Provincia e Comune di Avellino, stesso destino

Palazzo caracciolo

Lo scioglimento del Consiglio Provinciale, da parte del Capo dello Stato, non è stato digerito dai consiglieri e assessori provinciali uscenti che pensano di ricorrere al Tribunale amministrativo per ritornare in sella. La decisone ha colto tutti di sorpresa, anche perché è arrivata nel mezzo di una competizione elettorale che vede impegnati su fronti opposti sia le forze che compongono la maggioranza che quelle di opposizione. La dimostrazione della difficoltà politica, nel commentare quanto avvenuto, è rappresentata dal silenzio dell’Udc. Il partito di De Mita essendo schierato nelle elezioni politiche a sostegno di Mario Monti, non riesce a giustificare le decisioni, assunte di concerto con il Pdl sulla decadenza del Presidente dell’Amministrazione provinciale. La doppiezza di posizione dello scudocrociato finisce per far avanzare la lista Monti in Irpinia, che continua a registrare adesioni in tutti i comuni della provincia.
Intanto, le responsabilità rimbalzato a colpi di comunicati stampa tra il Popolo della Libertà e il Partito Democratico. È la prima volta, infatti, che i due soggetti politici maggiori, del centrodestra e del centrosinistra, finiscono per polemizzare tra di loro. Sin dal 2009, con la schiacciante vittoria di Sibilia, tra i due partiti era serpeggiato un clima di collaborazione. Basti pensare che sulle grandi scelte tipo la creazione di una società pubblica per la gestione dei rifiuti si registrò una assoluta condivisione di idee. Forse, il clima da campagna elettorale ha finito per rompere l’equilibrio. Così lo scontro tra le parti sembra prendere il sopravvento, mentre appare necessaria una amara riflessione: tutto questo si poteva evitare?
La risposta non può che essere affermativa. Come?
Innanzitutto, attuando nei tempi indicati dalla legge l’iter per la decadenza del Presidente della giunta, come è stato fatto a Napoli e Salerno.
Prima di tutto, invece, Sibilia poteva rinunciare ad inseguire le proprie ambizioni rimanendo alla guida dell’Ente di Piazza Libertà fino alla scadenza naturale, fissata per il 2014. Arrivare alla scadenza naturale, senza interrompere la consiliatura, sarebbe servito a realizzare tutto il programma presentato agli elettori irpini e a comprendere il futuro dell’Ente che sarà oggetto di riordino da parte del prossimo Parlamento. Questo significava per il senatore Sibilia innalzarsi ulteriormente sullo scenario politico della provincia di Avellino, confermandosi come leader e riferimento del centrodestra e del buon governo, e avendo poi maturato le carte in regola o per proseguire l’esperienza da presidente della Provincia o di candidarsi alle Europee che si terranno proprio nel 2014.
Alla luce dei fatti, Pd e Pdl hanno scelto di riservare lo stesso destino ai due maggiori Enti, Provincia e Comune di Avellino, che pure ebbero in gestione, a grande maggioranza, dagli elettori, i quali non possono che sentirsi traditi.

Fonte il Sannio quotidiano edizione Irpinia, Ciro Aquino