Regionali – Capigruppo Pd Comuni Capoluoghi chiedono le Primarie

grellaI Capi Gruppi Consiliari presso i Comuni di Avellino: Prof. Grella Ida, Benevento: Giovanni Zarro, Caserta: Dr. Di Michele Franco, Napoli: Dott. Esposito Aniello  e Salerno: Avv. Angelo Caramanno, riunitosi a Benevento, sede locale Federazione Provinciale,  hanno riflettuto sulle condizioni economiche dei Campani, sulle condizioni dell’Istituto Regionale e sulle condizioni del Sistema regionale delle Autonomie locali, sullo stato del Partito ed osservano:

quanto alla visione della Campania:  che, a circa cinquant’anni, ormai, dalla istituzione della Regione, il territorio dei Campani, resta ancora una espressione geografica; che le fratture antiche e gli squilibri storici tra la Campania felix e il resto del territorio, zone interne in particolare, sono ancora tutte presenti ed angustiano la vita quotidiana  dei cittadini;

quanto, alle linee portanti dello sviluppo economico, territoriale e sociale: che il ruolo della Campania di piattaforma logistica del Mediterraneo, di motore economico delle Regioni Meridionali, di Regione paradigma per la implementazione dei fondi comunitari, aree della convergenza, è stato completamente fallimentare; che non v’è una vera politica delle grandi opere ( infrastrutture maggiori); che le politiche di settore, le politiche per i grandi servizi pubblici locali dai Trasporti ai Rifiuti, all’Acqua sono all’atto, a dir poco, disastrate; che non è stata disegnata una politica per Napoli, utile a sostenerne la sua funzione di capoluogo regionale;

quanto alle politiche istituzionali: che v’è ritardo nel varo della legge sulla definizione delle competenze dalle Province, e va urgentemente rimosso; che è grave l’assenza di politiche di accompagnamento della ristrutturazione della Governance locale in atto; che è parimenti grave l’assenza di un politica atta a superare il centralismo e gigantismo amministrativo regionale, che offende i campani e ne intralcia il loro intelligente lavoro; che va fatta chiarezza sulla prospettiva dell’Istituto Provincia: cancellazione o ridimensionamento a Ente di coordinamento dei Comuni sullematerie di area vasta; che, il diverso rango, oggi, connesso, alle Province, impone ai Comuni Capoluoghi di Provincia un ruolo ed affida funzioni paradigmatiche delle politiche comunali e di area vasta in rappresentanza,anche, della intera Comunità Territoriale; che, a ragione di tanto, avvertono il dovere di istituire un tavolo permanente tra i Capo Gruppi dei Comuni Capoluoghi per la discussione dei temi politici più rilevanti e per la delineazione di obbiettivi e targets, esemplari, di livello generale e di valore emblematico; che il prossimo incontro viene programmato per il giorno 9 di febbraio, in Caserta;

quanto alla visione della Regione: che l’idea di macroregione non può essere la via di fuga “elettorale”  per chi non ha amministrato o ha disamministrato il quotidiano; che la macroregione non interessa direttamente la Campania; che non la interessa per la stessa motivazione che ne da l’inquilino di Santa Lucia: “solo la macroregione consente la programmazione”; che, in effetti, la motivazione assume la veste di un pietosa bugia per giustificare il suo insufficiente operato e ne convalida, per altro verso, lo stigma di “via di fuga” dalle evidenti e gravi, responsabilità amministrative, assunte e che il popolo campano gli ascrive;

quanto al Partito ed alla sua missione storica:che vada riconfermata la sua natura di partito della Democrazia, dello Sviluppo, del Lavoro, del Cambiamento, dell’Uguaglianza, della Libertà, della Solidarietà; che per le elezioni degli Organi di Partito e dei Rappresentanti istituzionali esterni vada confermato il ruolo strategico delle Primarie, offrendo ogni garanzia, ai soci ed ai cittadini, ai candidati,di certezza di procedure e di risultati, (della moglie di Cesare non è possibile nemmeno pensare male); che vada rilanciato il suo ruolo di sollecitatore dello sviluppo delle autonomie sociali  e delle autonomie locali nonché di ablatore delle “incrostazioni”, sociali, politiche, economiche, vecchie e nuove, che,da un lato, ne frenano l’agire politico e, dall’altro, ne limitano le prospettive.