Ariano, osservatorio sanità: “Il reparto dialisi non può essere come un ufficio pubblico”

ospedale di arianoContinua a indagare nei meandri della sanità irpina e arianese in particolare, l’Osservatorio per la sanità in Valle Ufita.  Il coordinamento delle associazioni del Tricolle porta avanti la battaglia in difesa dell’ospedale ‘Sant’Ottone Frangipane’  e delle strutture e dei presidi sanitari nelle aree interne con diverse iniziative di informazione e di sensibilizzazione della popolazione. Dopo la diffusione del manifesto pubblico di denuncia dei tagli alla sanità irpina effettuati dalla regione Campania, l’Osservatorio va  nuovamente all’attacco, attraverso  i principali attivisti, Luigi Melito di Cittadinanza attiva e Renzo Grasso del Tribunale del malato. A preoccupare le associazioni  e i cittadini, questa volta,  il reparto di nefrologia e dialisi. L’Osservatorio ha inoltrato  una richiesta di chiarimenti relativa al funzionamento del servizio dialisi dell’ospedale Sant’Ottone  Frangipane, al direttore generale dell’Asl di Avellino, Sergio Florio, al direttore sanitario dell’Asl di Avellino, Mario Ferrante, e al direttore sanitario dell’ospedale di Ariano, Oto Savino. Nel documento spedito ai vertici dell’Asl e dell’ospedale di Ariano, si può leggere quanto segue: “Le associazioni che partecipano all’Osservatorio chiedono di poter conoscere le motivazioni per le quali il servizio dialisi dell’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino si svolge esclusivamente durante le ore mattutine. Tale servizio, importantissimo per il territorio del bacino del Frangipane, non può essere trattato alla stregua di un qualsiasi servizio pubblico, offrendolo esclusivamente in ‘orario d’ufficio’; il reparto dialisi, poi, resta chiuso per i pazienti per tutto il resto della giornata. Dopo sette mesi di chiusura, in seguito a interrogazioni, richieste e reiterate proteste degli utenti e delle associazioni, soltanto nel mese di novembre dello scorso anno  era stato riaperto il reparto di nefrologia e dialisi dell’ospedale di Ariano Irpino, il tutto con grande risalto sulla stampa locale e con interviste ai dirigenti che presentavano la riapertura come la fine del calvario per gli ammalati. Dopo ulteriori cinque mesi, si registra ancora un cattivo funzionamento del servizio che aumenta  i disagi di tutti i pazienti dializzati e principalmente di quelli che svolgono attività lavorativa, costretti, quindi,  a recarsi presso gli ospedali di Sant’Angelo dei Lombardi e  di Solofra, con notevole aggravio di costi e di tempo. Dunque, il calvario per i pazienti non sembra essere terminato”.(Flavia Squarcio- fonte Il Sannio Quotidiano- pubblicato il 9 aprile 2013 sull’edizione Irpinia)