Incontro Papa con fidanzati. Presente anche diocesi di Avellino
Città del Vaticano - Anche tre pullman sono partiti dalla diocesi di Avellino per incontrare, ieri, Papa Francesco. L’ Ufficio diocesano Famiglia e Vita ha permesso così a numerose coppie irpine che stanno per sposarsi di ascoltare parole di incoraggiamento. In tutto c’erano oltre 25 mila partecipanti in piazza San Pietro, provenienti da circa 30 Paesi (tra cui Francia, Slovenia, Slovacchia, Stati Uniti, Messico). Dopo una mattinata di canti, poesie, testimonianze di coppie sposate o prossime al matrimonio, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del dicastero per la Famiglia, ha accolto il Papa in piazza, sottolinando la necessità di mettere la famiglia al centro della vita culturale, della vita politica ed economica, ma anche di quella ecclesiale. Nonostante siano tempi di crisi, la presenza di tutti questi fidanzati ha reso concreto lo slogan dell’incontro: la gioia del sì per sempre!
Tra le riflessioni del Papa, che ha risposto alle domande di 3 coppie di fidanzati, ne ricordiamo alcune. Sulla paura del per sempre ha detto: “cosa intendiamo per amore? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita”. Poi ha aggiunto: “Per favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla cultura del provvisorio che oggi ci invade tutti. Questo non va! Dunque come si cura questa paura del per sempre? Si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi – passi piccoli, passi di crescita comune – fatto di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede. Perché, cari fidanzati, il per sempre non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”. Infine ha chiarito su queso punto: “Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore. Nella preghiera del Padre Nostro noi diciamo: Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Gli sposi possono imparare a pregare anche così: Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano, perché l’amore quotidiano degli sposi è il pane, il vero pane dell’anima, quello che li sostiene per andare avanti. Questa è la preghiera dei fidanzati e degli sposi. Insegnaci ad amarci, a volerci bene! Più vi affiderete a Lui, più il vostro amore sarà per sempre, capace di rinnovarsi, e vincerà ogni difficoltà”.
La seconda domanda riguardava lo stile della vita matrimoniale. Francesco ha detto: “Vivere insieme è un’arte, un cammino paziente, bello e affascinante. Non finisce quando vi siete conquistati l’un l’altro… Anzi, è proprio allora che inizia! Questo cammino di ogni giorno ha delle regole che si possono riassumere in queste tre parole che ho ripetuto tante volte alle famiglie: permesso/posso, grazie, e scusa. La cortesia conserva l’amore. E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia. E questo può incominciare a casa. Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, e ai doni di Dio si dice grazie! E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa. Forse non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola: scusa. In genere ciascuno di noi è pronto ad accusare l’altro e a giustificare se stesso. Accusare l’altro per non dire perdono. E’ una storia vecchia! E’ un istinto che sta all’origine di tanti disastri. Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa: se oggi ho alzato la voce, se sono passato senza salutare, se ho fatto tardi, se questa settimana sono stato così silenzioso, se ho parlato troppo senza ascoltare mai, se mi sono dimenticato, se ero arrabbiato e me la sono presa con te… Tanti scusa al giorno noi possiamo dire. Anche così cresce una famiglia cristiana. Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa”.
Infine l’ultima domanda era sullo stile della celebrazione del Matrimonio: “ciò che renderà pieno e profondamente vero il vostro matrimonio sarà la presenza del Signore che si rivela e dona la sua grazia. È la sua presenza che offre il vino buono, è Lui il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente. Che sia una belle festa, ma con Gesù! Al tempo stesso, però, è bene che il vostro matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati dei segni esteriori, del banchetto, delle fotografie, dei vestiti e dei fiori… Sono cose importanti in una festa, ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo della vostra gioia: la benedizione del Signore sul vostro amore. Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un lavoro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità, come uomo e come donna. E questo si fa tra voi. Questo si chiama crescere insieme. Questo non viene dall’aria! Il Signore lo benedice, ma viene dalla vostre mani, dai vostri atteggiamenti, dal modo di vivere, dal modo di amarvi. Sempre fare in modo che l’altro cresca. Lavorare per questo”.