Edilizia – L’allarme della Fillea Cgil: “Ad Avellino 1100 lavoratori del settore senza lavoro”

petruzziello, di capua, sanninoAvellino“Il settore costruzioni è uno dei settori più colpiti sia in termini produttivi che occupazionali. Stiamo vivendo una della più grandi crisi dopo il dopoguerra: in Campania ben 32mila lavoratori del settore hanno perso il lavoro. Ad Avellino la situazione non è da meno. La massa salariale è diminuita del ben 20%, 1100 lavoratori sono senza lavoro e ben 160 aziende sono scomparse”. Questi i dati allarmanti resi noti stamane, il segretario provinciale della Fillea Cgil, Antonio Di Capua.

Molte le vertenze seguite dal sindacato di categoria che, ad oggi, non riescono a trovare soluzione dalla Novolegno che ha 122 lavoratori con contratto di solidarietà in scadenza, all’Ilas improduttiva dal 2011 con 29 lavoratori in cassa integrazione passando per la Cirg dell’Urciuoli e la Cellublox.

“Cerchiamo risposte concrete, provvedimenti urgenti sia in merito a riferimenti pubblici che recuperare i centri storici con i fondi Europa Più. L’amministrazione comunale  - spiega Di Capua - deve prendere l’impegno di costruire un tavolo permanente che monitori la situazione”.

 La situazione evidenziata mette in risalto l’incapacità di portare ai cittadini risultati. La gente si aspetta una politica che dia risposte indirizzate al lavoro - commenta il segretario Cgil, Vincenzo Petruzziello – L’occasione del congresso che ci apprestiamo a svolgere l’anno prossimo ci da l’opportunità di uscire con una linea precisa che metta al centro il lavoro di tutti, occupati e non occupati. Dobbiamo decidere di fare iniziative più forti che obblighino le istituzioni a fare le scelte che deve fare”.

Il sindacato – conclude Giovanni Sannino, segretario di Fillea Campania – deve rivendicare il suo ruolo politico e non essere il sindacato accondiscendente che qualcuno vuole. Il settore edilizio è in coma e una leggera ripresa è prevista solo per il 2015 ma sarà dello 0,15%. Nella legge di stabilità non si parla di lavoro o di sviluppo. C’è bisogno di rilanciare un nuovo piano di lavoro e parlare a chi il lavoro non ce l’ha perchè bisogna creare le condizioni affinchè il lavoro ci sia. Dobbiamo stabilire un patto con le amministrazioni e fare massa critica. Abbiamo la necessità di continuare a lavorare nei prossimi giorni trovando nuove forme di lotta che allarghino la rappresentanza mettendo al centro la persona in quanto tale indipendentemente se sia rappresentata da un sindacato o meno”.