Primarie, Gabrieli: “Nel Pd c’è bisogno del manicomio psichiatrico”
Nando Romano si è ritirato dalla corsa alle Primarie e ha annunciato di appoggiare Leonida Gabrieli. Non è un nuovo colpo di scena, e pure negli ultimi giorni i dirigenti democratici ne stanno riservanti tanti, ma la decisione maturata subito dopo la riammissione, da parte del tribunale di Avellino, dell’ex consigliere comunale all’appuntamento del 14 aprile. L’annuncio è stato fatto nel pomeriggio, presso la sede del circolo Pd Laboratorio Democratico in Piazza Castello ad Avellino, dove si sono ritrovati fianco a fianco l’ex vice presidente del Consiglio provinciale Nando Romano e l’avvocato Leonida Gabrieli, mentre in sala hanno fatto capolino Ettore Iacovacci, Livio Petitto e Gerardo Melillo. “Già da qualche mese avevamo deciso come circolo Laboratorio Democratico – ha detto Romano aprendo l’incontro con i giornalisti – di dare mandato all’avvocato Gabrieli di rappresentarci in vista delle elezioni amministrative in città. Una decisione unanime conferitagli anche per linearità e autorevolezza politica”. L’ex consigliere provinciale poi passa all’attacco: “Durante la riunione dei circoli cittadini del Pd a via Tagliamento ci sono stati dei mestieranti della politica che avevano tentato di mettere in discussione l’onorabilità di Gabrieli invocando un presunto regolamento e il codice etico del Pd nazionale. Poi è stato presentato un regolamento da presunti partiti, uno dei quali che stava nel centrodestra e da un altro partito, come i Comunisti italiani che mentre determinava i destini dell’ avvocato, prima ancora aveva già dato adesione e si era impegnato a sostenere uno candidato del Pd (Gengaro, ndr)”. Poi spiega le ragioni che lo hanno portato a candidarsi alle Primarie. “Quando ci siamo resi conto che dei mestieranti della politica – ha aggiunto Romano – stavano lavorando per impedire la corsa di Gabrieli, abbiamo preferito proporre un’altra candidatura, la mia, che per solo senso di responsabilità ho accettato di presentarmi. Anche se la nostra candidatura restava quella di Gabrieli, l’unico che ha tenuto alta la bandiera del Pd in Consiglio comunale durante i momenti di difficoltà. Anche per questo ho spinto l’avvocato a presentare ricorso in tribunale per essere riammesso, per ripristinare la democrazie e la partecipazione di tutti gli iscritti del nostro circolo alla vita politica della città. E’ stata fatta giustizia, l’avvocato è stato riammesso alle Primarie ed ora siamo in impegnati per vincerle”. Poi la conclusione: “La vicenda delle Primarie che si sono concluse in tribunale, è anche una risposta a chi in questi mesi ha gettato fango su Gabrieli e il fratello Amedeo, quando hanno sostenuto che attraverso la gestione dell’Acs ci fosse stato chissà quale connubio o manfrina. Tali dicerie hanno creato tensioni nel Pd, non salvaguardando il partito, e privilegiando posizioni personali. Adesso che sono state ripristinate con il diritto le regole, ho deciso di fare un passo indietro e sostenere Gabrieli. Chiedo, però, le dimissioni del fratello Amedeo dalla presidenza dell’Acs”.
Poi la parola è passata al protagonista assoluto delle Primarie 2013 ad Avellino.
“E’ da tempo – ha esordito Gabrieli – che ragioniamo con Nando Romano, prima ancora che Galasso si dimettesse, su un modo di intendere la politica e la città. Ho sempre immaginato un percorso distinto tra l’amministrazione comunale e il partito. Questo ha generato un senso di solidarietà tra di noi. Con la fine della consiliatura c’è stata un’accelerazione capace di mettere in campo un’istanza di novità. Un’esigenza intorno alla quale stavamo lavorando da tempo, mentre nel Pd c’era qualcuno che voleva impedire la mia partecipazione. Forse danno fastidio le mie idee, quelle cento che ho presentato qualche settimana fa, volutamente senza simbolo di partito, e che avevano l’obiettivo di stimolare un confronto, un punto di partenza per allestire un programma condiviso”. L’ex consigliere comunale ricostruisce la vicenda che ha portato all’esclusione dalle Primarie. “E’ stato avviato un percorso di ostracismo nei confronti di questo insieme di persone (il circolo Laboratorio Democratcio, ndr) e verso di me. Hanno sbagliato, però, a scegliere le incolpabilità per bloccare la mia partecipazione. Un terreno scivoloso, anche perché i principi di diritto e di statuto del partito, e il codice etico non prevedono l’incompatibilità che mi è stata contestata. La decisione di escludermi presa dai circoli cittadini del Pd, che sommando tutti i loro iscritti raggiungono la metà degli iscritti di Laboratorio Democratico, insieme ai partiti della coalizione ci ha spinto a chiedere a Nando Romano di candidarsi alle Primarie. Non potevamo restare fuori dalla competizione. Ma l’ipocrisia più grande è stata che nessuno nel Pd mi ha chiesto di fare un passo indietro, hanno scelto di attaccare la mia persona, anche celandosi dietro una fantomatica coalizione formata da un partito, Autonomia sud di Iannaccone, che fino a ieri ci ha oltraggiato in Parlamento”. Poi la scelta di ricorrere alla giustizia e l’esito positivo del ricorso d’urgenza. “La riammissione alle Primarie – ha commentato Gabrieli – è una vittoria mia e di Nando, perché siamo riusciti a ripristinare il diritto di elettorato passivo, anche se dico che il successo avuto attraverso il tribunale e’ magra consolazione. Ai dirigenti del Pd voglio dire che la competizione elettorale dura un momento, il partito invece resta, pertanto è doveroso abbassare i toni. Nel Pd non c’è solidarietà. Le Primarie si devono fare, non vanno eliminate. C’è la necessità però di discutere anche del programma, lasciando fuori gli slogan e evitando di parlare solo di costi della politica e urbanistica. E’ necessario andare oltre il decadimento di Avellino, che non può essere più contenitore di partiti e vecchie logiche, evitando che gli enti pubblici sianco continuati ad usare come strumento di lotta politica. Se dovessi vincere le Primarie non sarò io a decidere la coalizione che mi dovrà sostenere, ma il partito, e mio fratello potrebbe dimettersi anche dalla presidenza dell’Acs”.
La conclusione è avvelenata e rivolta direttamente alla segretaria del Pd, Caterina Lengua. “Farebbe bene a rassegnare le proprie dimissioni, lasciando la guida del partito nelle mani del responsabile agli enti locali, Nando Romano. Il Pd irpino è rappresentato da persone non in buone condizioni, alcuni hanno bisogno del manicomio psichiatrico, per questo mi auguro che quanto prima il partito vada nelle mani di giovani che sappiano guardare al futuro”.