Avellino saluta d’Errico – Il parroco: “non ostentava la fede, ma la testimoniava”

Giuseppe d'ErricoAvellino –  Si sono svolti ieri pomeriggio, alle 15.30, i funerali del preside Giuseppe d’Errico, presso la chiesa francescana del Cuore Immacolato di Maria, il cui settimo ci sarà il giorno del suo onomastico, mercoledì 19 marzo alle ore 18.00.

“Giuseppe era un uomo umile - ricorda il parroco padre Roberto Luogo che ha celebrato i funerali – e decano dei ministri straordinari della Comunione della nostra parrocchia. Ci richiama fortemente a non ostentare la nostra fede, ma a testimoniarla nella vita. Ha creduto nella risurrezione sempre e la fede ha saputo aiutarlo anche nei momenti bui, come nell’ultimo periodo di malattia. Nelle sue poesie emerge la convinzione che ora è soltanto passato all’altra riva con Gesù”. La sua comunità parrocchiale, fondata 52 anni fa, lo ricorda con affetto e gratitudine. D’Errico è stato presente, infatti, al Cuore Immacolato fin dall’inizio, con il costruttore della Parrocchia, Fr. Guglielmo Miranda. Nel 2012 fu intitolata proprio una piazza al primo parroco e d’Errico ne tracciò un ricordo (http://www.youtube.com/watch?v=ttNjwN_4DXw).

Tra i vari testi che ha presentato, ha scritto anche una prefazione al libro Una Chiesa e il suo quartiere ieri e oggi, note di cronaca di 30 anni di vita (1960-1990) della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Avellino” e commentava che bisognava saper “trovare, anche solo nella storia di una parrocchia, una parte, certo non piccola e trascurabile, della propria stessa storia di uomini che solo nella fede possono trovare la ragione più vera del proprio vivere”.

Ed era del parere che “anche quando intorno a noi si serrano le tenebre del male, la Chiesa a noi si offre faro d’amore e di speranza”. 

Ha amato tutto ciò che c’è di bello dell’animo umano: la poesia, la musica, la narrativa. Ieri il preside Gesa, nel tracciarne un ricordo, ha sottolineato che con  il suo sorriso trasmetteva serenità: “Era una persona calma e anche in situazioni scolastiche problematiche non si lasciava andare al nervosismo. Gestire gli studenti non sempre è facile, ma mi disse una volta di farli sfogare in modo contenuto. Era convincente con il suo ‘secondo me, questa è la strada migliore’, ponendosi sempre in un atteggiamento di dialogo, senza imporre la sua posizione”.

 Nato nel 1932, è stato docente di lettere nelle scuole di primo e secondo grado, sia allo scientifico sia al classico. In seguito preside nei licei: ad Ariano Irpino e ad Avellino (all’Imbriani). Laureato in Lettere classiche  all’Università Federico II di Napoli (1954) , in cui vi ha poi frequentato il biennio di specializzazione in filologia moderna (gruppo romanzo), e il Corso di perfezionamento per le organizzazioni regionali europee.

Inoltre, era  diplomato dal 1953 in giornalismo presso l’Istituto Internazionale Ecomond di Roma, ed iscritto alla Siae in qualità di paroliere come autore di testi musicali e di compositore melodico non trascrittore. Dopo il pensionamento, per 25 anni, è stato animatore dell’Università della terza età e del tempo libero.

Tra le sue opere ricordiamo:  “Canti velati: poesie” (I manoscritti, Firenze 1963), “Poesie: lungo la via” (Gabrieli, Roma 1977), “Baffino” (Gabrieli, Roma 1978),  “Le avventure di un piccolo eroe: ovvero dalla favola alla vita”  (Loffredo editore, Napoli 1981), “Le poesie di Vincenzo M. Rippo: lettura critica” (Forum, Forlì 1979-1981), “Un anno di vita in un angolo di mondo: ovvero dalla vita alla favola” (Loffredo, Napoli 1985), “Le vie del tempo” (Loffredo, Napoli 1992. Reperibile presso la biblioteca comunale rionale Nunzia Festa [AV]);  “Recensione a: Angelo Flores, ‘Sogni del mattino’, Napoli, 1994”  (EDAS, Messina 1994);  ”I fuochi di sant’Andrea” (Gabrieli Editore, Roma 2001); “L’ ulivo nella sabbia, ovvero la ricerca di una identità: studi sull’opera di Dante Troisi, lettura critica” (Delta 3, Grottaminarda 2009); “Il mio torrente e altri racconti”  (Global press Italia, Terni 2010);  “Il piccolo Benito, un deportato” (Global Press Italia, Terni 2010);  “Versi di ieri e di oggi” (Per caso sulla Piazzetta, Avellino 2011); “Ombre nella nebbia: dramma in tre atti” (Il Convivio, Castiglione di Sicilia 2013).

Nella Biblioteca Dante Troisi del Liceo Classico Statale Pietro Colletta (AV) troviamo: “Storia e verità dell’essere e del non essere” di Bruno Sepe, saggi critici raccolti e ordinati da Giuseppe d’Errico e Alfonso Rocco (Jacelli, Avellino 1975). Ha, inoltre, curato la postfazione di “Alle soglie della nuova vita” scritto da Rosaria Giuseppina Capuano nel 2004.

Sperando di non sbagliare, dato che c’è un omonimo nato ad Avellino nel 1929 e morto nel 1989, segnaliamo: Suggestioni musicali nel 2. del Purgatorio / M. Aufiero . Cinque liriche di poeti soldati / G. d’Errico . L’opera o la disfatta della musica (Sabatia, Avellino 1982); “La poesia di Silvano Demarchi attraverso la critica” (Clessidra, Padova 1983).

Tra le sue opere musicali: compositore Giuseppe Giacomantonio e librettista G. d’Errico: “Avellinesina: ritmo allegro per pianoforte conduttore, violino/fisa, strumenti in sib, strumenti in mib, basso chitarra” (Cosenza, Ed. Mus. Fossel, 1960); “Fiabe del focolare” / Marco Pietrzela, testi di G. d’Errico, revisione chitarristica di G. Tampalini e M. Piombetti; “Nevina”: (fiaba) per chitarre, strumenti in Do (flauto o violino) e pianoforte a 4 mani / musiche di M. Pietrzela, testi di G. d’Errico.

Ieri è stato eseguito alla fine della Messa un suo brano del 2005: “Ave Maria : per voce, flauto o violino e pianoforte o organo”. Tra l’altro era presente in Chiesa il Prof. Fausto Baldassarre, dato che il preside ha presentato il suo testo “Caro Francesco” (Mephite, Atripalda 2013).