Coperative sociali. In Irpinia oltre 100 a rischio chiusura. L’allarme di Unci e Confcooperative

cooperativaI ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione stanno mettendo in ginocchio un intero settore, quello delle cooperative sociali che gestiscono – per conto dei Comuni e dei Consorzi sociali – i servizi di assistenza agli anziani e alle persone diversamente abili e, più in generale, gli interventi del welfare locale“. Questo l’allarme che lanciano le presidenze provinciali di Unci e Confcooperative

Le imprese mutualistiche irpine e gli operatori sociali – si legge nella nota - hanno sempre portato avanti, pur tra mille difficoltà, i servizi affidati, avendo come priorità la tutela degli utenti e l’affermazione concreta del valore della solidarietà. Sino ad oggi le società si sono completamente fatte carico dei lunghi tempi di attesa nei pagamenti. Ma, ormai, la situazione è diventata insostenibile: si è progressivamente passati da alcuni mesi di ritardo, ad uno intero anno ed, in qualche caso, persino a due. Un colpo durissimo alla sopravvivenza di oltre 100 cooperative della provincia di Avellino, che impiegano 3000 lavoratori e l’impossibilità di garantire la prosecuzione di un servizio di fondamentale importanza per i cittadini.

Le presidenze provinciali dell’Unci e di Confcooperative  -continuano – non possono che lanciare l’allarme e avviare una mobilitazione generale del settore. In una fase recessiva come quella attuale, la cooperazione riusciva ancora a garantire spazi occupazionali a tanti giovani e meno giovani, spesso con un bagaglio formativo e professionale notevole. Una opportunità che ormai è venuta meno e che pone il serio rischio di paralisi completa del settore ed il blocco di ogni attività. In questi mesi, purtroppo, già diverse imprese mutualistiche hanno dovuto cedere al peso dei debiti accumulati, non per colpa propria, e sono state costrette a chiudere, nell’indifferenza generale delle istituzioni, nonostante i segnali di sofferenza continuamente manifestati.

Non possiamo permettere e non consentiremo che la stessa sorte coinvolga un intero settore. Ci rivolgiamo, quindi, ai sindaci, alle deputazioni regionale e nazionale, affinché si dichiarino disponibili all’apertura di un urgente confronto istituzionale, per la risoluzione del problema”.

Di tutela del lavoro, di promozione dell’occupazione, di servizi ai cittadini e di politiche sociali non se ne può discutere soltanto in astratto, ma è necessario garantire almeno le condizioni minime che ne permettano l’esistenza e lo sviluppo. Ci attendiamo, pertanto, – concludono – una assunzione di responsabilità della politica e delle amministrazioni pubbliche di fronte ad una vertenza che rischia di trasformarsi nell’ennesima pagina nera del nostro territorio“.