Comune Vallata, Giordano spiega le ragione dell’interrogazione
Il parlamentare irpino di Sel, Giancarlo Giordano, questa mattina in conferenza stampa, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato alla presentazione di una interrogazione ai Ministri dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze sulla sospensione del sindaco di Vallata, Giuseppe Leone, eletto nelle scorse elezioni amministrative. La decisione era stata assunta lo scorso 30 maggio dal prefetto di Avellino che ha disposto la sospensione del neoeletto in quanto condannato in primo grado a sei anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per il reato di peculato aggravato in concorso, in base a quanto previsto dall’art. 11 del decreto legislativo 235/2012. Lo stesso giorno il sindaco neoeletto procede alla nomina di due assessori, di cui uno con funzioni di vicesindaco. Il vicesindaco in data 6 giugno provvede a convocare la seduta di insediamento del consiglio comunale per il successivo 14 giugno in netta violazione dello statuto comunale che con l’articolo 17 prevede che la seduta del primo consiglio comunale (seduta di insediamento) debba essere effettuata ad opera del sindaco. Nel corso del consiglio comunale del 14 giugno il vicesindaco nominato dal sindaco, eletto il 27 maggio e sospeso dal prefetto di Avellino il 30 maggio, ha prestato giuramento in qualità di sindaco e ha presieduto la seduta.
“La successione degli eventi – scrive Giordano nell’interrogazione – accaduti a Vallata a partire dal 27 maggio configura una prassi tutta particolare e niente affatto rispondente alla normativa in vigore per la elezione del sindaco e per la sua sostituzione in caso di condanna e interdizione dai pubblici uffici. Appare chiaro il tentativo di trasferire il mandato espresso dai cittadini a favore di un sindaco nei confronti della figura del vicesindaco dallo stesso nominato. La lista capeggiata dal signor Giuseppe Leone, vicebrigadiere dei carabinieri, condannato a 6 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici, contempla tra i propri eletti alla carica di consiglieri comunali due militari uno dell’Esercito e uno della Guardia di finanza. Ad avviso dell’interrogante la presenza di un militare della Guardia di finanza in una lista capeggiata, come candidato a sindaco, da un vicebrigadiere dei carabinieri destinatario di una condanna a 6 anni e all’interdizione dai pubblici uffici per il reato di peculato aggravato in concorso, è da ritenersi pregiudizievole per il prestigio dei Corpi richiamati e per l’immagine complessiva dello Stato”.
Il parlamentare ha chiesto di sapere “se la sospensione operata dal prefetto di Avellino non dovesse avere come conseguenza l’impossibilità di procedere alla nomina del vicesindaco; se il consiglio comunale di insediamento possa essere convocato dal vicesindaco nominato e se questi possa giurare al posto del sindaco eletto e sospeso; se, in definitiva, non ritenga che, per tutto quanto sopra riportato, sussistano gli estremi per sciogliere il consiglio comunale per reiterata violazione della legge”.