Provinciali – Alaia: “La mia passione per riprendere un impegno”
Agli inizi di ottobre si voterà per le nuove Province, che diventeranno Enti di secondo livello e cesseranno di essere organi elettivi : i nuovi Consigli saranno eletti da sindaci e consiglieri comunali. Saranno annullate le indennità per i consiglieri provinciali. In merito, abbiamo chiesto un parere a Vincenzo Alaia, ex presidente del Consiglio Provinciale di Avellino , di cui pubblichiamo un comunicato:
“ Mi ricandido al Consiglio Provinciale con lo stesso entusiasmo e la passione di sempre per la Politica, avendo avuto – nel tempo – anche la possibilità di consolidare rapporti di collaborazione e stima con gli amministratori locali. La mia candidatura è, perciò, uno sbocco naturale, direi. Nel senso che c’è un desiderio e una volontà di continuare il lavoro interrotto nel 2013 dal commissariamento dell’Ente. Certo, cambiano le modalità di elezione. Però molte funzioni importanti rimangono in capo alla Provincia, quali quelle relative all’edilizia scolastica, alla pianificazione territoriale, ai trasporti in ambito provinciale, all’ambiente e alle pari opportunità. E, in più , la Provincia svolgerà funzioni di coordinamento e di assistenza tecnico – amministrativa agli Enti locali. Con questo voglio dire che si ridurranno le aree di competenza e di attività, ma le specifiche funzioni di rappresentanza territoriale dei consiglieri provinciali, rimarranno pressoché le stesse in termini di impegno e spirito di servizio a favore delle comunità: anzi, l’impegno dovrà raddoppiarsi, perché bisognerà fornire sì supporto e consulenza ai Comuni, ma anche elaborare una progettualità espansiva, in grado – cioè – di far venir fuori le potenzialità spesso inespresse del nostro territorio. Ritengo che il ridimensionamento non abbia ottenuto gli effetti sperati e credo anche che un po’ di confusione si sia ingenerata in questa fase di transizione . In ogni caso – ora – i nuovi consiglieri provinciali (sindaci /amministratori e chi con loro) dovranno effettivamente ‘rimboccarsi le maniche’ed essere in grado di fare sistema,ossia di mettersi insieme risorse umane e produttive dei territori , per potenziare al massimo l’attuabilità di funzioni che rimangono in capo alla Provincia.Occorre anche – secondo me – far comprendere alle persone ( che si sentono lese nel diritto di eleggere i propri rappresentanti )che le Province saranno comunque un anello di congiunzione importante , un punto di riferimento stabile per le comunità . Bisogna ora far vedere ‘il rovescio del guanto’, il risvolto della medaglia , per così dire. E far passare il messaggio, fare capire che – seppure lesa – la potenzialità di rappresentanza territoriale non rimarrà del tutto inespressa. Nel senso che, se pur l’assetto istituzionale delle Province cambia, le Assemblee dei sindaci andranno a sostituire le Giunte Provinciali e avranno compiti “propositivi, consultivi e di controllo”. Potranno, cioè, rappresentare esigenze , fare proposte , dare indirizzo per le funzioni di propria competenza. Purtroppo , il rischio più grande del ridimensionamento delle Province, è proprio quello di far aumentare la distanza tra la politica e le persone comuni, che non si sentono direttamente partecipi alla elezione dei propri rappresentanti provinciali.Ma la legge è ormai in atto : ora bisogna guardare oltre e cercare di potenziare l’esistente . Ciò significa – per chi sarà eletto – garantire massima dignità di rappresentanza e di impegno, capacità di proponimenti, di programmazione per le funzioni di competenza e spirito di servizio, nella consapevolezza che si andrà a rivestire un “ ruolo servente verso le comunità locali e i loro cittadini” come prevede il testo della riforma Delrio.