A un anno dall’incendio, pubblichiamo la Carta degli Intenti del Comitato per l’Eliseo

eliseoQuesta sera alle 18.00, ad un anno esatto dall’incendio che ne ha devastato la sala proiezioni, ci sarà un appuntamento all’Ex Cinema Eliseo per dimostrare di volersi prendere cura della struttura.

Il Comitato per l’Eliseo nasce il 3 gennaio 2013, all’indomani dell’incendio doloso che aveva coinvolto la sala cinematografica dell’ex Gil e che tanto sconcerto e indignazione aveva determinato in città anche alla luce dell’incuria dell’Amministrazione Comunale la quale, non completando l’opera, aveva di fatto abbandonato al degrado un luogo di grande valore storico e culturale.

Abbiamo capito in quel momento che non potevamo limitarci a denunciare, come da decenni era accaduto riguardo al complesso Eliseo – edificio ormai simbolo delle rivendicazioni culturali cittadine – e abbiamo deciso di prenderci cura in prima persona del bene comune Eliseo e del progetto culturale ad esso legato.

Vogliamo restituire l’Eliseo alla città perché diventi da subito La Casa della Cultura, in particolar modo della cultura cinematografica, così come affermato nel bando di gara pubblicato nel 2003 dal Comune di Avellino ed all’interno del “Progetto Integrato della Città di Avellino” (PICA), strumento mediante il quale l’Unione Europea ha stanziato euro 3.072.919 in favore della regione Campania ed euro 542.280 in favore del Comune di Avellino per il restauro e il riuso dell’ex Gil ed euro 1.198.500,00 (euro 1.018.725 in favore della Regione ed euro 179.775 in favore del Comune) per il suo acquisto.

Premessa l’impossibilità di venire a capo delle ragioni della mancata riapertura della struttura nonostante gli ingenti fondi pubblici a tal fine destinati, impossibilità causata dall’indisponibilità della documentazione amministrativa attinente al bene, più volte chiesta in visione presso i competenti uffici comunali, ma sempre negata in maniera più o meno motivata, l’attività del Comitato ha immediatamente seguito una duplice linea di azione: da un lato si è intrapreso un iter burocratico che ha indotto i dirigenti dell’ufficio tecnico comunale ad annullare due atti emanati in precedenza. Si trattava di due verbali di consegna intercorsi tra il Comune e le due ditte appaltatrici dei lavori del garage sottostante al piazzale dell’ex Gil, aventi ad oggetto il locale denominato caffetteria, il quale era stato illegittimamente destinato all’alloggio dei servizi igienici necessari all’apertura stessa del garage. I due verbali sono stati dichiarati illegittimi, e conseguentemente annullati, per la più volte segnalata assenza del collaudo statico della caffetteria, intervenuto solo due anni dopo tale atto di asservimento.

In secondo luogo, ci si è fatti carico della struttura svolgendovi tutte le attività necessarie a rivitalizzare i suoi spazi esterni, come la sbiancatura dei marmi dalle scritte vandaliche che li avevano segnati, il reinnesto di fiori e piante all’interno delle fioriere e sulle aiuole, la rimozione delle molteplici varietà di rifiuti che avevano ormai invaso l’intero piazzale (come siringhe, cocci di bottiglie, preservativi e quant’altro). Tutto ciò ha contribuito in modo notevole alla liberazione di quegli spazi dall’illegalità e dal vandalismo che li avevano afflitti negli ultimi anni, nonché all’avvio di un percorso di riappropriazione dell’ex Eliseo da parte della città di Avellino che, attraverso piccoli ma significativi gesti, ha ricominciato a prendersene cura cautelandolo dalla incuria delle istituzioni.

Tutto ciò ha rappresentato solo il momento iniziale dell’impegno a favore dell’ex Cinema Eliseo, struttura che deve necessariamente essere riaperta in modo da offrire il proprio essenziale contributo alla emancipazione culturale e sociale dell’intera comunità irpina.

 

#Principi fondanti

Due sono i presupposti, non negoziabili, che poniamo alla base delle nostre istanze:

  • La cultura e i luoghi in cui essa si esprime sono un bene comune

Con una pronuncia senza precedenti (la sentenza n. 3665 del 14 febbraio 2011), le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno introdotto all’interno del panorama giuridico nazionale il concetto dei beni comuni, intesi come beni che indipendentemente da una preventiva individuazione da parte del legislatore, per loro intrinseca natura o finalizzazione, risultino funzionali al perseguimento e al soddisfacimento degli interessi della collettività e che devono ritenersi «comuni», prescindendo dal titolo di proprietà.

Rappresentano beni comuni l’acqua, l’ambiente, la conoscenza, le bellezze naturalistiche, i luoghi di promozione della cultura, la cultura stessa: beni indisponibili per il mercato, che vanno salvaguardati affinché possano essere fruiti anche da parte delle future generazioni.

  • Un bene comune, in quanto proprietà collettiva, non può rimanere chiuso.

Anche ad Avellino la cultura deve essere considerata diritto primario dei cittadini, proprio come le risorse naturali: l’acqua, la terra, il paesaggio.

Tale Diritto abbraccia anche un luogo destinato alla produzione culturale come l’Eliseo – Casa del Cinema.

Pertanto, l’obiettivo è l’apertura al pubblico della La Casa della Cultura, nel rispetto delle finalità previste dal finanziamento europeo.

 

#Modello di Gestione dei Beni Comuni della Città

Chiediamo dunque che si renda noto ed accessibile il numero, la destinazione d’uso ed eventuali vincoli di tutti gli spazi di proprietà comunale, al fine di aprirli e renderli fruibili. Il modello di gestione che proponiamo prevede che il Comune si doti di un regolamento che disciplini l’assegnazione di tali luoghi e delle relative risorse economiche destinate alla cultura, prevedendo il costante monitoraggio di tutte le attività finanziate.

In relazione alle modalità con cui i beni comuni vengono amministrati, vi sono numerosi esempi concreti saliti agli onori della cronaca nazionale per la loro gestione efficiente e redditizia, oltre che partecipata e trasparente.

Ad esempio l’ex Asilo Filangeri, struttura che sorge nel cuore del centro storico di Napoli, destinato per volontà dell’amministrazione allo svolgimento “di percorsi, processi culturali, incontri, convegni, manifestazioni ed altre espressioni artistico-culturali” che, mediante un disciplinare condiviso e partecipato, funge da “indispensabile strumento per il riconoscimento della cultura come bene comune, da realizzare in maniera condivisa e partecipata tra le pubbliche istituzioni, la comunità di riferimento, la collettività locale e la cittadinanza attiva, nonché come elemento di rivitalizzazione del territorio, nell’ambito di un processo di sviluppo sociale e culturale della città” (delibera della Giunta comunale di Napoli del 24.05.2012).

La struttura è gestita con il meccanismo degli usi civici, dai soggetti appena indicati, con modalità assembleare e la regolarità formale dei momenti decisionali è garantita dalla presenza di un dipendente comunale che la comprova. Ma la stessa città di Napoli si è spinta oltre in materia di beni comuni, prevedendoli a livello normativo all’interno dello Statuto comunale, introducendo uno specifico assessorato ai beni comuni, trasformando l’Arin, società municipalizzata di gestione dell’acqua, in azienda speciale.

 

#Modello di Gestione della Casa della Cultura e contenuti

Vogliamo praticare con quanti vorranno esserci una gestione della struttura capace di favorire la partecipazione e la creatività, investendo sulla soggettività di ognuno e sul collettivo tutto, come stiamo già sperimentando dalla costituzione del Comitato ad oggi. Condivisione, contaminazione e sinergia con altre realtà cittadine sono una risorsa imprescindibile per una struttura che deve fare della cultura, in ogni forma e declinazione, il suo centro. Ribadiamo che la vocazione dell’Eliseo è quella di luogo aperto e poliedrico; un luogo che deve essere messo in condizione di poter creare e ospitare ogni forma d’arte, che va messo a disposizione di progetti culturali nuovi o già esistenti, in modo da creare una reale sinergia sul territorio.

Per questo, la gestione del Bene Comune Eliseo non può essere affidata ad “operatori economici privati” che abbiano come unico fine il lucro, come invece si evince dalle linee guida votate dal precedente consiglio comunale (Deliberazione C.C. 80/2011).

Nello specifico per l’Eliseo, la struttura – così come indica il finanziamento europeo – ha vocazione pubblica e sulla base di questa vocazione ha ottenuto fondi e attenzione internazionale. Il progetto sponsorizzato dall’Europa è prioritariamente finalizzato al ripristino della sala cinematografica e all’utilizzo dell’Archivio Camillo Marino e della biblioteca Stiso e, in generale, è previsto che l’attività della Casa del Cinema debba muoversi su tre vettori, nessuno dei quali può essere soppresso: fruizione, formazione e produzione.

Tra i molti progetti che potrebbero fare da perno alle attività dell’Eliseo, proponiamo di cominciare con l’inserimento della struttura in un circuito artistico Indipendente che vada a fare rete con – tra gli altri – il Teatro Valle di Roma, il Teatro Garibaldi di Palermo, il Pinelli di Messina, l’ex Asilo Filangieri di Napoli, l’Ex Cinema Palazzo di Roma, il Colorificio di Pisa, il Macao di Milano… Così da offrire agli artisti indipendenti la possibilità di circuitare su tutto il territorio nazionale. Il circuito – già sollecitato dal lavoro del Comitato – ha solo bisogno di essere attivato. In questo modo, la città avrebbe l’opportunità di uscire dal provincialismo e si troverebbe di nuovo al centro di un progetto artistico di ampio respiro. Seguendo il medesimo principio, la struttura deve trovare una sua vocazione specifica, in modo da diventare un unicum sul territorio nazionale. Questa vocazione potrebbe esprimersi in un festival – parallelo al Laceno D’Oro – che sappia connettersi con realtà nazionali e internazionali e che racconti – da un lato – il legame tra gli uomini e le terre (a questo proposito, ad esempio, esiste una possibilità di partnership con il Festival dei Popoli) e – dall’altro – il legame tra gli uomini e le avanguardie tecnologiche.

Nella medesima direzione si muove la proposta di realizzare un piccolo centro di produzione cinematografica che utilizzi gli spazi interni ed esterni della struttura; un centro che offra opportunità di alta formazione e che metta a disposizione dei cineasti una sala montaggio, una sala animazione 3D, un piccolo teatro di posa all’aperto e attrezzature cinematografiche professionali. Inoltre, la struttura potrebbe essere attrezzata per ospitare una sala prove, una camera oscura e un piccolo studio d’incisione.

Tutto sarebbe a disposizione di tutti, previo pagamento di quote accessibili che garantiscano a chiunque l’opportunità di fare arte al meglio delle sue possibilità, e assicurino alla struttura i mezzi per auto sostenersi.

Per far sì che quanto rappresentato si ponga su un piano d’eccellenza europea, saranno potenziati i collegamenti già attivati con la scuola Holden di Torino, l’Università di Salerno, l’Orientale di Napoli, la Mediateca Marte di Cava dei Tirreni, la Cineteca di Bologna e con tutti i partner che si mostreranno interessati al progetto.

La gestione si avvarrà, inoltre, di più introiti: quello derivante dalla vendita di biglietti; quello derivante dall’affitto delle attrezzature e delle sale; quello derivante dalla gestione della caffetteria e del bar interno; i finanziamenti diretti del comune; il sostegno dei cittadini attraverso l’azionariato popolare; i finanziamenti provenienti da bandi nazionali ed europei.

 

#Prospettive

Con la riapertura dell’Eliseo e l’utilizzo di modalità simili, orientare a vivificare altri luoghi abbandonati della città, dimostreremo che la Cultura non è improduttiva; che può essere industria che genera occupazione e ricchezza, materiale e non; un’industria capace di dare risposte alla disoccupazione.

Vogliamo che la cultura e la produzione di cultura diventino il perno della ricostruzione di una specifica l’identità sociale ed economica. Vogliamo che Avellino riparta da qui.

Per maggiori informazioni si veda il sito: http://lucesulleliseoavellino.wordpress.com/