Regionali – Mastella: “Potrei candidarmi”

mastella-_-forza-italiaLarghe intese anche in Campania? «Non ci credo, non funzionerebbero. E comunque di certo non a pochi mesi dalle elezioni». È scettico Clemente Mastella rispetto all’ipotesi di schieramenti trasversali. Sul suo futuro, invece, l’ex leader deU’Udeur chiarisce: «Per ora faccio il nonno e resto sulla riva del fiume. Ma potrei anche impazzire e decidere di candidarmi alla presidenza della Regione…». Perché non crede alle larghe intese? A livello nazionale sembrano reggere. «Si può far ricorso a questo sistema quando il leader viene scelto direttamente da una grande coalizione e non quando è espressione di un solo schieramento, come Caldoro. In ogni caso se ne può discutere il giorno dopo le elezioni, non prim a». D’accordo, ma dal 2010 ad oggi la politica è cambiata radicalmente cosi come sono mutate le esigenze e le opinioni dei cittadini. «Il punto è che a livello locale è sempre più difficile ragionare in questi termini proprio per le fibrillazioni che esistono sui territori: penso ai cambi di casacca, ai pettegolezzi, alle rivalità personali oltre che politiche». Bisogna quindi rassegnarsi agli schieramenti tradizionali? «Io l’ho sempre vista così nella mia vita politica. Un conto è l’unità attorno alle istituzioni, un altro sono le scelte politiche su sviluppo, trasporti, gestione dei fondi europei. Rispetto a questi temi gli approcci dei partiti sono spesso diversi o radicalmente opposti». Come spiega allora le insolite alleanze di cui si parla, in primis quella tra il sindaco di Salerno De Luca e il senatore eletto con il centrodestra D’Anna? «Sono stranezze che difficilmente si concretizzeranno. Credo sia solo pretattica o un modo per far sentire la propria voce m una situazione di disagio politico». Nel centrodestra, intanto, c’è chi spinge per le primarie. «Quando c’è un presidente uscente di solito non si organizzano le primarie. Anche negli Stati Uniti ci si regola così. La consultazione popolare può essere viceversa utile se si è all’inizio di un percorso, come il Pd oggi». In generale come giudica lo strumento delle primarie? «Non mi sono mai piaciute ma forse potrebbero essere una delle poche vie d’uscita rispetto all’attuale crisi della politica. Ormai, infatti, si sta affermando una sorta di democrazia indiretta. Penso alle elezioni per le Città metropolitane e per il futuro Senato: non saranno più i cittadini a decidere. Si potrebbe inoltre assistere al paradosso che il sindaco di un comune capoluogo sarà contemporaneamente anche leader della Città metropolitana e senatore. Cioè per eliminare la casta si crea un capocasta? È davvero singolare». Proprio le primarie rischiano però di spaccare ulteriormente il Pd.Chila spunterà? «Cantone sarebbe stato un candidato molto pericoloso per il centrodestra perchée autorevole, credibile e non fazioso. La Piciemo non ha chance. De Luca almeno ha chiesto di potersi confrontare democraticamente. Al di là dei nomi, la vittoria di uno dei due schieramenti dipenderà da una serie di variabili, in primis il risultato del Movimento 5 Stelle». Il progetto deU’Udeur è definitivamente archiviato? «Ora che le singole egemonie sono tramontate, forse ci sarebbe lo spazio per creare un grande partito di centro, magari partendo dalla Campania». Sua moglie, Sandra Lonardo, potrebbe però candidarsi con Forza Italia. «Farà le sue valutazioni, ma è presto per dirlo. Di certo le intelligenze non sono ben viste nei partiti». E lei? «La politica a cui ero legato non esiste più. Vedremo, mi inventerò qualcosa. Non escludo neppure di candidarmi».

Fonte Il Mattino