico. E se esiste è solo una questione di differenza economica. Far prevalere l’idea di ciò che può fare la comunità e non lo Stato può rompere gli isolamenti istituzionali,  quelle fisici  già sono stati rotti con lo sviluppo delle tecnologie. L’appello è, quindi, al capitale sociale, alla capacità di tutti di fare politica. Tutto deve partire dalla scuola, lì si formano i cittadini. Facciamo la guerra alla “Riforma della Scuola”, quando invece dovremmo concentrarci sui “contenuti”  che la scuola ci propone. I Paese che accolgono gli immigrati hanno un grande potenziale di capitale sociale. Quello che chiamano “problema” rappresenta un’opportunità. Mettendo al centro le persone sono convinto che nel tempo ce la faremo“. 

Source: www.irpinia24.it