Giornata del libro – La Prof. Mara Lo Russo: “Senza passione non si trasmette niente per il futuro”

Una breve intervista che mette subito addosso una straordinaria voglia di leggere e di imparare a credere in un futuro diverso.

libriAvellino – Mentre da questa mattina si susseguono le più disparate manifestazioni per celebrare l’importanza della carta stampata, come la decisione della Treccani di chiudere il sito per un giorno, invogliando i lettori a prendere un bel libro tra le mani, qui più che una festa è in corso una vera e propria battaglia culturale.

Con l’abolizione delle Provincie, infatti, è risaputo ormai che le Biblioteche provinciali potrebbero farne le spese e chiudere battenti, ragion per cui oggi ad Avellino si celebra la ‘mobilitazione’ con l’iniziativa lanciata dalla Biblioteca “Scipione e Giulio Capone”.  Quanti parteciperanno saranno armati di libro, pronti per calarsi tutti insieme nella lettura per circa un minuto di silenzio proprio davanti all’ingresso della biblioteca avellinese. Lo scopo della manifestazione è quello di sensibilizzare le amministrazioni perché continuino ad occuparsi della garanzia di un servizio socio – culturale tanto importante.

Man forte giunge anche dal mondo degli insegnanti, anche loro vittime di quella che potrebbe essere l’ennesima riforma che rischia di cancellare o quanto meno ledere i diritti di tante persone.

Professoressa, cosa ne pensa del momento di crisi che stanno vivendo i centri principali di cultura?

“La crisi purtroppo non è mai un solo fatto economico, quando si innesta un processo tanto radicale di cambiamento è tutta una reazione a catena, così la crisi diventa per lo più un problema di valori che vengono smarriti. Chiaramente ci sono delle responsabilità, perché chi non protegge i libri e non si occupa di farli circolare non sta gettando le basi per il futuro. Come ha scritto Marguerite Yourcenar ‘i libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito’ chi non lo fa non ha rispetto del passato e si presta alla sempre più alta richiesta di ignoranza e servilismo per l’avvenire”.

Che cosa significa per lei leggere un libro?

“Per me leggere è un piacere del corpo e dell’anima. Avere tra le mani un libro e leggerlo è osservare il mondo al di là di me e allo stesso tempo gettare uno sguardo al mio interno. Mi fa sentire libera di vivere insieme ad altri situazioni e sentimenti diversi, specialmente se un libro è scritto bene provo una specie di estasi. Un certo modo di periodare, alcune scelte lessicali, particolari immagini metaforiche rendono unica una storia magari già sentita. Leggersi è conoscere, condividere, crescere in una escalation di emozioni, catapultarsi in un mondo dove il tempo si dilata, si allunga.

Cosa ne pensa dell’accantonamento seppur parziale della carta stampata a favore della produzione on – line?

“Credo che ci dobbiamo adeguare alle nuove tecnologie, anche se per quanto mi riguarda non rinuncerei mai al piacere del contatto con il libro. Il problema a parer mio della crisi del mercato librario non è frutto della diffusione di testi in internet, ma è da ricercarsi nella capacità da parte delle famiglie e delle scuole di inculcare una passione. Per troppo tempo si sono educate generazioni facendogli percepire la cultura come qualcosa di pesante e legata al passato, associando esclusivamente il libro all’interrogazione. Se non si esce da questa mentalità difficilmente i ragazzi si avvicineranno alla lettura. Per non parlare poi dei programmi scolastici, il più delle volte inadatti, perché non tengono conto della fascia d’età degli studenti e così si studiano, per fare un esempio, poesie estremamente complicate per essere comprese. La maturazione culturale procede per gradi, è una conquista, proprio come la crescita, non si possono imbottire subito i ragazzi di saperi gravosi, anche perché poi non resta loro nulla. Sono tempi davvero difficili, dove negarsi un buon libro vuol dire abdicare alla formazione di una propria coscienza critica, e gli unici interessi che vengono tutelati sono quelli delle grandi case editrici, che indirizzano i lettori esattamente dove vogliono, offrendo loro letture meno impegnate e apparentemente più adatte alle loro necessità. Ma questa è la storia più vecchia del mondo in Italia, senza il talent scout la scalata pare impossibile, basti pensare a Italo Svevo, cosa sarebbe successo se non avesse conosciuto James Joyce?”

Insomma secondo lei qual è l’antidoto a tutto questo?

“La passione. Esattamente come spiega Massimo Recalcati nel suo libro ‘L’ora di lezione- Per un erotica dell’insegnamento’.  Il lettore non deve essere un soggetto passivo, ma il protagonista che si addentra nel libro. Sono proprio gli insegnanti che nella loro ora di lezione possono cambiare tutto e far si che il desiderio di insegnare sia corrisposto da altrettanto desiderio di imparare da parte dei propri allievi”.

Grazie alla Professoressa Lo Russo per il suo contributo in questa giornata e nelle altre a venire. Intraprendere una battaglia è come leggere un libro, ci vuole coinvolgimento e pazienza, perché quando un passaggio è poco chiaro, o si presentano degli ostacoli, non si può lasciare il campo e voltare pagina. La lettura è passione, ma anche fatica, perché ci spinge ad andare oltre il tracciato delle nostre convinzioni e a rimescolare sempre le carte. Nessuna battaglia si può vincere senza sforzi e nessun libro si può dire letto se non ci ha insegnato qualcosa per il futuro. Speriamo che i segnali lanciati oggi siano solo la felice introduzione a una storia culturale necessariamente da riscrivere.

Source: www.irpinia24.it