Castaldo illude poi Sgrigna show, l’Avellino cade 3-1 a Cittadella
Cittadella – Lupi schiacciati da un Cittadella superiore sotto l’aspetto tattico e sopratutto offensivo che, sbrana la timida, e tratti inguardabile, retroguardia irpina. E pensare che la Dea Bendata aveva sorriso ai Lupi, i quali, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per il rigore fallito da Coralli (24’) passano in vantaggio con Castaldo (28’) sempre dagli 11m. Dopo tale evento la Dea sopra citata volta le spalle agli ospiti e per Rasty e compagni è l’inizio di un incubo.
AMNESIA DIFENSIVA. Non passano neanche 10’ e il Cittadella già ribalta il risultato grazie alle giocate eccezionali di Sgrigna. Pellizer, autore del fallo che causa il rigore irpino, si fa trovare puntuale sullo schema da calcio piazzato battuto dal numero 10 granata e di testa pareggia (29’). Successivamente (38’) Sgrigna fa fare a Fabbro, subbentrato ad un disorientato Bittante, la figura del pivello e tolto di mezzo la marcatura piazza un diagonale a giro che beffa Gomis.
KONE’ DOV’E’?. In casi del genere ci si aspetta la giocata dal giocatore più qualificato ma il senegalese irpino, per lui seconda gara consecutiva da dimenticare, per tutta la durata della gara è un fantasma. Rastelli se ne accorge e manda in campo al suo posto Comi (4-3-3), successivamente fa uscire anche un disastroso Arrighini, protagonista di una clamorosa palla gol sprecata all’inizio del primo tempo, per un esuberante Soumarè. Ma anche l’ex-Anderlecht è poco ispirato.
MEA CULPA. Le svariate variazioni di modulo mandano in tilt l’Avellino che si getta in avanti abbandonando ogni principio difensivo e di fatti ogni percussione dei padroni di casa può far male; bravo Gomis ad evitare un passivo peggiore anche se nell’azione del terzo gol del Cittadella (85’), che chiude completamente i giochi, poteva fare di più. Conclusione non irresistibile di Gerardi dal limite del’area che però rimbalza davanti all’estremo difensore irpino che non riesce ad opporsi.
Brutta batosta che mostra quali sono i veri problemi di questo nuovo Avellino. Difesa da rivedere, centrocampo senza idee e un attacco molto confusionario che vede la luce solo quando il solito Castaldo si accende … troppo poco, c’è da lavorare, molto da lavorare!
di Michael Mambri