Aree Interne – Basile: “Irpinia sfrutti il suo status per divenire un prodotto alternativo”
Avellino – C’è futuro per l’Irpinia quando si parla di aree interne? Questo l’interrogativo che ha predominato nel corso dell’incontro di questa sera al Circolo della Stampa.
Un interrogativo che ha trovato risposta nella necessità di operare allo sviluppo delle aree interne non guardando in maniera unidirezionale bensì aprendo la città e l’intera provincia ad una nuova realtà divenendo quel corridoio che deve essere da collante con tutte le realtà presenti sul territorio perchè come spiega l’ex ministro alle aree urbane, Carmelo Conte “le aree interne non sono più come quelle concepite in passato e ciò deve essere rimesso in discussione specialmente in riferimento al ruolo che queste ultime sono tenute a svolgere in quanto incombe il pericolo della coincidenza dell’area metropolitana di Napoli che se si dovesse estendere a tutta la provincia causerebbe la spaccatura della Regione in due parti e Napoli assorbirebbe tutte le risorse comportando il degrado delle altre province. E’ un pericolo che va scongiurato e far sì che la prossima programmazione 2014-2020 si basi su un’idea di sviluppo generale che vede la Campania suddivisa in 9 ambiti, così come specificato nella norma che disciplina gli ambiti, destinando le risorse ad ogni ambito con un percorso di sviluppo legato all’ambiente aree protette”.
Pensiero sposato in pieno anche dal presidente del consiglio comunale di Avellino, Livio Petitto e da delegato nazionale per il Mezzogiorno di Federcomated, Giulio De Angelis che sottolineano l’importanza della Campania tutta vista come una grande risorsa con la quale bisogna interagire. “Parlare di sviluppo della Campania – evidenzia Petitto – significa parlare di sviluppo delle aree interne. Il comune, in questa sfida, gioca un ruolo primario che è quello di fungere da train d’union con tutti i comuni del territorio provinciale. Tante sono le vertenze aperte in Irpinia dalle Trivellazioni che stanno deturpando il nostro territorio alla ricerca dell’oro nero alle infrastrutture sulle quali bisogna puntare creando un dialogo vero con la Regione Campania per rilanciare davvero lo sviluppo territoriale”.
Ed è proprio sulle infrastrutture che il presidente del consiglio regionale Pietro Foglia si è soffermato nel corso del suo breve intervento: “Ogni volta si parla di napolicentrismo – dichiara – è come se Napoli fosse vista come un’isola felice e le altre parti, invece, fossero sottosviluppate. Dobbiamo pensare allo sviluppo armonico del territorio campano le infrastrutture sono la precondizione dello sviluppo e quindi, senza di esse non può esserci alcuna forma di sviluppo nessuno – precisa - si illuda che con l’agricoltura si risolvono i problemi. Può essere una buona integrazione, essendo noi area particolarmente ricca di prodotti di alta qualità, ma non possiamo abbandonare le aree industriali bisogna investire nella ricerca, nella formazione tutti ambiti nei quali noi non ci siamo soffermati e che ci portano ad essere perdenti. Bisogna decidere chi siamo e cosa vogliamo fare”.
“Parlare di infrastrutture non è semplice – commenta Giampaolo Basile, professor in marketing e sistema territorio ed impegnato nella realizzazione del piano strategico per il comune di Avellino – specie in questo momento storico e sociale. Ma bisogna focalizzarsi, come stiamo facendo per l’applicativo del piano strategico, sull’analisi dello stato dell’arte da un punto di vista economico, sociale, demografico, dare una lettura del territorio con elementi attrattrivi e proporre condizioni di stimolo affinche questi ultimi diventino attrattori della nostra identità. Essere area interna non significa essere “sfigati” bensì sfruttare questo status per divenire un prodotto alternativo al prodotto “costa”, “città metropolitana napoletana”. Ci dobbiamo candidare come porta d’ingresso di un indirizzo strategico. Non dobbiamo isolarci. Lo sforzo è quello di condividere e fare emergere le nostre vocazioni ed una volta presa consapevolezza di ciò saremo in grado di capire in che direzione andare“.
di Dora Della Sala