Halloween, tra la paura dei morti e la fede dei santi

santi 2013 2014Ogni anno, come di consueto il 31 Ottobre, si festeggia Halloween. Le tradizioni antiche del famosissimo “trick or treat” anglosassone, poi giunte in America, hanno toccato negli anni anche l’Europa trasformando questa festività in una sorta di pseudo carnevale a sfondo consumistico. I volti della zucca tagliata a teschio, mummie, zombie, vampiri e via dicendo rappresentano il senso macabro ma ironico di tale festività.

Ma in principio cos’era Halloween? Quali sono le sue origini? Per rispondere a tale quesito bisogna riavvolgere il nastro e focalizzare l’attenzione sulla popolazione dei Celti, popolo antichissimo di pastori vissuto nel IV-III secolo a. C. e che presidiava il sito che oggi corrisponde all’Irlanda. La loro vita era condizionata dai ritmi imposti dal bestiame ed all’inizio della stagione fredda, datata 1 Novembre secondo il loro calendario, si dirigevano a valle trascorrendo il tempo costruendo utensili e raccontando leggende. Tale passaggio dell’anno vecchio con il nuovo prendeva il nome di Samhain (nome irlandese di Novembre), tipo un Capodanno attuale, ed era articolato da lunghi festeggiamenti propensi all’augurio di un nuovo anno positivo e alla difesa verso i pericoli che si celavano nelle tenebre. Bisogna, però, soffermarsi sul tema molto particolare della festa:  “la morte”, o meglio la visione di quest’ultima secondo il folklore celtico. Samhain in questa notte chiamava a se tutte le anime dei defunti, che giornalmente trascorrevano la loro esistenza in una valle di eterna giovinezza chiamata Tir nan Oge, sconvolgendo le leggi spazio-temporali della Terra al fine di fondere i due mondi e permettere agli spiriti erranti di vagare indisturbati tra i vivi. Dunque Samhain era una festività dai due volti: da un lato la paura della morte attraverso la manifestazione di questi spiriti e dall’altra la gioia per il sopraggiungere dell’anno nuovo. I Celti avevano una tradizione a tal proposito, infatti nel corso di questa notte questi si riunivano nei boschi ed accendevano il “Fuoco Sacro” compiendo sacrifici animali. Dopodiché si mascheravano con le pelli degli stessi e ritornavano al villaggio facendosi luce con delle torce create da un tizzone di Fuoco Sacro inserito all’interno di una cipolla (da qui il mito della zucca, nato in America in quanto i locali non possedendo cipolle ma folte coltivazioni di zucche utilizzarono il suddetto ortaggio per rappresentare la torcia di Halloween, la quale è divenuta nel corso dei secoli la figura emblematica della festività). Il mascheramento durava tre giorni ed era necessario per spaventare gli spiriti, inoltre come eccesso di sicurezza una torcia con del cibo veniva lasciata sull’uscio della porta per permettere a qualche defunto familiare e non di rifocillarsi al fine di evitare qualche scherzo di poco gusto.

Halloween, in irlandese Hallow E’en, deriva dalla forma contratta di All Hallows’Eve dove Hallow, parola arcaica inglese, significa “santo”… in pratica Halloween sta per “vigilia di Ognissanti”. I bambini oggi si vestono con maschere a forma di zucca o di fantasmi e chiederanno a chi incontrano: “dolcetto o scherzetto”? Una festa come tante altre, ma dato che in questo giorno è più facile imbattersi in rave party o in maghi, la Chiesa avverte che non tutti i fantasmi sono buoni, e perciò i cristiani l’1 e il 2 novembre si recano al cimitero per rivolgere a Dio una preghiera per i defunti in purgatorio e in paradiso. La più famosa è l’Eterno riposo, ma si può ripetere anche questa invocazione che la Madonna insegnò a Fatima: «Gesù perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia».

Il messaggio per la festa di Ognissanti 2014 è “cercare il volto di Dio nel fratello e nella sorella bisognosi”, sulla base di ciò che Papa Francesco ha detto domenica scorsa all’Angelus, ricordando la beata madre Assunta Marchetti, cofondatrice della Suore Missionarie di S. Carlo Borromeo-Scalabriniane. Bergoglio ha affermato: tutta la Legge divina si riassume nell’amore per Dio e per il prossimo. L’Evangelista Matteo racconta che alcuni farisei si accordarono per mettere alla prova Gesù (cfr 22,34-35). (…). Non si può amare Dio senza amare il prossimo e non si può amare il prossimo senza amare Dio. In effetti, il segno visibile che il cristiano può mostrare per testimoniare al mondo e agli altri, alla sua famiglia l’amore di Dio è l’amore dei fratelli. Il comandamento dell’amore a Dio e al prossimo è (…) al centro, perché è il cuore da cui tutto deve partire e a cui tutto deve ritornare e fare riferimento. Già nell’Antico Testamento l’esigenza di essere santi, ad immagine di Dio che è santo, comprendeva anche il dovere di prendersi cura delle persone più deboli come lo straniero, l’orfano, la vedova. Gesù porta a compimento questa legge di alleanza (…) l’amore è la misura della fede, e la fede è l’anima dell’amore. Non possiamo più separare la vita religiosa, la vita di pietà dal servizio ai fratelli, a quei fratelli concreti che incontriamo. Non possiamo più dividere la preghiera, l’incontro con Dio nei Sacramenti, dall’ascolto dell’altro, dalla prossimità alla sua vita, specialmente alle sue ferite. (…) In mezzo alla fitta selva di precetti e prescrizioni – ai legalismi di ieri e di oggi – Gesù (…) ci consegna due volti, anzi un solo volto, quello di Dio che si riflette in tanti volti, perché nel volto di ogni fratello, specialmente il più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l’immagine stessa di Dio. (…) Egli ci ha donato lo Spirito Santo, che ci permette di amare Dio e il prossimo come Lui, con cuore libero e generoso.

DEF-Loca-HOLYWIN-2013-bisDurante il pontificato di Bergoglio, nel 2013, tra i tanti, sono stati riconosciuti come uomini e donne virtuosi:

a MAGGIO = Giuseppe Puglisi, beato, sacerdote e martire (1937-1993);

sempre a MAGGIO = Luigi Novarese, beato e vescovo, apostolo degli ammalati (1914-1984);

a GIUGNO = Odoardo Focherini, beato, giornalista, sposo e padre di 7 figli, coraggioso difensore degli ebrei, morto martire in un campo di concentramento tedesco (1907-1944);

ad OTTOBRE = Angela da Foligno, santa e terziaria francescana (1248-1309);

a DICEMBRE = Pietro Favre, santo e sacerdote gesuita (1506-1547).

Invece, durante questo anno 2014, sono stati riconosciuti:

a GENNAIO = Maria Cristina di Savoia, beata e regina delle Due Sicilie (1812-1836);

ad APRILE = Giovanni XXIII, santo e papa (1881-1963). Memoria facoltativa: 11 ottobre;

sempre ad APRILE = Giovanni Paolo II, santo e papa (1920-2005). Memoria facoltativa: 22 ottobre;

ancora ad APRILE = Ludovico da Casoria, santo e frate (1814-1885);

ad OTTOBRE = Paolo VI, beato e papa (1897-1978).

Alcuni cristiani più che Halloween preferiscono festeggiare “Holywin”. In Lombardia (Desenzano) all’Oratiorio di San Zeno, giusto un anno fa, i bambini furono “invitati a giocare con i Santi, scoprire le loro peculiarità e a vestirsi di Vera Luce per un pomeriggio di divertimento per tutti!”.

Quest’anno padre Francesco Bamonte (icms) ha messo in guardia sull’esaltazione dell’orrore e del macabro: “Non è solo commerciale, l’obiettivo latente di questa festa, ma è anche e soprattutto quello di indurre l’opinione pubblica, in particolare i bambini, gli adolescenti e i giovani, a familiarizzare con mentalità occulte e magiche, estranee e ostili alla cultura cristiana” (cfr. http://www.cavloreto.it/pagina_base.asp?id=1513&titolo=HolyWin%20-%20Festa%20di%20Ognissanti%20a%20Loreto%20venerd%C3%AC%2031%20ott.%202014 ).

Il tema della morte non spaventa i cristiani che credono nella risurrezione. L’invito è che questo week-end sia di riposo, di sano divertimento e anche di riflessione.

di Michael Mambri e Francesco Varricchio