Trivellazioni in Irpinia, il Consiglio Provinciale ribadisce il suo no
Fra i punti all'ordine del giorno anche la gestione del ciclo rifiuti
Avellino - Temi cari all’Irpinia sono stati trattati questo pomeriggio al Consiglio Provinciale di Avellino. Fra i punti all’ordine del giorno, la gestione del ciclo rifiuti, in particolare sul dibattito fra comuni se farne una gestione pubblica o privata; Gambacorta ha commentato: “La Provincia continuerà a gestire il ciclo rifiuti così come ha fatto finora, non potrebbe essere altrimenti. Ci sono leggi che, in passato, hanno stabilito la competenza delle Province della gestione rifiuti. Quando l’Ato sarà pronto – ha chiarito il Presidente della Provincia di Avellino – il nostro ente trasferirà mezzi, risorse e le competenze acquisite in questi anni”. Sulla contrarietà di alcuni sindaci irpini sul prosieguo della gestione da parte di Irpiniambiente, Gambacorta ha dichiarato: “I sindaci devono conoscere bene le situazioni, non credo sia tanto facile immaginare subito delle soluzioni miracolose per abbattere i costi. Si può fare qualcosa investendo ma, al momento, investire in questo settore risulta difficile”.
L’argomento che più ha coinvolto la giunta provinciale è stato quello delle trivellazioni in Irpinia; il consiglio all’unanimità si è espresso contrario alla proposta di avviare un industria di idrocarburi nel territorio irpino ribadendo quanto già deliberato il 2 Febbraio 2013 con Coppola, occasione in cui furono deliberate le incompatibilità del territorio con questo tipo di intervento e la vera vocazione della zona, rivolta all’agricoltura e allo sviluppo agricolo ed ambientale. A ribadirlo il consigliere Vincenzo Alaia:“Qui in consiglio portiamo la nostra proposta di delibera per dire no alle trivellazioni. Questo documento redatto da noi capigruppo sottolinea il fatto che l’Irpinia, avendo patrimonio agricolo da preservare e custodire, essendo irrorata da acqua e caratterizzata da paesaggi che ne costituiscono la qualità nonché le produzioni enogastronomiche di eccellenza, non è compatibile con l’effettuazione di trivellazioni. La nostra area – ha aggiunto – rifornisce acqua non solo alla Campania ma anche alla Puglia e alla Basilicata. Le trivellazioni porterebbero all’inquinamento delle falde acquifere e problematiche legate anche allo smaltimento rifiuti. Ribadiamo – ha concluso – un secco no alla ricerca di idrocarburi in quanto non avrebbero alcuna incidenza positiva sull’economia sostenibile e sulla salute dell’ambiente”.
Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri Caterina Lengua e Stefano Farina i quali non hanno mancato di sottolineare la propria disapprovazione alla ricerca di idrocarburi in Irpinia e le gravi implicazioni sul territorio e sulla salute dei cittadini, rimarcando la correlazione fra i pozzi di petrolio e l’insorgere di tumori. In merito al ruolo delle istituzioni sulla questione è intervenuto il consigliere Carmine D’Angelis che ha ricordato la posizione della Regione: “La Campania è l’unica che ad oggi non ha ancora sviluppato un piano energetico. Per questo motivo – ha aggiunto – sollecitiamo il Consiglio Regionale a disapprovare, nella stipula del piano energetico, la ricerca di idrocarburi nel nostro territorio”.
Non sono mancate le polemiche e perplessità, espresse in questo caso dal consigliere Domenico Palumbo:”Trovo scialba la proposta di delibera fatta sulle trivellazioni dai capigruppo. Trovo assurdo – ha dichiarato – che membri di istituzioni parlino di solidarietà. È necessario si faccia una proposta fondata su una strategia politica e amministrativa così da raggiungere l’obbiettivo con la massima serietà istituzionale”.
Incalzante anche l’intervento del consigliere Gianluca Festa che ha ribadito il suo secco no alle trivellazioni sostenendo siano solo un tentativo di “far arricchire pochi privatucci spremendo un territorio che ha dalla sua parte grandi risorse energetiche”.
Presente alla discussione anche Domenico Forgione, sindaco di Gesualdo e, in quanto tale, interessato in prima persona al pericolo trivellazioni: “Il nostro è un no motivato, non di principio. Vedo nella provincia un elemento di garanzia, per questo invito il consiglio a creare un equipe di tecnici che provi l’incompatibilità del nostro territorio con le trivellazioni. La Regione e la Comunità Europea – ha proseguito Forgione -, per quanto riguarda la nostra provincia, hanno dato la possibilità di dirigere gli investimenti disponibili e, quindi, lo sviluppo verso turismo , enogastronomia e agricoltura. Il contrasto è stridente rispetto alla proposta delle trivellazioni, sulla base di questo è necessario istituire un gruppo di tecnici così da provare quanto già sostenuto e portare rispetto alla logica del profitto senza che questa vada in contrasto con la salute del territorio e dei cittadini”. Il sindaco Forgione ha poi ricordato la grave implicazione che comporterebbe la costruzione del pozzo petrolifero in prossimità del centro abitato: “L’area indicata per la nascita del pozzo petrolifero dista poco da due scuole, frequentate da circa 200 bambini. Cosa si potrebbe dire alle famiglie se si mettesse in atto la costruzione del pozzo? La tecnica non è sinonimo di perfezione, non c’è garanzia che non vi siano gravi incidenti che possano mettere in pericolo la vita della comunità”.
Il consiglio ha approvato all’unanimità la proposta dei capigruppo; in merito a questo il Presidente Gambacorta ha concluso dichiarando: “Rimangono le stesse perplessità del 2012, quando la provincia pose il problema dell’inquinamento delle falde acquifere e dei pericoli dovuti al rischio sismico della nostra provincia in caso di trivellazioni. Il discorso – ha chiarito Gambacorta – si basa sulla vocazione del territorio, incompatibile con lo sviluppo di industria di idrocarburi. La popolazione irpina non approva questa strada di sviluppo e sceglie le energie alternative, pertanto anche noi insistiamo sull’impossibilità di trivellare la nostra terra”.
di Francesca Contino