Governo, De Angelis: “Stallo in Parlamento: la decisione di Napolitano”

Carmine De AngelisParliamo della situazione politica italiana con il professore Carmine De Angelis, docente di diritto pubblico UniRoma4, e già consigliere alla Provincia di Avellino.

Professore De Angelis la vicenda governo si complica in modo esponenziale cosa pensa?

“La situazione è sempre stata complicata sin dall’emersione dei risultati, ma la cecità e la miopia dei nostri politici è al limite del ridicolo. A complicare lo stallo è la decisione inedita di Giorgio Napolitano che complica, aggrava e rende ignoto il percorso di soluzione istituzionale”.

Lei, per primo, ha paventato l’ipotesi di dimissioni di Napolitano, ma con quali ricadute?

“Unica soluzione di fronte allo stallo. Napolitano avrebbe potuto indurre le forze al mutamento di atteggiamento, avrebbe forzato i rapporti e dato un’arma in più al suo successore. A percorso una strana insolita, al limite dei binari costituzionali. Mi consenta: un vero pasticcio di fine mandato!”.

Napolitano ha deciso di rimanere in carica sino alla fine del mandato con quali ricadute?

“Napolitano ha deciso di non decidere, anzi mi sembra sia caduto nel panico di fine mandato. Mi spiego: Non ha incaricato nessuno, ha ritenuto doveroso, e in modo ostinato, di restare in carica fino alla fine del suo mandato e, con un colpo inedito e per certi versi destrutturante, ha incaricato una fantomatica commissione duale e distinta, sul modello di quella olandese, il cui fine è quello di trovare un consenso sui punti programmatici, istituzionali ed economici – sociali. Un “delirio”, nel senso che il governo non può essere prorogato, una commissione, la sua istituzione, può e deve essere proposta dal Parlamento e non da Napolitano. Il Presidente della Repubblica applica il criterio del decisionismo in un sistema parlamentare che non si fonda su di esso. Utilizza formule inesistenti o traslazioni olandesi che non sono affatto esportabili, incarica un ulteriore gruppo di lavoro i cui compiti cozzano con i suoi poteri e quelli del Parlamento. Siamo alla confusione di fine mandato!”

Cosa avrebbe dovuto fare Napolitano?

“Dalle consultazione emergono strategie divaricate e inconciliabili: il M5S vuole, da solo, la guida del governo; il Pdl e Scelta civica chiedono un governo di larghe intese; il Pd opta per un governo senza alcun accordo con il Pdl. A questo punto il Presidente della Repubblica doveva: o forzare la dimensione discrezionale della nomina optando, pur senza alcuna certa maggioranza, per l’indicazione di un Governo di scopo, ma si trattava di una scelta con numerosi rischi sia di natura parlamentare che economico – sociale giacche’, difronte ad un eventuale fallimento dello Stesso in sede di votazione, ci ritroveremo in una situazione modello Weimar ; o spiazzare tutti, dimettendosi anticipatamente e consentendo l’elezione prima del 15 aprile di un nuovo presidente della Repubblica che avrebbe dovuto verificare di fronte al trauma indotto se le condizioni sono cambiate o, come pare più logico, sciogliere le Camere e condurci per fine giugno al voto”.

Perche’ Napolitano non ha percorso nessuna delle due strade?

“Io credo che il Presidente si sia fatto impressionare dal gesto forte delle dimissioni anticipate e, al contempo, sia stato vittima del suo retaggio ideologico. Ha reso il quadro più complesso, prorogando i compiti straordinari del Governo, anche questo poco corretto; ha istituito una commissione composta da presunti competenti fuori da ogni logica costituzionale ( ci sono le commissioni parlamentari speciali); infine, applicato una decisione da stato di eccezione, ovvero presidenzialista e poco rispettosa delle sue prerogative. È stato vittima, in sintesi, del modello di pensiero Kolkoziano: di fronte ai problemi “inventiamoci” altri organi, altri organismi assembleari. Discutere per non decidere! Mi sarei aspetto di più da Napolitano, visti gli eccellenti trascorsi decisionali!”

Professore De Angelis come succederà?

“Difficile dirlo, siamo in una situazione non solo rischiosa ma inedita, addirittura ignota! Mai la Repubblica ha visto una simile notte profonda e pericolosa. Si tratta di un momento di stato confusionale in cui a giovare sono gli speculatori e i detrattori dell’Italia. Alle forze politiche converrebbe una seria riflessione, una meditata soluzione e un senso di responsabilità che , credo, sia ignoto alle Stesse. La notte della Repubblica è lunga , non vedo barlumi di luce nelle prossimità!”