Lavoro – Meldolesi: “dialogare aiuta a capire gli altri”

Meldolesi sostiene che attribuire centralità all’occupazione, ponendo la creazione del lavoro autonomo e dipendente al centro degli scopi espliciti della società, non corrisponde solo ad un’aspirazione sentita dagli italiani: può e deve diventare anche un obiettivo largamente condiviso. Il suo libro pone l’accento sul risveglio della piccola imprenditoria meridionale, oltre a fornire “Mille idee per creare lavoro”.

Luca Meldolesi con Simbolo e PetittoAvellino - Il professore Luca Meldolesi (economista, storico del pensiero, docente di politica economica, esperto dello sviluppo, di Mezzogiorno e di funzionamento dello Stato) ha presentato oggi, alla Casina del Principe, il suo libro “Creare Lavoro: come sprigionare il potenziale produttivo italiano” (Rubbettino Editore, 2014).

Alla presenza di molti giovani e di esponenti politici come Bruno Gambardella (tra l’altro Insegnante di Italiano al Liceo Artistico) e l’ex Assessore provinciale al Lavoro, Giuseppe Antonio Solimine, l’autore ha dichiarato: “non bisogna necessariamente guardare al Nord e all’estero. Anni fa c’era un grande timore nei nostri connazionali che andarono negli Stati Uniti: e lì oggi gli italiani sono orgogliosi delle loro origini. De Blasio, sindaco di New York, è esempio del fatto che gli italiani sono in grado di parlare agli altri. Gli inglesi, invece, sono esempio di separazione, non sempre cercano di capire gli altri. Tuttavia, la capacità di dialogare aiuta a capire gli altri. Io mi definisco un tipo raggiante, non ottimista: l’incoraggiarci ci aiuta ad uscire da una situazione difficile, senza piangersi addosso”.

In una sala emblematica (per la presenza dell’allestimento scenografico “Trionfo della pasta” di Gennaro Vallifuoco, realizzato con l’eccellenza della pasta di Flumeri “Grano Armando”), non sono mancati interventi come quello di Carmine Loffredo (imprenditore dell’ex Irisbus): “senza occupazione non c’è ripresa: il lavoro perciò bisogna inventarlo. La nostra provincia non può perdere l’opportunità di 3000 posti di lavoro effettivi che può dare”. Ma anche Pietro Mitrione: “ad Avellino abbiamo quattro istituti scolastici che dovrebbero iniziare a dialogare tra loro: l’Istituto Tecnico Commerciale L. Amabile, l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Guido Dorso”, l’Istituto Alberghiero M.R. Doria e l’Istituto Tecnico Agrario F. De Sanctis. Queste scuole non si conoscono a sufficienza fra loro. L’open day è un’operazione di marketing che non mette, però, a sistema queste realtà per un progetto”.

“È necessario fare impresa al Sud, anche se è difficile – ha detto Giovanni Simbolo, esperto di project financing – fare una start up è un’impresa quasi impossibile. Le imprese fatturano tanto, ma incassano poco. Internet aiuta, però, tantissimo se usato bene: si trovano lì tante soluzioni. I giovani devono impegnarsi a fare prima di tutto qualcosa che li appassiona, così che poi si possano anche sentire realizzati”.  

In più, c’è stato un confronto con un’imprenditrice: “terra e turismo sono le risorse che ci hanno lasciato al Sud – ha detto Ilaria Petitto, marketing manager dell’azienda vitivinicola ‘Donnachiara’- al Sud oltre agli imprenditori occorrono infrastrutture, credito ed energia. Toscana, Piemonte e Veneto vendono vino all’estero, ma l’esportazione dal Sud in America non parte perché il corriere non ritira se le infrastrutture non sono efficienti. Fare meglio con meno si può sburocratizzando”.

Source: www.irpinia24.it