Solofra- D’Urso (Pdl): Vignola si è rivelato un cattivo alunno di un buon maestro
“Ci accorgiamo che Solofra e le sue aziende stanno attraversando una fase di crisi economica solo quando ci ritroviamo a dover prendere atto dell’ennesima richiesta di messa in mobilità. Solo allora partono gli appelli, si imbandiscono tavoli di trattative che eccettuato qualche titolo sui giornali non sortiscono alcun effetto concreto. Il lavoro a Solofra è cambiato, i ritmi lavorativi non sono più quelli di un tempo, i volumi lavorativi non sono più quelli di una volta. Ora che ci siamo liberati dall’ovvio andiamo avanti. Come si esce da questa situazione. La parola d’ordine è programmazione”. Lo scrive in un comunicato il consigliere del Pdl al comune di Solofra, Antonello D’Urso.
“Occorre una visione prospettica. Che però manca a questa amministrazione che pare più propensa a ricordarsi che c’è un problema solo quando questo si manifesta. Occorre programmazione, dicevamo. Gli scarti di produzione delle concerie solofrane non vengono trattati sul territorio. E questa è un’anomalia tutta nostra. Altrove vengono recuperati i fanghi conciari, viene recuperato il cromo dalle acque di lavorazione. A S. Croce sull’Arno, il comune che il sindaco ha spesso additato a modello per la gestione del ciclo depurativo ci si sta attrezzando per reimmettere nel ciclo produttive le acque depurate. Vignola si è però rivelato un cattivo alunno di un buon maestro. Il sindaco di Solofra dice di voler sostenere e stare al fianco degli imprenditori ma non fa nulla per venire loro incontro per tagliare i costi, ad esempio, di gestione ambientale. Gli scarti di produzione che altrove sono diventati fonte di reddito e lavoro qui da noi continuano a rappresentare un problema ed un costo per le aziende. Questa amministrazione ha fin dal suo insediamento vantato un buon rapporto con l’Asi ma con il consorzio di sviluppo non è mai riuscita a sviluppare un progetto per far nascere sul nostro territorio un impianto che producesse cuoio rigenerato. Eppure a Solofra ci sono materia prima e competenze professionali per l’avvio di una simile attività. Per non parlare degli innumerevoli opifici industriali desolatamente vuoti. Tempo fa il dibattito politico si è cimentato con il tema del cambio di destinazione d’uso e con il tema della diversificazione: ragionare di politiche di riuso e di abbattimento dell’impatto ambientale servirebbe a riempire di contenuti quel ragionamento politico. Si potrebbero sviluppare sul territorio nuove attività che andrebbero a completare la filiera della concia, ci sarebbe spazio per nuovi insediamenti produttivi e per nuovi posti di lavoro. E Solofra diventerebbe veramente un distretto ecocompatibile. Ma fino a quando la massima espressione della politica ambientale di questa amministrazione sarà la manutenzione del verde e dallo spazzamento delle strade ho l’impressione che continueremo ad allestire tavoli per certificare l’ennesima crisi dell’ennesima azienda che licenzierà un numero più o meno ampio di lavoratori”, conclude il consigliere comunale.