Torino – Settimana Sociale dei cattolici
Torino - Al Teatro Regio, dal 12 al 15 settembre, si è svolta la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che ha radici nel beato Giuseppe Toniolo, l’ideatore. Quest’anno, la 47ª edizione, ha avuto per tema la famiglia, definita “speranza e futuro per la società italiana”. Il 12/09, un video sulla Sindone ha aperto i lavori. Poi, il Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, Mons. Arrigo Miglio, ha commentato: “nella sofferenza di Cristo, la sofferenza delle famiglie italiane” ma anche di quelle del mondo. Interessante sarebbe andare a leggere il messaggio del Papa, del Presidente Napolitano e dei presidenti di Camera e Senato che hanno espresso il loro pensiero sul tema. Mons. Miglio ha invitato ad avere davanti agli occhi i contenuti delle precedenti settimane sociali e i loro sviluppi come l’ “Agenda di speranza” dei cattolici a Reggio Calabria nel 2010. Il tema della famiglia era già stato affrontato nella 5ª edizione (a Napoli), nella 13ª (a Genova) e nella 27ª (a Pisa), ma è indispensabile riproporlo ancora oggi come ha riflettuto, con la sua prolusione, il cardinale Bagnasco: “c’è una sensazione di stanchezza dell’uomo contemporaneo, schiacciato dall’individualismo. La fede in famiglia dà un contributo di umanizzazione. E la famiglia risulta l’antidoto alla crisi. La diaconia della Chiesa italiana al Paese è il servizio culturale aperto al confronto. La domanda che poniamo è: a quali figli lasceremo il mondo? Le nostre scelte contribuiscono a costruire o disgregare la società. Esiste una differenza sessuale e una generazionale. La dimensione sessuata è un fatto di natura, non di cultura. Gli adulti devono essere lieti della loro età e non in concorrenza con la giovinezza dei figli. Gli anziani, inoltre, sono importanti per il loro bagaglio di conoscenze e saggezza. Bisogna che i genitori facciano sacrifici per superare le crisi, perché indebolire la famiglia significa indebolire la persona e la società. In ogni famiglia è in causa il bene comune e la tenuta del tessuto sociale. Il Forum delle associazioni familiari porta con un’unica voce istanze comunitarie utili: agevolazioni fiscali per la famiglia generano circolo virtuoso. Bisogna riscoprire i legami: i nostri limiti non sono disgrazie, ma opportunità che ci permettono di uscire dal nostro io e aprirci agli altri, ciascuno dando il meglio di sé. Gli orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio (CEI, 2012) richiamano la coppia al vicendevole impegno per la vita, senza avere paura del per sempre, dei legami, dei limiti”.
Il 13/09 è stato presente all’evento anche il premier Letta: “sono interessatissimo alle conclusioni di questa assemblea. Bisogna attuare il Piano nazionale per la famiglia, con riforme ISEE eque. La famiglia deve essere messa in grado di sostenere la crescita dei nostri figli. Non bisogna appiattire tutto: ci vorrebbe un monumento ai nonni per il ruolo che stanno svolgendo oggi. Siamo una società sterile che non facendo figli non scommette sulla vita. Bisogna dare risposta a questo campanello d’allarme. Occorrono politiche di welfare, combattendo la disoccupazione giovanile. Non è questo un ragionamento astratto, ma concreto perché con il Governo ci stiamo muovendo su queste politiche”. Dopo l’intervento di Letta ci sono state tre relazioni: quella di Lorenza Violini (ordinario di Diritto costituzionale, Università di Milano), quella di Gian Carlo Blangiardo (ordinario di Scienze statistiche, Università di Milano-Bicocca), e quella di Stefano Zamagni (ordinario di Economia politica, Università di Bologna). Violini ha concentrato il suo intervento su tre articoli della nostra Costituzione (che dobbiamo difendere e diffondere) sulla famiglia: art. 29, 30 e 31. Blangiardo è stato membro dell’ Osservatorio Nazionale sulla Famiglia e ha precisato: “oggi ci sono meno figli e si fanno più tardi. Se ogni coppia facesse due figli ci sarebbe ricambio generazionale. Con l’aborto perdiamo capitale umano, poi c’è la fuga dei cervelli: è ora di smetterla di perdere qualcosa. Occorre, perciò, ridare protagonismo alla famiglia”. Di politiche per la famiglia ha parlato, infine, Zamagni, affermando: “la famiglia non è solo il luogo degli affetti, è in primo luogo soggetto economico. Anche il capitale relazionale, però, ha valore. Lo Stato deve ricompensare le famiglie perché danno alla società più di ciò che ricevono. Chiediamo ciò che è realizzabile ai politici. Bisogna indicare provvedimenti urgenti e fattibili secondo il vincolo di bilancio. Il fattore famiglia deve essere attuato! Occorre simmetria sulle politiche tariffarie, ma anche il voto dalla nascita perché se io ho 3 figli, il mio voto deve pesare di più di chi non ne ha a carico (il genitore quindi vota anche per il neonato). Tra famiglia e lavoro non ci può essere conflitto: non si possono conciliare, ma armonizzare. Le politiche conciliatorie sono state fatte per distruggere la famiglia. Le politiche di armonizzazione sono per le imprese meno dispendiose dal punto di vista dei costi con più benefici. L’innovazione, la produttività aumenta quando le persone sono messe a loro agio. Anche a livello nazionale va celebrata la giornata della famiglia il 15 maggio”.
Ci sono stati poi diversi gruppi tematici per riflettere su vari aspetti legati alla famiglia: 1) La missione educativa della famiglia; 2) Le alleanze educative, in particolare con la scuola; 3) Accompagnare i giovani nel mondo del lavoro; 4) La pressione fiscale sulle famiglie; 5) Famiglia e sistema di welfare; 6) Il cammino comune con le famiglie immigrate; 7) Abitare la città; 8) La custodia del creato per una solidarietà intergenerazionale.
Mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, ha partecipato al gruppo n. 3 e ha detto: “la famiglia va aiutata con il metodo del Progetto Policoro. Come fanno a tornare a sperare i giovani? Guardando a cosa hanno fatto di buono altri giovani come loro. Occorrono grandi sogni e piccoli coerenti segni concreti. Il medico, l’avvocato e il contadino sono lavori che devono stare sullo stesso piano: diverso lavoro, pari dignità. La precarietà giovanile cambia anche la Chiesa. Come fa a parlare chi è garantito a chi è precario? Un precario può insegnare a un garantito il valore della Provvidenza. A 25 anni non c’è in Italia un garantito migliore del prete giovane che se non vive la povertà evangelica non può relazionarsi fraternamente a chi è precario. San Francesco d’Assisi capì che non si poteva convertire se non nella povertà. Il metodo delle famiglie deve essere quello del Policoro, cioè: motivazioni altissime, formazione di qualità e gesti concreti generosi”.
Sabato 14, “A Sua immagine” è andato in onda su rai 1 da Torino con il tema: “Tutti uniti per la famiglia”. Tra gli argomenti affrontati, è emersa l’importanza di avere a cuore nelle scuole la crescita culturale e umana degli studenti, con una libertà di scelta tra scuola paritaria o statale. La famiglia naturale (non tradizionale) per il futuro è quella maschio e femmina perché è quella generativa. Una scuola media modello è a Milano: “La zolla”. Invece, contro la dipendenza da gioco d’azzardo, Don Vincenzo Sorce ha ideato: “Casa Rosetta”.
Elisabetta Carrà, professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato, sempre sabato, che aiutare le famiglie significa aiutarle a creare legami. Un modo per associarsi è indicato su questo sito: http://www.forumfamiglie.org/ . Infine, per approfondire i vari interventi e conclusioni si rimanda al sito: http://www.settimanesociali.it/