Riforma Giustizia – La protesta, Apolito: “Una generazione di magistrati da sfruttare in nero”
Avellino - “Le figure di di vice procuratore onorario e di giudice onorario di Tribunale sono incarichi professionali, per sua dicitura occasionali e a breve durata, ma a causa delle ripetute proroghe da parte dei vari governo che si sono succeduti negli anni, sono diventate vere e proprie figure professionali in pianta stabile nella struttura dello Stato, indispensabili per il funzionamento quotidiano della macchina della Giustizia”. Così Ester Apolito, sostituto procuratore presso la Procura di Napoli, si esprime su quanto sta accadendo a coloro che, seppur onorari, svolgono le stesse mansioni dei magistrati ordinari.
“I cittadini che chiedono giustizia nelle aule di Tribunale spesso non sanno che i magistrati a cui si rivolgono sono in realtà lavoratori in nero a cui paradossalmente lo Stato nega i più elementari diritti civili: infatti essi non hanno pensione, maternità, malattia e comunque contribuiscono a smaltire il 50% e più dei processi penali e civili”.
“I vice procuratori appartenenti alla magistratura onoraria inquirente – ha aggiunto Apolito – trattano processi di competenza del Tribunale Monocratico con attribuzioni di reati che prevedono pene fino a 20 anni di reclusione e possono riguardare droga, omicidio colposo, rapine, furto ecc..
I giudici onorari Tribunale appartengono alla magistratura onoraria giudicante e assumono ruoli sia penali che civili emettendo sentenze nel nome del popolo italiano. La magistratura onoraria prevista dalla Costituzione per una maggiore garanzia del cittadino assume tale incarico mediante un concorso a titoli seguito da una nomina personale del CSM.
Questa la natura della protesta:” Con lo sciopero nazionale proclamato dal 20 al 24 Ottobre, la magistratura onoraria di Tribunale rivendica il riconoscimento da parte dello Stato del lavoro svolto in 10, 15 e 20 anni di servizio perché ormai le funzioni svolte non sono più onorarie, con un impegno saltuario e sporadico, così come richiederebbe l’onorarietà dell’incarico, ma sono diventate, a causa dell’emergenza giustizia, un vero e proprio impegno continuativo e costante”.
A quanto pare il Ministro della Giustizia Andrea Orlando non è della stessa opinione: “L’attuale Ministro nega questo dato di fatto – spiega Apolito – accomunando i magistrati onorari ai Giudici di Pace (diversi per funzioni e competenze), e mira alla conservazione dello status quo. Con l’ulteriore pericolo di creare anche per il futuro una categoria di professionisti da sfruttare in nero. Infatti, alla scadenza dei nostri incarichi, la riforma prevede la nomina, nell’ambito dei Tribunali, degli specializzandi, destinati a rimanere imbrigliati nella ragnatela della giustizia per per almeno 8/12 anni, creando così e in maniera perversa, una futura generazione di magistrati da sfruttare in nero”.
La manifestazione del 21 Ottobre di fronte a Montecitorio ha avuto come scopo proprio la messa in luce di questa problematica. “Quello che chiediamo – ha concluso Ester Apolito – è di essere regolarizzati e di ricevere un compenso che corrisponda alle mansioni effettivamente svolte in ragione di un impegno stabile e continuativo.
Purtroppo, con profonda delusione, devo prendere atto che, alla luce di quanto accaduto finora, la nostra pur essendo una Repubblica fondata sul lavoro permette la violazione di questo diritto per mano dei vari governi succedutisi negli anni, ciò a prescindere dall’orientamento politico di appartenenza. Uno Stato di diritto che dovrebbe riconoscere i diritti fondamentali spesso li nega o li viola”.