Consiglio Comunale (Av) – Debiti fuori bilancio e documento di 5 dissidenti

comune di avellino 1Oggi il Consiglio Comunale, alla presenza di numerosi cittadini (anche giovani), è iniziato intorno alle 18.00.  All’ordine del giorno l’approvazione di circa 180 debiti fuori bilancio.

I debiti fuori bilancio sono debiti assunti da un Comune oltre gli stanziamenti previsti dal bilancio di previsione. Debiti, dunque, contratti senza deliberazione e oltre il limite di spesa autorizzato. L’articolo 194 del T.U.E.L. stabilisce che i debiti fuori bilancio possono derivare: 1)  da sentenze esecutive con le quali i Comuni sono stati condannati al pagamento di una somma di denaro; 2) dalla copertura di disavanzi di consorzi, aziende speciali e istituzioni; 3) dalla ricapitalizzazione di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali; 4) da procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità; 5) dall’acquisizione di beni e servizi, nei limiti di utilità ed arricchimento per l’ente, nell’ambito dell’espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza. Quindi, è legittimo sanare i debiti fuori bilancio purché l’ente che li ha contratti ne abbia tratto una qualche utilità o arricchimento. I debiti fuori bilancio “buoni” sono quelli accumulati da un Comune per finanziare opere o servizi di pubblica utilità. Quelli “cattivi” sono quelli che vengono a crearsi in seguito a una gestione finanziaria inadeguata protrattasi nel tempo. Un esempio buono: in un emergenza neve può capitare che il Comune debba sostenere spese molto più alte di quelle previste da un piano neve tarato su nevicate “normali”. Esempi cattivi, invece, sono  comportamenti e gestioni poco trasparenti che causano debiti. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio spetta al Consiglio Comunale, che ha l’obbligo di trasmettere gli atti di riconoscimento della legittimità dei debiti alla competente Procura regionale della Corte dei Conti (che accerterà che non vi siano eventuali danni patrimoniali o responsabilità nel caso in cui il riconoscimento sia avvenuto al di fuori delle ipotesi previste dalla legge). In genere i debiti vengono portati al pareggio con un piano di rateizzazione della durata di tre anni (piano da concordare con i creditori).

La seduta odierna si è aperta con la lettura di un documento firmato dai consiglieri G. Giacobbe, G. Negrone, A. Genovese, L. Petitto e G. Festa che hanno spiegato le ragioni della loro assenza nella seduta di Consiglio dello scorso 19 dicembre riconducibili alla non condivisione di alcune scelte amministrative e di alcuni metodi ed atteggiamenti che, a loro dire, non possono essere tenuti nei confronti dei consiglieri di maggioranza e dell’intera assise comunale. Un documento che ha suscitato la presa di posizione del capogruppo del Pd Ida Grella e dei capigruppo che sostengono la maggioranza che ancora una volta hanno espresso il loro pieno sostegno all’Amministrazione. Diverso l’atteggiamento dell’opposizione che ha chiesto al Sindaco una presa d’atto delle difficoltà interne alla maggioranza. La replica del primo cittadino non si è fatta attendere: Foti ha ribadito di voler rispettare fino alla fine il mandato che gli è stato dato dagli elettori cercando di risolvere, con il contributo di tutti, i problemi della città, agendo nel solo interesse dei cittadini avellinesi.

Erano presenti in aula alcuni membri del “Comitato per l’Eliseo” poiché è stato approvato il debito relativo al contenzioso tra Comune di Avellino e ditta appaltatrice dell’Ex Gil. Caterina Barra, assessore ai Lavori Pubblici, parlando della ditta Moccia, ha spiegato che il pagamento dei lavori dovrebbe chiudersi nel 2015.

Il 2013 finisce, ma il 2014 inizierà tenendo conto del documento dei dissidenti PD. Eccone la parte conclusiva: “Noi non abbandoniamo la nave anche se versa in cattive acque. Avellino e gli avellinesi ci hanno consegnato un mandato specifico, quello di governarli nell’interesse di tutti e noi, responsabilmente, onoreremo questo mandato, senza fare sconti dinanzi ad atti di arroganza, presunzione o prevaricazione politica o amministrativa di chicchessia, certi di dover rispondere, prima di tutti, alla nostra coscienza e ad una comunità che ci ha eletti per rappresentarla. Noi abbiamo il dovere di contribuire insieme a tutti i nostri colleghi a dare una svolta ad una situazione amministrativa che si sta facendo sempre più complicata. E lo faremo senza farci sottomettere e non accettando volgari compromessi o offerte. Il confronto, la discussione e la condivisione dovranno essere componenti imprescindibili alla base di un rilancio dell’azione amministrativa. Valori, questi, fondativi del Pd, partito a cui con orgoglio apparteniamo.Noi faremo prevalere il primato della politica e della rappresentanza per l’interesse collettivo”.