“19000091/Le vite degli altri”. Pirretti in mostra a Salerno

pirretti_MOSTRASalerno – Nella Chiesa sconsacrata di Sant’Apollonia, in via San Benedetto, ancora per cinque giorni, è possibile ammirare “19000091 / Le vite degli altri”, mostra di Tommaso Pirretti. L’artista di origini lucane nasce a Ferrandina (MT), ma, da circa 20 anni, è residente a Napoli, dove acquisisce la sua formazione artistica e culturale, laureandosi in Conservazione dei Beni Culturali e studiando da autodidatta nelle arti platiche e pittoriche. Pirretti ha dedicato gran parte del suo tempo alla ricerca e allo studio dei tragici e devastanti orrori che hanno caratterizzato la storia del novecento, che diventano il centro espressivo e il collante narrativo di questa sua prima personale.

La mostra, che si è aperta il 20 settembre e si conclude il 4 ottobre, è la testimonianza concreta del fatto che l’arte può assumere importanti connotazioni civiche, esprimendo con cruda verità gli orrori che possono affliggere una società malata e colpita dal male supremo: la guerra. La mostra da voce a frammenti vissuti e raccolti dalle testimonianze recuperate dai racconti del nonno dell’artista. Con Pirretti l’arte si fa portavoce di testimonianze che costituiscono e ricostruiscono una memoria agitata e attenta.

Il filo narrativo della mostra è legato alla storia di sofferenze e devastazione provocate dalla prima guerra mondiale fino a giungere all’AIDS, che negli anni ’80 era considerata la giusta e congrua punizione per i deboli alle tentazioni e al fascino del peccato. Attraverso la narrazione dell’orrore e delle degenerazione, Pirretti non vuole limitarsi a produrre nel pubblico di visitatori una inevitabile indignazione, ma vuole soprattutto stimolare una necessaria riflessione capace di comprendere che c’è un rischio continuo di cadere in forme di deliri collettivi, come quelli che nel corso del novecento hanno prodotto eventi di terribile atrocità. Non basta conoscere il passato, ma occorre anche e soprattutto vigilare sul presente, per fare in modo che le note dissonanti dalla morale comune e pubblicamente imposta possano avere il giusto spazio per esprimere al meglio la propria esistenza.

di Davide MARENA