Comitato No Trivellazioni, tre domande ai consiglieri regionali irpini

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Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni del Comitato No Trivellazioni  Petrolifere Irpinia rivolte ai consiglieri regionali irpini.

Ancora una volta, siamo costretti a segnalare l’immobilismo ed il disinteresse verso la questione petrolio in Irpinia, che per incidenza e pericolosità, riteniamo sia il primo dei punti di dibattito per il mondo politico e sociale irpino.

Il rischio inquinamento, gli impatti socio-economici, il temuto sconvolgimento del territorio che la “petrolizzazione” della Valle Ufita potrebbero comportare, son uscite dall’agenda e dagli interessi degli amministratori per lasciare spazio alle avventurose alchimie dei partiti.

Nel frattempo, l’iter autorizzativo per il progetto d’intervento per il Pozzo esplorativo Gesualdo-1 attende presso la Regione Campania l’esame della VIA, presentata dalla Italmin Cogeid nel mese di settembre del 2012. I tempi per la definizione dell’iter stringono, e la possibilità che si arrivi ad un’eventuale accoglimento lascia forti preoccupazioni in tutta la comunità.

I nostri timori sono inoltre motivati da una sorta di disinteresse e da un superficiale approccio alla questione rispetto ai tanti e reali campanelli d’allarme ai quali le rappresentanze politiche dovrebbero dare piuttosto opportune rassicurazioni.

Dopo gli appelli rivolti ai parlamentari irpini nell’estate scorsa, riteniamo opportuno formulare delle richieste e delle domande direttamente ai consiglieri regionali al fine di ottenere chiarimenti e risposte sul futuro dell’Irpinia e su quali potranno essere gli strumenti di salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema irpino.

 - La posizione della Regione Campania sulla questione Petrolio in Irpinia

Dopo le iniziative dei mesi scorsi, la posizione della Regione Campania e dei consiglieri regionali irpini è andata via via sfumando di intensità ed interesse.

Visto l’approssimarsi della conclusione della fase istruttoria per l’istanza di VIA al progetto esplorativo Gesualdo-1, vorremmo conoscere le intenzioni e i reali orientamenti politici della Regione sulla questione petrolio in Irpinia.

 - Il fallimento del PTR Regionale

Lo sfruttamento petrolifero dell’Irpinia comporterebbe un sostanziale sconvolgimento delle linee di indirizzo politico-programmatico definite nel PTR Regionale del 2008. In sostanza, i milioni euro investiti dalla Regione per il recupero dei centri storici irpini e per l’incentivazione delle produzioni agricole di qualità potrebbero risultare inutilmente spesi di fronte allo sconvolgimento che i territori della Valle dell’Ufita e del Calore, finirebbero inesorabilmente per subire dall’avvio delle attività petrolifere.

Quali sono le garanzie di salvaguardia e tutela da offrire al territorio, ai cittadini e agli imprenditori di fronte alla radicale trasformazione che l’Irpinia potrebbe subire, dal punto vista socio-economico, con l’avvio delle estrazioni di idrocarburi?

 - L’inquinamento

I rischi ambientali connessi alle ricerche di idrocarburi in Irpinia, più che in altre aree d’Italia, si amplificano, vista la particolare vulnerabilità del sottosuolo agli agenti inquinanti. A detta degli esperti, il possibile rischio d’inquinamento delle falde acquifere sotterranee potrebbe esporre ad un forte rischio la stessa potabilità delle acque che sgorgano dalle sorgenti dell’Alta Irpinia che alimentano, a loro volta, gli acquedotti che servono Napoli e la Puglia. Le trivellazioni previste in una zona prossima ad aree interessate da fenomeni di geotermia potrebbero provocare dei dissesti nel sottosuolo e rischi di fenomeni di subsistenza del territorio. A queste considerazioni, se ne collegano altre che riguardano possibili fenomeni di sismicità indotta collegati alle trivellazioni petrolifere.

Domanda : Irpinia nuova terra dei fuochi???