“Salviamo i servizi”: il convegno al Circolo della Stampa

DSCN2663Al Circolo della Stampa si è discusso stamattina di questioni sociali, nell’ambito di un convegno presieduto da Vincenzo Petruzziello, segretario generale della CGIL di  Avellino. Fin dalle prime battute è emersa la necessità di attivarsi per salvare i servizi, specialmente in una fase, quella attuale, in cui i tagli imposti dal governo mettono pesantemente a rischio la possibilità di erogarne e di usufruirne. ʺSalviamo i serviziʺ, recitava infatti l’imperativo del titolo scelto per l’occasione, significativo di una crisi che ormai, come si sa, ha investito anche il sociale.

Il Dott. Antonio Oddati, coordinatore dell’area assistenza sociale della Regione Campania, ha chiarito che, «come previsto dall’articolo 9 del Decreto Legge 135/2012, l’abolizione dei Consorzi, prevista dalla Legge Finanziaria 2009, non è applicabile agli enti che gestiscono servizi socio-assistenziali». Oddati ha precisato inoltre che «i Comuni sono assolutamente liberi di decidere qual è la forma giuridica di gestione associata. La Regione svolge solo una funzione di accompagnamento nello stabilire le linee guida».

Ma se i Consorzi socio-assistenziali già esistenti non rischiano di essere soppressi, tanti sono i problemi per chi gestisce l’erogazione dei servizi e per chi dovrebbe usufruirne. Nella sua relazione introduttiva, Adele Giro, responsabile welfare FP della CGIL di Avellino, ha messo chiaramente in luce quelli che sono i fattori determinanti la scarsa operatività dei servizi sociali in Campania, ma soprattutto nella provincia di Avellino: «ci troviamo in una realtà in cui la precarietà caratterizza la gestione delle politiche sociali; in cui ha diritto all’assistenza sanitaria e ai servizi solo chi paga, laddove invece sanità, istruzione e sicurezza dovrebbero essere le basi delle garanzie offerte ai cittadini; in cui alcune figure sociali competenti e qualificate, pur essendo indispensabili ai comuni, vengono inquadrate nell’ottica del dispendio economico. Si ha bisogno di interventi che migliorino la realtà esistente, non che la impoveriscano di fondi e quindi di servizi».

La costituzione di un tavolo regionale che metta in luce i punti deboli e le esigenze della provincia sembra quindi essere, oltre che l’auspicio, un momento obbligato di confronto fra le parti. Ed è il Presidente della Commissione speciale per politiche giovanili e disagio sociale della Regione Campania, On. Rosa D’Amelio, ad esprimere a sua volta, dopo il precedente appello di Adele Giro, l’urgenza dell’incontro: «i cittadini si sono visti negare da un giorno all’altro il riconoscimento di diritti fondamentali che si concretizzavano nella garanzia di determinati servizi. Oggi la Campania è tra le regioni italiane che investono meno nel settore socio-assistenziale. Il problema di fondo è che il sociale, anziché essere vissuto come la possibilità effettiva di attivarsi per il benessere della gente, viene interpretato e usato troppo spesso come strumento economico e politico».

Come non cedere, infine, alla tentazione di chiedersi se, tutto sommato, la crisi del sociale non sia complementare alla crisi della cultura? Dal punto di vista degli utenti, soprattutto se anziani o disabili, che più degli altri patiscono il vertiginoso calo di servizi, tutto questo non può che essere letto come una pericolosa retrocessione della cultura.