“Tracce nella moda dell’età protostorica”, sabato il convegno a Bisaccia

principessa2Bisaccia - Sabato 5 aprile 2014 alle ore 18.00 nel Castello Ducale di Bisaccia si svolgerà il convegno “Neolithic dissololution. Tracce nella moda dell’età protostorica. Indagine sull’abbigliamento della Principessa di Bisaccia. Lecture”. L’evento, organizzato dal Museo Archeologico e dal Comune di Bisaccia in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici delle province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, è stato ideato dal FA.RE Fashion Research Lab della Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN). Interverrano, per condividere un percorso di valorizzazione dell’esistente prospettando orizzonti progettuali innovativi ben radicati nei territori d’origine, Salvatore Frullone (Sindaco di Bisaccia), Pasquale Gallicchio (consigliere delegato al Castello Ducale), Maria Fariello (Soprintendenza Beni Archeologici di Salerno), Giampiero Galasso (direttore scientifico del Museo Archeologico), Gabriella Fiorillo (storico dell’arte e restauratore del costume antico), Maria Antonietta Sbordone (Design per la moda; Seconda Università di Napoli), Alessandra Maglioli e Gennaro Velotti (dottori in design per la moda, autori dello studio “Sacra dissolution”).

L’incontro – spiega la prof.ssa Sbordone, coordinatore per la Seconda Università di Napoli del Fashion Research Lab – ha lo scopo di diffondere un patrimonio locale di importanza strategica per lo sviluppo della conoscenza in ambiti scientifici, formativi e produttivi. La scoperta archeologica con tutto il corredo funebre del VII secolo a.C. della Tomba 66, la cosiddetta “Principessa di Bisaccia”, diventa il pretesto per indagare in età protostorica su quali erano i riti, la simbologia e le tecniche per realizzare abiti e il significato simbolico che rivestivano nella comunità del tempo. I giacimenti culturali della nostra Regione sono stati indagati, studiati e nel confronto internazionale, risultano estremamente ricchi e ben conservati. La necessità di comunicare l’esistenza dei piccolo musei con le loro collezioni e di integrarli in rete è più che mai necessaria. Dall’incontro scaturiranno ipotesi progettuali utili ad una rilettura del patrimonio archeologico regionale in un’ottica reinterpretativa che sostanzia il percorso di tanti giovani creativi nel settore fashion driven”.

Il sindaco di Bisaccia Salvatore Frullone afferma: “Abbiamo lavorato in questi anni con grande dedizione trovando sempre la collaborazione fattiva di molti in particolare della Soprintendenza. Il museo è una realtà ormai affermata che ci sta dando molte soddisfazioni tanto da diventare una delle realtà museali più importanti del Mezzogiorno. In tutti questi anni abbiamo investito molto sulla cultura e il museo è stato il nostro punto di partenza insieme al castello ducale. Proprio per valorizzare questi due elementi di eccellenza partiranno due progetti interessanti uno dei quali prevede una spesa per il castello ducale di oltre 400mila euro”.

Pasquale Gallicchio consigliere comunale con delega al museo e al castello ducale dichiara: “Ho lavorato con grande passione e concretezza. Per il museo abbiamo ottenuto molto. Voglio ricordare il riconoscimento regionale che ci ha dato modo di accedere alle possibilità di finanziamento. L’arredo della sala didattica con soldi del bilancio comunale con il conseguente restauro di circa trecento reperti e la produzione di un video. Ma non posso dimenticare il lavoro prezioso fatto con la Soprintendenza e il direttore del Museo Giampiero Galasso per riportare a Bisaccia gli otre 4mila reperti degli scavi archeologici di Bisaccia rientrati dai diversi depositi seminati tra Avellino, Salerno e Pontecagnano. Ultimo lavoro su cui abbiamo iniziato a lavorare è la ricostruzione del vestito della Principessa di Bisaccia. Ecco il motivo anche dell’iniziativa del 5 aprile dove c’è da registrare la disponibilità di essere parte attiva del progetto di una bravissima artigiana di Bisaccia, Sandra Luongo. Come si vede il lavoro per valorizzare Bisaccia, il museo, il castello e tutto il patrimonio non si è mai fermato”.

La tomba della “principessa” – spiega il direttore del museo Galasso, è ricostruita in scala 1:1 nella II sala del Museo –, e risale al II quarto del VII sec. a.C. Rivestita all’interno da ciottoli e pietre, aveva un lastrone di pietra bianca sulla copertura che era stato eretto in funzione di segnacolo (sèma), mentre già l’ampio recinto di grossi massi, che creava intorno ad essa un limite ben preciso, indicava la presenza all’interno di una personaggio di rango. La giovanissima donna qui sepolta doveva appartenere ad un gruppo sociale dotato di un potere che sopravviveva oltre la morte del singolo e il suo ricordo rimaneva negli anni: rilevante il corredo funebre, con prodotti di bronzo di notevole pregio, importati dall’area etrusca, e soprattutto il suo vestito, unico in Italia, complesso e appari­scente, rivestito da circa 3000 bottoni e bottoncini di bronzo, preziose fibule di bronzo e di ferro rivestite d’ambra e d’osso, mentre ai polsi erano 51 bracciali di bronzo”.