Servodio(Comunisti italiani): “Con Ingroia per rappresentare il territorio”

Comunisti Italiani (1)

“Il Mezzogiorno, l’Italia e le tante periferie dell’impero hanno per la prima volta una lista politica, che realmente possa rappresentare le vere richieste dei territori, i bisogni e i desideri di uomini e donne, per consentire di ritornare essere umani e cittadini dei luoghi e del vissuto delle nostre comunità.
Sono passati anni di delinquenza silenziosa, di clientelismo, di parassitismo e di un intreccio perverso tra criminalità e politica corrotta. In questi anni nell’immaginario collettivo si è introdotta la consapevolezza che tutti i candidati o partiti, sono uguali, che pensano alla conquista del potere per propri fini.” Lo scrive in una nota, Luca Servodio della direzione nazionale del partito dei comunisti italiani.

“Una considerazione ingenerosa – prosegue – per i militanti di forze politiche, che da sempre si sono battuti che la politica, quella vera, potesse e possa dare risposte ai bisogni, alle aspettative di uomini e donne. Purtroppo anche questa volta, per le elezioni politiche sono state costruite liste di una “vecchia” classe dirigente, che rappresenta un vero e pericoloso intreccio tra ceti economici e politici, che hanno fatto fortuna in questi ultimi vent’anni, a discapito dei cittadini onesti. In questo scenario oscuro, drammatico è sorta, come il sole, la Lista Rivoluzione Civile. Nata da figli del Sud, figli di quel Mezzogiorno d’Italia, che ha subito la politica speculativa e laboratorio di macelleria sociale.
Antonio Ingroia è un figlio del Mezzogiorno d’Italia mortificato e sottomesso. Ma Rivoluzione civile prima di essere un fatto politico, ha saputo riconnettere sentimentalmente sotto una lotta comune, gli operai del nord, con quelli del sud; i giovani del sud con quelli del nord. Una lista che saputo ricostruire una piattaforma politica su temi urgenti e reali, dalla difesa del lavoro, alla questione morale. Una proposta politica con l’obiettivo di un governo di uomini e donne, all’altezza della società evoluta, dove lo Stato ritorni centrale e guardi e difenda l’interesse di tutti gli strati della popolazione.”
“Una lista – sottolinea l’esponente dei comunisti italiani – costruita da forze politiche e dal mondo dell’associazionismo e volontariato attivo, portatore di valori sani, come la lotta alle mafie, per il disarmo e la pace, fino ai comitati di operai, di precari che resistono al padronato e ai sindacati concertativi. Una Rivoluzione Civile di uomini e donne che non vogliono essere sottomessi e con pena ed esitazione si vogliono fare strade tra la gente e coinvolgere tutti e tutte, in un processo di cambiamento radicale del Paese, che sia prima di tutto antropologico e culturale. Per cambiare l’Italia bisogna costruire e lottare per la giustizia e la verità, per il lavoro e la dignità, per bloccare il sistema dominante (criminalità e poteri economici) che concepisce il territorio, l’ambiente e le persone come risorse da sfruttare e da piegare agli interessi economici.”

“La forza di Rivoluzione Civile – rimarca Servodio – è la storia personale di candidati e non candidati, la militanza di donne e uomini che in questi anni sono rimasti legati ai valori della Resistenza e della giustizia sociale, non vendendosi o abbandonando percorsi di vita, con l’attenuante più banale: le ideologie sono superate. Coloro che accusano Rivoluzione Civile di essere ideologica, sono uomini e donne che hanno abbandonato i valori della moralità, della giustizia per sedersi nei salotti dei poteri forti e dei “colletti bianchi”, i quali hanno prodotto la corruzione, l’evasione e la devastazione dei nostri territori. Rivoluzione Civile racchiude la storia personale, la tensione, le passioni e la speranza di uomini e donne che sono consapevoli di tentare di cambiare l’Italia. Ci batteremo in quest’angolo di terra del Mezzogiorno, finché sia evitato a noi, ai nostri figli e alle generazioni future, un presente e il futuro fatto d’ingiustizie, di disuguaglianze e di egoismo. Per questo – conclude Servodio –  combatteremo e chiederemo in quest’ultima settimana al popolo sovrano di aiutarci e provare a costruire un fine di felicità, di serenità e di giustizia.”