Alto Calore – L’ex presidente D’Ercole: “A me fu sconsigliata la fusione tra Servizi e Patrimonio”
Avellino – “L’annunciata incorporazione dell’Alto Calore Patrimonio in Alto Calore Servizi è stata presentata come la soluzione di tutti (o quasi) i mali della società acquedottistica irpina. In proposito mi corre l’obbligo di precisare, senza alcun intendimento polemico ma esclusivamente per la difesa del mio operato, che l’adottata soluzione fu presa in considerazione anche dall’esecutivo da me presieduto ma fu scartata perché il responsabile finanziario della società, dr Gallo, rappresentò le negative conseguenze per ACS dell’accollo della notevole mole di debiti di Alto Calore Patrimonio, peraltro di difficile quantificazione perché derivanti da contenziosi in corso”. E’ quanto sostiene Francesco D’Ercole, ex presidente dell’Alto Calore Servizi.
“Per tale motivo – prosegue – fu scelta la strada della messa in liquidazione di Alto Calore Patrimonio che avrebbe prodotto gli stessi effetti positivi della incorporazione ma avrebbe evitato di accollarsi i debiti. La diversa soluzione adottata dall’attuale esecutivo lascia presumere che la situazione debitoria della Patrimonio sia stata azzerata (come ciò sia stato possibile rimane misterioso, dal momento che la società non ha entrate finanziarie) anche perché ad indirizzare la scelta attuale sembra essere stato lo stesso responsabile finanziario che l’aveva sconsigliata a me. D’altra parte, il consolidamento patrimoniale di ACS con l’acquisizione della società Patrimonio è limitato all’immobile di corso Europa (il restante patrimonio è costituito dalle reti idriche la cui proprietà appartiene ai comuni e alla regione) per il quale avevo già avviato la procedura di incameramento a saldo del credito che ACS vantava nei confronti di Alto Calore Patrimonio”, conclude D’Ercole.