Bonito – Valerio Massimo Miletti scrive un libro sulla famiglia Cassitto

valerio milettiBonito – Il 48enne bonitese Valerio Massimo Miletti non è nuovo alla pubblicazione di libri a carattere locale. Infatti, già nel 2010, ha curato con Emanuele Grieco il testo: “Alla ricerca delle cose perdute: Gaetano Di Vito, una vita, un museo… Bonito ritrovata” , presentato dal bisaccese “paesologo” Franco Arminio ed edito da “Delta 3″ di Grottaminarda. L’anno dopo Miletti, sempre con Grieco, ha curato il testo: “Il calice e la penna: don Carlo Graziano, 1961 – 7 maggio – 2011: 50 anni di sacerdozio e di studi in una raccolta di immagini e di scritti scelti” presentato dall’ex vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia Giovanni D’Alise.

A giorni uscirà un suo nuovo libro, che sarà pubblicato dalle Edizioni Realtà Sannita di Benevento. E’ la storia dei Cassitto, un’illustre famiglia meridionale, presente nel Regno di Napoli ufficialmente dal 1580 e poi presente in Capitanata, nel Principato Ultra e a Napoli.

Miletti ci ha spiegato il perché della scelta di raccontare questa storia: “E’ stata scritta a quattro mani con un parente, anch’egli discendente dei Cassitto, Andrea Jelardi. In effetti la parentela è lontana. La mia trisavola, Carolina Cassitto, era sorella della sua trisavola Amalia. Ma ci piace considerarci cugini anche perché abbiamo scoperto di avere le stesse passioni per la storia familiare, la storia locale e per le tradizioni. L’idea di una pubblicazione sulla famiglia è nata in maniera spontanea e quasi naturale. Tra le nostre due famiglie possedevamo già diverse notizie, documenti e foto d’epoca. Quindi, il metterle insieme, ci ha già posto a metà dell’opera. Le ricerche si sono svolte anche ed ovviamente presso gli Archivi di Stato, le Biblioteche e gli Archivi comunali e abbiamo ritenuto importante far conoscere la storia dei Cassitto perché è stata una storia variegata, poliedrica e dalle mille sfaccettature, con tanti personaggi che hanno dato molto in svariati ambiti: culturale, religioso, archeologico ed economico”.

“Andrea Jelardi lo conoscevo di nome, essendo già un giornalista ed uno scrittore abbastanza noto- aggiunge Miletti – Poi, poco più di tre anni fa, è venuto a Bonito per fotografare il quadro del nostro comune antenato Federico Cassitto, posto, dopo il restauro, nella Sala consiliare del Comune. Ha conosciuto l’attuale assessore alla Cultura, David Ardito, che mi ha messo in contatto con lui. Sono stato a trovarlo dopo qualche settimana nel suo paese di origine, San Marco dei Cavoti, venendo ricevuto nel suo imponente palazzo di famiglia posto nella piazza principale del paese. Abbiamo subito simpatizzato e ci siamo scambiate le reciproche notizie sulla famiglia di comuni antenati e, dopo poco, è nata l’idea di realizzare la pubblicazione che vedrà la luce tra pochi giorni ed il cui titolo sarà:  I Cassitto – Storia di un’illustre famiglia meridionale tra Capitanata, Principato Ultra e Napoli“.

Il libro conterà 280 pagine, divise in sette capitoli oltre all’Appendice e alle Fonti e Bibliografia.

“Credo che sia importante che le giovani generazioni capiscano che la cultura è un valore importantissimo, da non sottovalutare - sottolinea Miletti - e che i Cassitto più che fregiarsi dei titoli onorifici di cui avrebbero potuto, a pieno titolo, fecero valere le loro doti culturali, studiando, pubblicando, scrivendo poesie ed impegnandosi in tutti i campi sociali e culturali, come detto poc’anzi. E poi magari non servirà a nulla, ma sarà una curiosità scoprire che l’attuale Villa comunale di Avellino è in gran parte il primo esperimento di Orto botanico, risalente alla prima metà dell’800, voluto da Federico Cassitto; o che sempre Federico fu fondatore  e segretario perpetuo della Società Economica del Principato Ultra, antesignana dell’attuale Camera di Commercio. O ancora, che dobbiamo al padre domenicano Luigi Vincenzo la traslazione da Roma dei corpi dei Santi martiri Crescenzo e Benigno, il primo custodito a Bonito e l’altro a Taurasi. Gli esempi potrebbero continuare, ma lascio alla lettura diretta del testo, la curiosità di scoprire tutte le motivazioni che abbiamo ritenute valide”.

Molte persone oggi non si soffermano a conoscere il passato. Ma, se lo facessero, conoscerebbero meglio il presente. Cosa fare per far comprendere il valore fondamentale della cultura per il miglioramento sociale? Miletti prova a rispondere così:

“Indubbiamente oggi si dà alla cultura un valore piuttosto relativo. I ragazzi leggono poco, almeno la maggior parte, e siamo in un’era in cui gli studi e le ricerche si fanno su internet. Ma il valore della lettura, ad esempio, è importantissimo. Aiuta a scrivere bene, apre la mente e ci fa viaggiare anche stando seduti. Senza cultura non si va da nessuna parte e finché non lo capiranno i nostri amministratori, a tutti i livelli, resteremo sempre indietro. Non a caso l’Italia è il fanalino di coda nella lettura dei quotidiani, nell’acquisto di libri. E quando ci sono tagli da fare, i primi che vengono in mente sono quelli ai teatri, ai musei, alle biblioteche, alle associazioni culturali. E’ un atteggiamento che bisognerà assolutamente cambiare, per il nostro bene e soprattutto per il bene delle future generazioni”.