Montella – I problemi della castanicoltura e i danni provocati dal cinipide
Montella - Questa mattina si è tenuto, in occasione della 31esima Sagra della Castagna di Montella IGP, presso la Villa de Marco il convegno “Agricoltura, castanicoltura, criticità, sviluppo e risorse sostenibili per l’Irpinia”.
Al tavolo, anche in qualità di mediatore, il Sindaco di Montella Ferruccio Capone il quale ha dato inizio al simposio introducendo il tema del convegno: la crisi sta colpendo la produzione della castagna, dovuta al cinipide, l’insetto di origini cinesi che da diverso tempo sta causando la rovina della castanicoltura. Il Sindaco Capone è intervenuto dicendo che, nonostante la grande soddisfazione dovuta al successo che la Sagra sta riscuotendo, l’ombra di questo parassita non si dilegua ma, anzi, continua a colpire danneggiando l’economia di tutta la provincia. “Il mio auguro è che la Regione Campania e lo Stato intervengano seriamente. L’uso del torymus, antagonista del cinipide, non sta portando i risultati sperati e le aziende agricole sono insoddisfatte. I castagni stanno morendo e i castanicoltori – aggiunge Capone – abbandonano i fondi; ad oggi, la produzione è calata drasticamente, raggiungendo solo il 10% delle possibilità che il terreno avrebbe da offrire”.
La situazione, dunque, si presenta alquanto critica; ad intervenire in merito è il Vice Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto Salvatore Vecchia, il quale ha messo in evidenza la responsabilità, oltre che del cinipide, anche di altri fattori: i cambiamenti climatici, a cui i castagni devono ancora abituarsi, le escursioni termiche repentine dal giorno alla notte alle quali le piante non reagiscono bene e, infine, lo stesso torymus che, a quanto pare, combatte il cinipide ma non senza lasciare il segno. “Occorre istituire un Consorzio di tutela – sottolinea Vecchia – rivolto alla salvaguardia del castagno e una nuova considerazione del castagno il quale, anziché essere equiparato al bosco, deve essere catalogato tra i frutteti, permettendo su di esso interventi diversi e più adatti”.
Il convegno ha goduto anche dell’intervento di Vanni Chieffo, Presidente GAL Irpinia, il quale ha messo in luce quanto la burocrazia ostacoli l’intervento su questo fenomeno. “A causa della burocrazia la Regione Campania riesce ad investire soltanto il 70% dei fondi europei a disposizione. Per questa ragione – continua Chieffo – il GAL Irpinia ha fatto la sua parte mettendo a disposizione i fondi a sua disposizione , anche facendo delle rinunce, consapevoli che sia la Regione che il Ministero dichiarano di non avere fondi disponibili”. Il Presidente Chieffo ha poi sottolineato quanto sia importante il ruolo dei produttori locali in qualità di rappresentanti della zona. Il Presidente GAL Irpinia ha poi concluso invitando la Regione a mettere a disposizione un fondo di rotazione a cui poter attingere.
A rispondere a queste domande è stato lo stesso on. Pietro Foglia, Presidente Commissione Regionale Agricoltura, presente al convegno: “Il fondo di rotazione sarebbe disponibile se ci fosse una cassa ma, purtroppo, sulle spalle della Regione Campania pesano debiti gravosi”. L’on. Foglia ha proseguito il suo intervento sostenendo l’importanza dell’uso del torymus contro il cinipide e il mancato sostegno da parte del Ministero nell’utilizzo di altri interventi biologici per contrastare il parassita. “ Il mio impegno è iscrivere, nel prossimo bilancio della Regione, delle somme volte alla lotta del cinipide con il torymus; la lotta – aggiunge Foglia – deve coinvolgere anche i boschi demaniali i quali, non essendo sotto la cura di nessuno, non vengono protetti e permettono lo sviluppo incontrollato del cinipide”. L’on. Foglia, infine, ha auspicato un’accelerazione nel processo di approvazione del disegno di legge proposto in Parlamento proprio in merito ai problemi della castanicoltura.
Raffaele Coppola, Commissario della Provincia di Avellino, ha imputato buona parte delle colpe alla politica e all’ignoranza che questa ha dimostrato in merito alla questione. “ Il mondo agricolo non ha bisogno di sostentamento ma di sostegno, utile all’onorabilità della produzione. La politica – sostiene Coppola – ha pensato sempre e solo ai propri interessi senza pensare a quanto stesse rovinando il futuro dei nostri figli”.
La parola è passata a Salvatore Malerba, Presidente CIA zonale, il quale ha messo in chiaro la posizione dei castanicoltori, assenti al convegno, perché privi ormai di fiducia verso la politica. Malerba ha invitato gli ambientalisti alla riflessione: “I castagneti sono stati quasi del tutto abbandonati; tutto questo causerà dissesto idrogeologico che, di conseguenza, porterà a disastri ambientali prevedibili. Se si dovesse andare avanti così – sottolinea Malerba – tutte le aziende, che in Italia hanno acquisito un ruolo primario nella produzione della castagna, falliranno”. Alla proposta fatta dall’on. Foglia di assicurare i fondi dei castanicoltori Malerba risponde: “non è possibile assicurare un morto; è necessario, piuttosto, far rientrare ciò che sta succedendo nella categoria delle calamità naturali e, di conseguenza, salvaguardare le aziende che stanno rischiando il fallimento”.
A concludere il convegno è stato Prisco Sorbo, Direttore Coldiretti Campania, che ha messo in evidenza due punti principali; il primo fra questi riguarda la crescita delle aree interne, una nota positiva che, per Sorbo, regala speranza nonostante la situazione. Secondo il Direttore Coldiretti Campania, le risorse dovranno essere destinate a chi svolge il lavoro di agricoltore in maniera professionale; il settore, infatti, pare sia l’unico che, in questo momento di crisi, regala ai giovani una traiettoria di luce. Ma la nota dolente, purtroppo, non manca: “ciò che temo di più – dichiara Sorbo – è il rischio di perdere le grandi risorse a nostra disposizione. In passato abbiamo speso denaro senza immaginare la crisi economica che ci avrebbe colpito, adesso ne paghiamo le conseguenze”.
Riagganciandosi a questo, Sorbo ha voluto parlare anche della Terra dei Fuochi precisando quanto sia “necessario possedere un’identità regionale e non solo comunale; siamo campani, pertanto il problema del casertano non coinvolge soltanto la sola provincia di caserta ma tutta la Regione”. Sorbo, dunque, ha esposto, riferendosi anche ai prodotti irpini, l’importanza della certificazione di tutti i prodotti campani che vengono esportati, facendo fronte alla cattiva fama di cui la Campania è vittima.