Circolo Pd Foa – Civati: “individuiamo le battaglie concrete che abbiamo a cuore”

civati in villa 14 09Avellino - Il Circolo Pd “Vittorio Foa” di Avellino ha concluso la Festa de l’Unità nella Villa Comunale con un tema che ha fatto riflettere diversi cittadini in questa domenica mattina: la sinistra “larga” di fronte ai nuovi bisogni sociali, disuguaglianze e bisogno di redistribuzione. Un incontro pubblico, quello di oggi, a cui a preso parte anche il deputato Pippo Civati.

Le riflessioni si sono aperte con l’intervento del segretario di circolo Giovanni Bove il quale, soddisfatto per aver vinto la scommessa di aver riportato dopo 30 anni la Festa in Villa, ha detto: “aspiriamo a recuperare l’esperienza di sinistra della sezione Gramsci. Perciò, d’accordo con la sua famiglia, abbiamo deciso d’istituire il Premio ‘Federico Biondi’  – riconoscimento a personalità che si sono distinte o si distinguono nella vita civile, politica, sociale o economica della città di Avellino – che quest’anno consegniamo al sindaco Di Nunno, per la sua stagione di centro sinistra che ci auguriamo torni quanto prima” .

L’economia la fanno gli uomini con i loro difetti ed idee: essa è tanto più progredita e forte quando chi governa e chi è all’opposizione ha una moralità e onestà intellettuale che tende al bene comune. Dovremmo dedicare delle giornate di studio a Biondi – ha affermato l’ex presidente provinciale e consigliere regionale Luigi Anzalone - il Pd, in generale, sta facendo troppe cose immeritevolmente spregevoli, ma rinasceranno anche molte cose che già accaddero: le cose belle sono difficili. Di Nunno si segnala come fulgida personalità che, in un decennio, è stato inestimabile a contribuire alla costruzione di un Mezzogiorno democratico”. Così all’ex sindaco è stato consegnato come premio un dipinto del maestro Vallifuoco, che, onorato ed atterrito, ha ringraziato: “era data per sconfitta da tutti l’alleanza DC e PCI, ma siamo rimasti coerenti finché abbiamo potuto. Noi meridionali dobbiamo ancora ribellarci, come nel dopoguerra, alla vecchia classe dirigente. La politica non è una cosa facile: ci vuole molto cuore, testa, salute e fantasia per fare il sindaco”.

Quindi Bove, introducendo l’intervento di Francesco Todisco, ha aggiunto: “lo stipendio di Marchionne non è paragonabile a quello di un suo operaio. Perciò finché ci saranno disuguaglianze sociali ci sarà sempre bisogno di politiche di sinistra. Il Pd deve tornare ad essere un partito che milita, con il coraggio dell’onestà e trasparenza a tutti i livelli. Un Pd non per ripiego, ma perché ci crede. Noi amiamo il nostro partito e non andiamo via, anche se c’è chi ci vorrebbe cacciare perché diciamo certe cose”. 

La politica è complessità e troppo spesso la brevità diventa banalità. Abbiamo bisogno di ragionare fra noi per maturare un pensiero collettivo. Come mai il nostro sguardo si è fermato sulla mediocrità del tempo presente? Siamo nella Terza guerra mondiale fatta a pezzi e non possiamo non sentire sulle nostre spalle il peso di ciò che ci accade intorno per assolvere il nostro compito - ha riflettuto Todisco - bisogna tornare a parlare di futuro, di altra Europa. Il pensiero dominante non è solo il neoliberismo, ma anche quella cultura che sottrae tutto all’idea di pubblico. Dovremmo rimettere al centro pensieri scomodi. La sinistra che vogliamo qual’è? Il partito è cosa diversa dalle istituzioni e il circolo Foa è un esempio. Renzi a Bologna ha ammesso che da solo non ce la fa. Un partito vive del dissenso, sale della costruzione di un pensiero collettivo. Anche i pensieri diversi sono capaci di mobilitare la gente. Perciò il Pd non deve fagocitare gli altri pensieri, ma costruire insieme un’idea di sinistra che non è mai compiuta, un impegno teso alla costruzione. Noi siamo stati capaci di metterci in discussione e  il circolo può essere essenziale per tutto il partito”.

Infine Civati ha richiamato al coraggio e alle parole semplici, non semplicistiche, che spieghino il prodotto delle riforme: “Stavo all’opposizione di Formigoni ed ora con le larghe intese sono alleato… La sovranità appartiene al popolo, non ai politici che scelgono sé stessi. C’è chi mi rimproverava di essere dissenziente ed oggi sento le stesse cose che dicevo io: il reddito minimo garantito sarebbe un modo per avvicinare ora territori lontani per opportunità e speranze. Un’idea può partire anche da Avellino, rompendo gli schemi che non hanno mai funzionato. In Lombardia ho fatto opposizione a Lupi ed ora me lo ritrovo nel nostro governo. Nella mia vita non decide la sua tradizionalità, ma la mia liberalità e laicità (ho una compagna che aveva una bambina e ora ne abbiamo avuta un’altra insieme). Il dibattito è bello perché su alcune cose Cuperlo, Renzi e Civati erano d’accordo (contratto unico). Non ci interessa dividere la segreteria perché ci sono forze nel Paese che sono sempre state in maggioranza. Se usciamo dal Pd dove andiamo? Ci sono tante cose da fare in qualità e servizi, perciò smettiamola di perdere tempo in rivalità: parliamo di cose da fare come sinistra unitaria. Cerchiamo di individuare le battaglie che abbiamo a cuore: così saremo convincenti e il tempo sottratto alle nostre famiglie per la politica sarà valso la pena. Se ritroviamo le battaglie vinceremo. Chi si allea con il diavolo, però, non vince mai. Forse avremo vinto lo stesso se recuperiamo dignità e democraticità. Per lasciare le cose come sono c’è già la destra e Casini”.