Varricchio: “ecco la lettera per la politica pagana”
Il pensiero sociale cristiano di un 24enne che spera nel futuro senza arrendersi alla crisi. L’avellinese invita tutti a resistere per essere un riferimento credibile nel proprio Comune: “impegniamoci a diventare insieme costruttori di bene, condividendo una cultura comune e assicurando una presenza comunitaria solidale”.
Avellino - Il dott. Francesco Varricchio, giovane educatore professionale, dichiara in una lettera:
Ho avuto il piacere di partecipare a febbraio all’incontro dei “Popolari per l’Italia” ad Avellino, e in quell’occasione mi fermai a parlare con il senatore Mario Mauro. Dal confronto sull’importanza della Dottrina Sociale della Chiesa, ritenemmo importante la formazione civica, coscienti che la politica non può molto senza le idee.
Prima di fermarmi a riflettere su alcune questioni, mi presento: vengo dall’esperienza dell’Azione Cattolica e consapevole dell’importanza di non restare a guardare, ho provato a costruire con alcune persone un movimento: il progetto è nato nel 2012 non come una lista civica, ma per dare idee e per essere protagonisti del bene comune, rispondendo così agli inviti ai cattolici del presidente della C.E.I. Bagnasco e di Papa Ratzinger sull’impegno più efficace nel rigenerare la politica.
Tuttavia, sappiamo bene come si conclusero i “Forum di Todi” (segno di un evidente fallimento nell’organizzare la presenza dei cattolici in politica), tanto che la nostra domanda allora fu: per chi deve votare il buon cattolico?. E, soprattutto, come diffondere meglio il messaggio cristiano, testimoniandolo con progetti sociali? A queste due domande fin da giovanissimo ho provato a dare una risposta, ma la faccenda non è affatto semplice.
Oggigiorno, tante sono le associazioni che restano solo movimenti culturali. Mi rendo conto che sia necessario riscoprire l’importanza dei fermenti virtuosi: perché non immaginare circoli socio-politici territoriali, magari intitolati a Giuseppe Toniolo? Questo perché da lui nacquero le Settimane Sociali dei Cattolici, e restano ancora attuali i 12 punti dell’Agenda di speranza per il futuro del Paese (Reggio Calabria, 2010). Pertanto, ritengo che bisogna diffondere bene l’Educazione Civica nella società: la politica è una cosa seria che va vissuta con passione e non fissazione, altrimenti si mette in secondo piano la cura delle relazioni, a cominciare dalla famiglia, dal partner, dagli amici. In passato chi faceva politica non veniva pagato perché era intesa come un servizio, dopo la propria professione. Anche oggi alcuni possono spendersi gratuitamente nell’ambito socio-politico: se non hanno secondi fini potranno costruire qualcosa di buono.
Ho apprezzato alle scorse europee l’espressione di un candidato campano di “Popolari per l’Italia”, ma ho preferito puntare su un irpino come il “paesologo” Franco Arminio perché rappresentante di un “umanesimo delle montagne”: sapevo che avrebbe avuto meno voti di Gargani (8000 vs 3000), ma mi convinse di più il programma di Tsipras. Allora forse ci si chiederà il perché un cattolico come me decide di scegliere un uomo di sinistra piuttosto che un uomo di destra. Uno dei primi motivi è sapere che lo scout Matteo Renzi ha fatto diventare i democristiani del Pd tutti socialisti con l’adesione al PSE… Il pensiero liberale potrebbe sottovalutare questo passaggio, ma io che mi sento popolare ho ritenuto luminoso questo aforisma: “quando sei per strada e incontri qualcuno, non gli chiedere da dove viene, ma chiedigli dove va, e se va nella stessa direzione, cammina insieme a lui”. Mi si potrebbe dire: allora continua ad essere coerente. Rispondo: no agli estremismi, ma il pluralismo in una corrente di pensiero è inevitabile… In verità, questa è la storia dei ‘cattolici’ nostrani: “La politica ad Avellino e in Irpinia con nomi e cognomi” (cfr. pagg. 1 e 2 http://www.ilpontenews.it/img/archivio/apr_20_2013.pdf ). Ciò comporta che ci si senta fortemente delusi e demotivati dall’impegno di alcuni: evidentemente spesso non si comprende il danno provocato. A volte si comincia bene, ma poi ci sono interpretazioni del tutto arbitrarie-improvvide… Spesso assistiamo a dimostrazioni di idee molto confuse e (cosa ancor più grave) a chi trascina nella confusione le tante persone che partecipando a nuove associazioni cercano un’indicazione chiara. Ascoltare i cittadini, con un questionario, con un convegno, una tavola rotonda è il modo per avvicinare le persone e coinvolgerle sempre, permettendo di riappropriarsi di spazi democratici che forse oggi sono stati sottratti.
Il popolarismo, tornato attuale nella mia città, ha suscitato questa reazione in un amico: “sembra interessante. Anche se in questo periodo sono profondamente deluso dalla politica in generale: vedo che i politici si arrabattano non per il bene comune ma per amor proprio, sete di prestigio e di visibilità, onore umano, carrierismo, quando non per soldi, donne, potere. E allora quando sento di nuove formazioni, mi viene spontaneo pensare: Eccone qua un altro! Va in giro con lo specchietto delle allodole. In ogni caso, Mauro mi sembra una persona davvero in gamba”. Io mi sento un Attivista, non un Politico. So che ci sono le regionali, ma alle europee né Gargani, né Mastella, né Rivellini ce l’hanno fatta a tornare a Strasburgo. In particolare, di Rivellini leggo la speranza di vedere un riconoscimento dei vecchi e gloriosi principi cristiani. Ma quando si rispolvera il passato senza indicare le soluzioni per il futuro, quando si alleano uomini e non pensieri, c’è il rischio di sperimentare solamente il riciclaggio di persone uscite di scena. Rivellini si è accorto che la destra e la sinistra sono concetti in crisi, quindi l’unica possibilità di rientrare in scena è quella di rispolverare concetti e cultura popolare che – voglio augurarmi – non siano intrisi di un “cristianesimo di facciata” per riprendersi poltrone. Anche se non lo conosco personalmente, gli riconosco, comunque, l’amore per il Sud.
Certo, dobbiamo pur dire che oggi tra noi giovani si respira un’aria di smarrimento e si cerca disperatamente il filo della matassa che possa ricondurre ad una politica di idee e non solo economica. A mio parere bisogna puntare al risveglio dei giovani, così che tutti insieme (giovani ed adulti) si facciano portavoce delle cose che possano unire e non disgregare. A ciò aggiungerei il bisogno di una visione politica che riesca a plasmare anche chi vorrebbe governarci solo ed esclusivamente con regole economiche dettate dai poteri forti, dimostrando una svolta attiva contro le diverse criticità. Non va sottovalutato, poi, che in Campania sia De Luca sia Caldoro possono essere ricondotti al socialismo. È mai possibile che un uomo fattivo, concreto e passionale come De Luca (al di là dei suoi interessi politici) rimanga impantanato nell’ineleggibilità? Allora assicurare una continuità a Caldoro? Non so (soprattutto in merito alla sanità), anche se c’è chi dice che “solo la capacità autolesionistica del Pd, con le innumerevoli anime, in grado di generare spaccature insanabili, potrà costruire l’arma vincente del Centro-destra”.
Bisogna scendere nell’agone, decidendo, come testimoniò Aldo Moro, di sporcarsi le mani: oggi è la nostra responsabilità! L’esperienza cattolica oggi serve più che mai, ma come incanalare l’azione e soprattutto dove? Dopo una lunga riflessione, sento che questo sia il momento giusto per trasferire la mia esperienza di cattolico-moderato nell’agorà pubblica. In politica fondamentali sono i rapporti con la base, senza pausa! Capita che chi, ad es., amministra una città perda serietà e disponibilità di dialogo e nel momento del bisogno scompare: non si può stare in silenzio, mentre la Società soffre. Non ci si può sottrarre a incontrare chi, non essendo candidato ad elezioni politiche ma volendo essere comunque presente nel proprio territorio, vuole coinvolgere quanti nelle parrocchie sentono di uscire dalle sacrestie: importante è, allora, convocare assemblee generali con le associazioni impegnate nel sociale.
Bisogna definire gli intenti generali in un gruppo e condividere dei valori. Tra l’altro bisogna stare attenti a non strumentalizzare l’immagine della Chiesa. Spesso ho partecipato a dibattiti al Palazzo Vescovile: quello che mi ha colpito è la voglia di contribuire con l’impegno gratuito a costruire una società migliore. Ma è possibile l’unità dei cattolici in politica? Un amico dell’Udc mi disse: “nella costruzione di un sistema politico solido, la prospettiva potrebbe essere il Popolarismo Sturziano che è un ottimo antidoto ai manicheismi socialistoido-progressisti e a quelli iper-individualisti”. È opinione di alcuni che non sono molto aderenti all’antropologia cristiana sia l’approccio filo-sociale sia quello-iperindividualista: “rischiano, infatti, l’uno di annullare personalità-libertà-sussidiarietà, l’altro l’unità della comunità e il riconoscimento di una giusta autorità pubblica…”. Don Sturzo in “La società. Sua natura e leggi” con poche parole dice: al mondo ci sono 3 forme sociali (famiglia, politica e religione). Queste forme sociali tendono ad essere autonome, un’autonomia però che non si raggiunge mai del tutto poiché l’uomo tende all’unità: un buon padre di famiglia può essere anche un buon cristiano e un buon politico, magari.
In conclusione, non va dimenticato il documento “Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020”, che al capitolo 5 (54 b, Percorsi di vita buona), recita: “è necessaria una seria educazione alla socialità e alla cittadinanza, mediante un’ampia diffusione dei principi della dottrina sociale della Chiesa, anche rilanciando le scuole di formazione all’impegno sociale e politico. Si dovrà sostenere la crescita di una nuova generazione di laici cristiani, capaci di impegnarsi a livello politico con competenza e rigore morale”.
La missione della Chiesa nascente (cfr. Atti degli Apostoli) era di annunciare il Dio vivente: di Santi ne abbiamo avuti in ogni tempo. Perciò se ci diciamo cristiani dobbiamo dare una buona testimonianza. Come realizzare la santità laicale? Ciò che muove la nostra voglia di fare è continuare ad annunciare la SPERANZA ad un popolo disperato. Ora ciascuno di noi ha visioni differenti, ma gli esempi di una vita onesta e solidale forse aiuterebbero ad evitare certi squilibri del mondo finanziario ed economico. Un modello di metodo che credo proprio potrebbe apportare miglioramenti sociali è quello di “cento idee per la città” (http://www.portaleidee.it/porta/ ). È molto facile distruggere, più difficile costruire. Valga allora questo principio: ciò che ci unisce importa di più di ciò che può dividerci. Infatti, se ci sforzassimo di capire il pensiero dell’altro, se motivassimo le nostre scelte, se accettassimo pazientemente la libertà altrui, allora saremo felicemente uniti.
Ho espresso il mio Pensiero Sociale Cristiano, con una lunga, ma incompleta lettera! Sperando in una risposta della politica, chiudo con l’aforisma di Helmut Kohl: “dobbiamo saper essere conservatori sul terreno dei grandi valori, riformisti su quello delle politiche istituzionali, liberali nell’economia e democratico-cristiani nelle politiche sociali, privilegiando, sempre e comunque, la difesa in concreto della dignità di ogni singola persona umana”.