Lotta al cinipide – Della Porta (ACC): “Nel 2017 il rientro dell’emergenza”
Avellino – “Sconfiggere il cinipide è possibile è solo questione di tempo” A sostenerlo Davide Della Porta dell’Associazione Castanicoltori Campani nel corso della presentazione del convegno di venerdì prossimo a Montella nel corso del quale verranno esposti i risultati del progetto di ricerca ”OPTYMUS” finanziato dalla Regione Campania con i fondi PSR 2006-2013.
“Non è possibile far sparire il cinipide dalle nostre piante – spiega Della Porta – ma è possibile mantenerlo sotto la soglia del danno. Non serve distruggere il cinipide con armi chimiche che non porterebbero a nessun risultato bensì è possibile puntare sulla lotta biologica, con questi innesti di Torymus sinensis, che è l’unico strumento economicamente ed ambientalmente sostenibile sperando di uscire dall’emergenza già dal 2017“.
Il progetto, che ha visto la partecipazione di massimi esperti nel settore tra cui il Prof. Emilio Guerrieri dell’IPP-CNR (Istituto per la Protezione delle Piante –Consiglio Nazionale Delle Ricerche), il DISAFA Università di Torino con il Prof. Alma Alberto, la Oasis srl centro ricerche di Avellino, la Cooperativa Agricola Castagne di Montella, la Coopertiva agricola Acerno Frutta , la INGINO SPA azienda di trasformazione, mira all’uscita dall’emergenza cinipide che ha colpito i nostri territori in questi anni attraverso l’ottimizzazione del sistema di produzione del Torymus sinensis, l’insetto antagonista del Cinipide Galligeno direttamente in Campania attraverso la costituzione di 26 biofabbriche, 13 solo ad Avellino, le restanti sparse tra Caserta e Salerno.
Il primo innesto di coppie di Torymus sinensis si è avuto nel 2009 ma non è andato a buon fine in quanto non era ancora acclimatato ma dal 2010 gli innesti stanno dando segnali positivi e l’anno scorso sono state impiantate 40 mila coppie di Torymus.
Il cinipide nel corso di un decennio dalla sua comparsa è stato in grado di far crollare il PIL di oltre 50 milioni di euro portando per la prima volta ad un consumo pari al 60% di castagne importate da paesi esteri come Spagna, Turchia, Portogallo e Penisola Balcanica: “aspettiamo che la politica utilizzi questi fondi per ammortizzare queste perdite e che nelle misure PSR 2014-2020 si prevedano nuovamente incentivi mirati per evitare l’abbandono delle imprese“.
Questo crollo di produzione di castagne, ovviamente non è dovuto esclusivamente al cinipide ma anche ad altri fattori come il grande caldo che ha caratterizzato l’estate 2012 e la comparsa di altri insetti che, a differenza del cinipide, colpiscono direttamente il frutto.
“Speriamo – conclude Della Porta – che il 2013 resti l’unico anno nero per la castanicultura e che già da quest’anno si possa riscontrare una controtendenza che porti un ritorno alla normalità. In modo tale da passare dall’emergenza al contollo”.