Il profeta Rino Gaetano, 34 anni dopo, ancora attuale: ” Ti ti ti ti…”
Urne chiuse, risultati noti. Fine o forse un altro inizio. Di certo dopo ieri quello che rimane è un forte senso di squilibrio.
Avellino – Urne chiuse, risultati noti. Fine o forse un altro inizio. Di certo dopo ieri quello che rimane è un forte senso di squilibrio, causato dalla consapevolezza di quante persone hanno deciso di restare a casa o di partire per un weekend piuttosto che andare a votare domenica 31 Maggio.
Ha vinto l’astensionismo, più della metà del popolo irpino non ha espresso la propria preferenza, o è andata ai seggi a rifiutare la propria scheda, o l’ha ‘spedita’ nulla. Sono comunque tutti segnali di un dato: la gente non si sente più rappresentata, avverte la politica come un fatto personalistico e clientelare, lontano dal vivere quotidiano e dalle problematiche del proprio territorio di appartenenza.
E neanche avesse voluto il caso, proprio oggi, ricorre l’anniversario della scomparsa di Rino Gaetano, cantautore di Crotone, morto il 2 Giugno 1981. Rino non si schierò mai politicamente e rifiutò sempre l’idea di una canzone che si facesse voce di partito. Si schierò dalla parte della gente, contro ogni forma di pseudo – politica senza distinzione di bandiera.
Se oggi Rino fosse ancora qui si farebbe beffa o magari denuncerebbe con un altro bel motivetto quei servi di partito che ‘si sono appropriati in maniera indebita’ della sua musica e di un significato che non solo ignorano, ma che strumentalizzano a loro piacimento. Se la prenderebbe, ironicamente o meno, con quei militanti di centro – sinistra che iniziano e terminano i loro comizi sulle note de “Il cielo è sempre più blu”. Sono quelli che ‘chi ruba pensioni (e le spaccia per bonus aggiungerei) ,chi ha scarsa memoria, chi gioca d’azzardo, chi gioca coi fili, chi ruba, chi ha fatto cilecca, chi è assicurato, chi cambia la barca felice e contento, chi odia i terroni, chi ha fatto la spia, chi tira le reti’. Quelli che usano un’intera canzone, ma gli si addice solo qualche parola(quelle pocanzi), perchè non sanno un bel nulla di chi invece ‘vive in baracca, chi suda il lavoro, chi mangia una volta, chi gli manca la casa, chi vive da solo che prende assai poco, chi vive dolore, chi muore al lavoro, chi è stato multato(vedi: operaio Irisbus a Lioni), chi beve un bicchiere chi solo ogni tanto chi tutte le sere’.
Rino ci manchi e avevi ragione. Oggi io voglio, con questa convinzione, ricordarti così: “a te che odi i politici imbrillantinati che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a puttana pur di salvarsi la dignità mondana a te che non ami i servi di partito che ti chiedono il voto un voto pulito partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri a te che ascolti il mio disco forse sorridendo giuro che la stessa rabbia sto vivendo stiamo sulla stessa barca io e te ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti . . .”
Rino è ancora con noi, con la gente arrabbiata, con chi ascoltando il suo disco sorriderà, seppur amaramente.
di Francesca Contino