Sorece (FdL): “Per lo sviluppo sostenibile sfruttare energie verdi”

Le dichiarazioni del candidato regionale a seguito delle domande poste dal comitato No Trivelle in Alta Irpinia

SoreceLa riflessione di Orazio Sorece in seguito alle domande poste dal comitato No Trivelle in Alta Irpinia ai candidati alle elezioni Regionali. «Partiamo dalla nostra vera ricchezza che è l’acqua. Da più di un secolo le acque irpine soddisfano le esigenze idriche di cinque milioni di abitanti, con gli anni i sistemi di trasferimento delle acque hanno subito deterioramenti con la conseguente perdita della risorsa. Tra rinvii e ricorsi riguardo alla Pavoncelli bis abbiamo perso di vista le priorità, dobbiamo ridurre le perdite perché non è possibile che alcune zone dell’Irpinia limitrofi alle sorgenti soffrano di siccità nei periodi estivi. Le prelazioni imposte hanno prodotto un aumento delle tariffe delle acque per i cittadini della provincia di Avellino, che attingono la loro acqua da pozzi profondi  provocando di fatto un dispendio energetico che poi paghiamo in bolletta.

Spesso servono scelte coraggiose anche se impopolari rispetto ai progetti nazionali.  Non dico che dobbiamo arroccarci ma di sicuro non svenderci. Riguardo al petrolio  non mi tirerò indietro per capire a che punto è arrivata la fase istruttoria presso il Ministero cercando anche di presentare delle osservazioni nel merito dei contenuti.

L’economia la fa da padrona sui vari settori della società e anche l’ambiente ne subisce le conseguenze; per cui partirei da una riflessione economica riguardo ai vantaggi del petrolio prendendo spunto dalla vicina Basilicata conosciuta anche come il Texas italiano. Secondo le stime, la Lucania resta tra le regioni più povere d’Italia con un aumento dello spopolamento nonostante i pozzi di petrolio.

Accanto al dato economico aggiungerei uno storico: nel dopoguerra, quando l’attività estrattiva era molto forte in Italia grazie ad un sistema normativo meno restrittivo in materia, furono eseguite delle esplorazioni anche in Irpinia. All’epoca la ricerca fu abbandonata perché la quantità e la qualità del petrolio non era di primo livello. A questo punto è lecito chiedersi perché  dopo cinquant’anni si ritorna a parlare di petrolio in Irpinia.

Riguardo al citato Ptr del 2008 sul patrimonio paesaggistico bisogna attuare i propositi di tutela, valorizzazione e sviluppo sostenibile contenuti nel testo. Occorre riqualificare le aree che sono state oggetto di inquinamenti vari,  salvaguardare   flora e fauna mentre  per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile servono delle politiche che promuovano lo sfruttamento delle energie verdi».

Source: www.irpinia24.it