Avellino in crisi economica. Sarno(Larsu) e Canarino(Csa): “Bisogna fare buona amministrazione”
Avellino – “Da settimane, ormai, le voci sul possibile dissesto dell’Ente si rincorrono, senza che da parte dell’Amministrazione Comunale arrivi una secca smentita o, almeno, una correzione alle decine di agenzie che, puntualmente, senza tregua, battono su questo tema che sta tenendo in fibrillazione i circa 400 dipendenti del Comune di Avellino”. Questo quanto affermano in una nota congiunta Paolo Sarno (Larsu) e Gerardo Canarino (Csa).
“Personale storico, precario e collaboratori a più vario titolo, che per la prima volta dopo tanti anni di separazione e di barriere ideologiche, si vedono accomunati insieme dallo stesso, analogo destino. Destino incerto, reso ancora più amaro dal clima di profonda instabilità che attanaglia il Paese. Non sono pochi, infatti, i precedenti di cronaca nazionale che ci parlano di dipendenti che non percepiscono il proprio stipendio a causa del fallimento del loro Comune. Un calvario - spiegano – che ci toccherebbe di vivere direttamente se ciò accadesse anche da noi, un dramma che ci fa già rabbrividire solamente a pensarci.
Non osiamo raffigurarci come potrebbe rivelarsi il futuro dei nostri tanti dipendenti storici, per i quali si profilerebbe un tramonto della loro vita lavorativa molto più triste di quanto se lo erano di certo immaginato; o per i neo assunti, e per coloro che avevano senz’altro riposto ogni fiducia ed ogni loro speranza sul posto di lavoro appena conquistato”.
“Ora, – continua la nota – dopo anni di fatica ed incertezze, dopo che l’ennesimo concorso si era finalmente concluso con successo, vedranno nuovamente svanire il proprio sogno per essere precipitati ancora una volta nel limbo della precarietà, nella quale pensavano di non dovervi più fare ritorno. DI CHI LA COLPA? CHI HA MENTITO? Appena pochi mesi fa – proseguono - il Commissario Straordinario, Dott.ssa Guercio, in un’intervista data alla Stampa e alle Tv locali sul finire del proprio mandato, nel commiatarsi dalla cittadinanza ebbe a dire: “il voto che ho dato alla città al mio arrivo è sei meno meno, il voto che le do oggi che la consegno nelle mani di Paolo Foti è sette più”. Disse ancora che lasciava una città con maggior rispetto delle regole, che non rischiava il dissesto finanziario come da più parti paventato. Ora, alla luce della discussione che si sta imperniando intorno al default del Comune di Avellino, ci appare più che legittimo domandarci su quali basi si poggiava questo suo giudizio, che non possiamo non ritenere che onesto ed insindacabile, stante anche l’autorevolezza della persona che lo aveva espresso, della quale abbiamo avuto modo di apprezzarne direttamente le capacità e l’onestà intellettuale”.
“E’ vero si che durante i sette mesi e mezzo di commissariamento ha dovuto affrontare tanti e innumerevoli problemi, davanti ad una “città ferma e dirigenti che non si rivolgevano la parola”; ma, con il suo “governo del fare” grazie all’opera sua e dei suoi collaboratori, Dott. Trocchia e Dott.ssa Nuzzolo, molte situazioni “incancrenite”, anche all’interno del Palazzo di Città erano state risolte.
E’ possibile che dei conti così in profondo rosso e delle sentenze che condannano l’Ente a pagare risarcimenti milionari si sia venuti a conoscenza soltanto ora, e che soltanto tre mesi fa non se ne avesse nemmeno il sentore? E se invece lo si sapeva, perché lo si è tenuto nascosto? Si tratta forse di negligenza o di deliberata imprudenza? - chiedono – Poiché ci è concettualmente impossibile anche solo ipotizzare che si potesse, in modo così rozzo e grossolano, nascondere tanta polvere sotto il tappeto, noi sospettiamo che ci possano essere state delle gravi responsabilità”.
“Noi – sottolineano Sarno e Canarino – crediamo che un Ente così largamente amministrato, con un così gran numero di dirigenti, di posizioni organizzative e di alte professionalità, tra l’altro così lautamente ricompensate, non possa cadere così ignominiosamente senza che quest’ignominia non si riverberi su chi ne ha di fatto provocato il dissesto, se questo accadrà. Per questo chiediamo che sia salvaguardata la dignità di tutti i dipendenti che svolgono con onestà e rettitudine il proprio lavoro e che vadano, invece, perseguite le colpe di quanti, in questi anni, si sono resi corresponsabili di così gravi misfatti. Invitiamo, pertanto, l’Ente a costituirsi in giudizio per perseguire gli eventuali reati commessi e per l’accertamento della verità.
Appare anche il caso di denunciare, ora pubblicamente, cogliendo l’occasione della presente, quanto sta avvenendo con l’utilizzo delle risorse destinate al salario accessorio dei dipendenti, legittimamente, ma inopportunamente impegnate sulla base del precedente contratto, non ancora rinnovato per l’anno in corso. Se è vero, come è vero, che bisogna continuare a finanziare i servizi anche in assenza del contratto per garantirne l’efficienza e l’efficacia; è, altresì, anche necessario avere maggiore rispetto del rigore dei tempi ed evitare inutili sprechi”.
“Pertanto, invitiamo la Delegazione Trattante di parte pubblica, a convocare il tavolo di contrattazione per la definitiva sottoscrizione del contratto decentrato 2013 e per l’adozione dei Regolamenti per l’attribuzione e l’utilizzo delle risorse destinate al Fondo Salario Accessorio, prima che quest’ultime si esauriscano completamente.
Alla luce delle gravi inadempienze che stanno emergendo, - concludono – riteniamo che si debba fare buona amministrazione a cominciare dagli esempi; perciò, ci sembra utile e salutare, in questo momento, regolamentare una volta e per sempre l’utilizzo delle risorse decentrate. Intendiamo rivolgere quest’invito a tutte le parti interessate alla discussione e disposte ad accoglierlo, e, con particolare riguardo, lo rivolgiamo anche ai colleghi temporeggiatori”.