Gestione rifiuti, ecco la bozza regionale

 

Una serie di incontri per f1 a - rifiutiapprofondire la questione targata ciclo integrato dei rifiuti in virtù della nuova legge regionale. Il confronto si questa mattina a Palazzo Caracciolo a partire dalle ore 11.30 (si è svolto due giorni fa, ndr - articolo pubblicato sull’edizione de Il Sannio Quotidiano di due giorni fa). Vedrà al tavolo dei lavori i presidenti di tutte le società provinciali campane: Sap.Na (Enrico Angelone); Ecoambiente Salerno (Roberto Celano); Gisec (Donato Madaro); Samte (Giovanni Zarro) e Irpiniambiente (Felicio De Luca).

IL SENSO DEL CONFRONTO: LE POSIZIONI DEI VERTICI IRPINI E SANNITI

FELICIO DE LUCA (Irpiniambiente): “Abbiamo programmato le riunioni periodiche per lo scambio di idee sulla normativa. Credo, però, che tutto sarà rinviato a luglio quando la Regione sarà chiamata a legiferare anche se ritengo che neanche allora ci saranno i tempi per approvare un iter così complicato. Tutto resterà come prima. Resto convinto che è necessaria la gestione unitaria del ciclo. E’ vero che dobbiamo adeguarci ma preservando il presente e il ciclo dei rifiuti nel rispetto della legge regionale che non  può prescindere dalla filiera”. “Parlare di sotto Ambiti – continua Felicio De Luca -  va anche bene però la regia deve essere unica. Perché è necessario avere una politica di indirizzo. Non si tratta di fare una guerra ma di portare a conoscenza quello che ha fatto finora Irpiniambiente. E’ una follia spacchettare l’intero ciclo dei rifiuti. Anche perché non si tratta di togliere alcun cancro. Tra l’altro noi abbiamo gestito la fase fallimentare dei consorzi. Dopo aver messo mano ai guasti è come se dicessimo: abbiamo scherzato”. Inoltre, “Irpiniambiente rappresenta tutto l’indotto dei fornitori che ruotano attorno ad essa. Il 90% delle imprese sono irpine. Ho pieno rispetto di tutto ma non è possibile che non si tenga conto di realtà efficienti come la nostra. Con questa normativa si creeranno inevitabilmente illegalità diffuse. Specie nei piccoli comuni si determineranno meccanismi ai limiti della legge perché mentre la gestione di Irpiniambiente è e deve essere legale punto per punto, quella del sindaco può essere anche artigianale”. Per quanto riguarda il costo del servizio il vertice De Luca non manca di mandare a dire: “E’ oneroso nel rispetto delle norme. Le economie non si possono adottare aggirando ostacoli. I sindaci dovrebbero issare una bandiera a difesa di Irpiniambiente”. La chiosa: “Parlo da tecnico: ci sarà caos nella gestione se la normativa dovesse passare così come è”.

GIOVANNI ZARRO (Samte): “Abbiamo avviato una serie di incontri tra amministratori, direttori delle Società provinciali per esaminare il ciclo dei rifiuti. L’attenzione sarà portata alla nuova configurazione dell’assetto strutturale della funzione rifiuti che l’assessore Romano intende dare in Campania. Rispetto ad una eventuale legge regionale apprezzo l’iniziativa che è volta a rendere economico il ciclo integrato però io non lo rivedrei perché l’Ambito provinciale va benissimo. La proposta? Configurare l’Ambito sulla base della circoscrizione provinciale chiamando i Comuni insieme alla Provincia a gestire il ciclo integrato dei rifiuti. In sostanza coinvolgere anche i Comuni”. Al di là delle posizioni che accomunano un po’ tutti gli amministratori delle società provinciali, il dato di fatto resta. Risponde al riordino di una problematica di non poco conto.

ECCO GLI STRALCI DELLA BOZZA REGIONALE A FIRMA DELL’ASSESSORE ROMANO. “… la legge regionale verrebbe adottata entro il mese di aprile per consentire che alla entrata in vigore della stessa – 1 luglio 2013 – siano insediati i nuovi soggetti che subentrano; i nuovi soggetti – si legge nella informativa della segreteria regionale della Fp Cgil, Antonio Santomassimo a seguito della riunione con il numero uno della Giunta Caldoro – come stabilito dalla legge 135/2012 subentrano in tutte le funzioni del ciclo (spazzamento, raccolta, trattamento, smaltimento, ecc.), sono i comuni mediante gli Ambiti territoriali ottimali”. E ancora. “La legge regionale istituisce sette Ato, uno per ogni provincia e tre per Napoli: Ato nord, Ato est, Ato sud, per mantenere mediamente un territorio intorno ad un milione di abitanti, ad ognuno dei quali fa riferimento uno dei tre Stir esistenti; in ogni Ato si insedia un’Autorità d’Ambito che è articolata in assemblea dei sindaci, in amministrazione esecutiva composta dai primi cittadini a capo dei sub Ato e dalla direzione operativa; le cariche politiche e istituzionali come per legge nazionale non percepiscono emolumenti e non devono comportare costi;  verranno istituiti dei sub Ato delle dimensioni di 120/150mila abitanti che non hanno autonomia dagli Ato che restano gli unici titolari delle funzioni di legge”. C’è di più. “I sub Ato denominati articolazioni locali operative vengono individuati dalla legge regionale e sono presieduti dal Comune con maggiore numero di abitanti ed a loro è assegnato di far funzionare in modo unitario i Comuni di riferimento rispetto alle direttive Ato; l’Ato tramite l’autorità d’Ambito assolve a tutte le funzioni di cui alla legge nazionale in particolare al piano d’ambito, alla relativa dotazione organica, alla determinazione della tariffa del costo del ciclo, agli standard di efficienza, obiettivi percentuali di raccolta differenziata, qualità della stessa, ecc; la legge prevede i tempi con relative scadenze entro i quali tutto questo deve essere realizzato con il fine del subentro del nuovo assetto organizzativo alla situazione attuale; è istituita un’apposita Agenzia regionale composta di soli tecnici (dirigenti della Regione) con il compito di sovraintendere alle suddette procedure e in caso di mancato rispetto degli obblighi e dei tempi previsti interviene in funzione sostitutiva surrogando gli organismi inadempienti e dando attuazione a quanto previsto dalla legge; per quanto attiene agli aspetti dei concorsi la legge attua il loro definitivo scioglimento e fa subentrare gli Ato; per i lavoratori di bacino viene prevista la piena salvaguardia degli attuali livelli occupazionali mediante il preciso vincolo del passaggio ai nuovi soggetti (Ato) di tutti i lavoratori. In questo modo si recupera al torto subito dagli stessi ripristinando quanto disposto dall’art. 13 della legge 26/2010 e mai applicato che garantiva l’assorbimento, all’epoca da parte delle società provinciali, di tutti i lavoratori in servizio al 31.12.2008. Su questo specifico punto abbiamo ribadito e abbiamo trovato disponibilità che va previsto il passaggio agli Ato che, in base al piano d’ambito, colloca i lavoratori in tutti i servizi della filiera del ciclo dei rifiuti. Per quei casi che non trovano nell’immediato la diretta collocazione nelle attività del ciclo, la Regione mette a disposizione la Cig in deroga che nel confronto con il singolo Ato viene applicata per garantire il sostegno economico ai lavoratori e finalizzata all’assorbimento successivo come da apposita intesa da stipulare prevedendo modalità e scadenze; per le discariche post mortem è stata recepita la richiesta sindacale di sollevarle dal peso dei nascenti Ato per far capo alla Regione con propria azienda che assorbe anche il personale e relativo finanziamento”. Un ulteriore incontro si terrà il 9 aprile. Appena la bozza completa sarà pronta e sarà al vaglio della Fp Cgil “si convocherà il comparto regionale per un necessario approfondimento prima della ripresa del confronto”.

 Il vertice della Gisec, Madaro: “Non vanificare know-how ed esperienze”

“Quello di domani (oggi, ndr) è il secondo incontro tra i rappresentanti delle società provinciali costituite ex lege 26/2010 alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Campania”. E’ la sottolineatura dell’amministratore unico della Gisec, Donato Madaro. “Tali incontri sono finalizzati a determinare, per quanto più possibile, una linea comune da adottare per la risoluzione delle problematiche relative alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, in virtù della recente evoluzione normativa in materia”. “Alle luce degli ottimi risultati conseguiti dalla Gisec – continua Madaro – nella gestione dell’impiantistica sul territorio provinciale, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, si ritiene che le attribuzioni delle società provinciali nella gestione degli impianti vadano salvaguardate, per non vanificare know-how ed esperienze acquisite da tutto il personale e preservare la continuità gestionale in attuazione dei Piani industriali addottati dalle stesse. Per quanto riguarda invece il servizio di igiene urbana si ritiene che la soluzione percorribile sia quella di suddividere l’ambito provinciale in sub-ambiti territoriali ottimali affidando ai Comuni la gestione del servizio di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti solidi urbani, ai sensi della normativa vigente, lasciando all’Amministrazione provinciale il ruolo di direzione e coordinamento, attraverso l’acquisizione da parte delle società provinciali di una quota significativa del capitale sociale. In linea a quanto su riportato, la Provincia di Caserta, attraverso la Gisec, ha già provveduto alla costituzione di un sub-ambito denominato ‘Ambito Sud Srl’ con la partecipazione della Gisec e di 9 Comuni che si occuperà del servizio di igiene urbana di tutti i Comuni facenti parte di tale sub-ambito”.

Fonte due giorni fa su Il Sannio Quotidiano – Edizione Irpina – Edizione Sannio – Edizione Molise: di Teresa Lombardo