Udc – Cesa riconfermato segretario grazie al sostegno di De Mita

Lorenzo Cesa è stato confermato a tarda notte segretario dell’Udc, dopo un testa a testa notturno con lo sfidante Giampiero D’Alia. Il segretario Udc vince al fotofinish (438 voti contro 431) la sfida interna al partito e batte Gianpiero D’Alia, candidato sostenuto non ufficialmente da Pierferdinando Casini.

DE-MITA-CESADa un lato era infatti schierato il segretario uscente Cesa, 62 anni, che aveva accettato la proposta di una nuova candidatura nell’ambito di una linea incentrata sul Partito popolare europeo (e pazienza se nel condominio Ppe c’è anche Silvio Berlusconi) ma con un’apertura verso una squadra più giovane e un rinnovamento della struttura di governo del partito.

Dall’altro lato D’Alia, classe ’66, uomo forte del partito in Sicilia che ha appena lasciato il ruolo di ministro della Pa e che puntava su una linea di netta rottura con l’apparato e i “vecchi riti” in favore di un ricambio sia politico, sia generazionale. Dopo che sono saltate tutte le prove d’intesa, il congresso dell’Udc all’auditorium della Conciliazione a Roma ieri ha visto votare i delegati per scegliere tra due uomini “forti” il nuovo leader dell’Udc.

L’esito del confronto fino alla fine era dato tutt’altro che scontato. Un intervento critico di un cavallo di razza come Ciriaco De Mita avrebbe costretto il leader storico Pier Ferdinando Casini a schierarsi dalla parte di D’Alia. La strategia del leader di Nusco è conservare l’autonomia dello scudocrociato rispetto ad eventuali annessioni al progetto forzista di Berlusconi. Una linea di dialogo nell’ambito del Ppe, in primis con i Popolari di Mauro e il Nuovo Centrodesra di Alfano, ma senza cedere alla tentazione di Forza Italia.

Il vincitore, sembra comunque chiaro, dovrà archiviare la vocazione terzopolista: se da una parte c’è il Pse e dall’altra il Ppe, la collocazione in quest’ultimo è fuori discussione, che vi sia o meno Berlusconi. Dunque, Cesa rimane alla guida del partito grazie al sostegno di Ciriaco De Mita che ha ancora la forza intellettuale di orientare le scelte della politica nazionale.