Famiglietti: il Pd non taccia su De Luca

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NAPOLI — Non è vero che proprio tutti i renziani tacciono. A qualcuno, sia l’arroccamento di De Luca, sia la guerra tra fazioni per la scelta del candidato alla segreteria regionale del Pd, sono apparse delle figuracce. E in un impeto l’ha pure twittato. Sabato ad accordo chiuso sul nome di Assunta Tartaglione, il responsabile comunicazione renziano, Francesco Nicodemo cinguetta: «In Campania abbiamo fatto un buon lavoro». Pochi minuti e il deputato, renzianissimo, l’irpino Luigi Famiglietti gli risponde: «La sommatoria di componenti senza un progetto non può definirsi un buon lavoro». E poi ancora altri 140 caratteri: «Ï Pd campano ha bisogno di voltare pagina e recuperare credibilità e fiducia da parte degli elettori».

Onorevole Famiglietti cosa succede in Campania neUa grande casa renziana? «Cosa succede… succede che bisogna dare un’anima al progetto del Pd in Campania».

Perché ora non c’è? «Non c’è».

In Campania attualmente sono tutti renziani. Questa larga maggioranza ha fatto vincere Renzi, ma al primo scoglio, la segreteria regionale, s’è incagliata. Perché? «Sono stati fatti due errori. Ð primo compiuto da coloro che venivano dai comitati, quelli della prima ora insomma, che pretendevano un diritto di prelazione sulla scelta del candidato senza però avere auto revolezza e riconoscibilità reali. Si sono sentiti più furbi».

Il secondo? «L’ha commesso chi ha abbracciato il progetto di Renzi in un secondo momento e ha pensato di opporre la forza dei voti».

Alla fine hanno vinto i voti, però. Assunta Tartaglione, deputata, avvocato, è dell’area Casillo. «Premesso che quella della Tartaglione è una buona candidatura, è oggettivo che c’è una difficoltà. Se non usciamo dalle due logiche opposte che progetto possiamo dare al Partito democratico campano? La segreteria regionale non è il campo dove affondare la bandierina di questa o quella corrente, ma il luogo delle proposte. Non vedo molti che se ne preoccupano».

E di cosa si preoccupano? «Finora abbiamo assistito alla scena dei consiglieri regionali che si dichiaravano contrari al “pacco” romano. All’apposto i cosiddetti renziani della prima ora che hanno fatto una guerra, non condivisibile, contro i portatori di voti».

Perché lei è a favore dei portatori di voti? «Non mi fraintenda. Ma siamo chiari: la politica ha bisogno di consenso. Ma quale? Per me i voti si intercettano attraverso un progetto».

Lei contìnua a parlare di progetto, ci spiega cosa vuoi dire? «Faccio un esempio: il Pd campano cosa pensa dell’abusivismo? Io non sono d’accordo con quel provvedimento di Forza Italia approvato al Senato grazie al Pd. Con questo tipo di provvedimenti diamo un cattivo segnale all’elettorato: così avremmo un patrimonio immobiliare irregolare per sempre. Alla Camera molti la pensano come me ma non lo dicono. Troppo frettolosamente abbiamo affermato che la sconfitta alle politiche era figlia della campagna del centrodestra a favore degli abusivi».

Ma il problema esiste. «Certo, non c’è dubbio, ma l’immagine che abbiamo dato è di correre dietro a Forza Italia. Noi abbiamo perso in Campania perché al Senato abbiamo presentato Zavoli e Capacchione, non per altro. La nuova classe dirigente deve sforzarsi di dire cosa vuole fare in regione e a Napoli. Quale al ternativa rappresenta. Mi ci metto dentro, finora non abbiamo dato alternative credibili».

Sul caso De Luca c’è un silenzio totale dei renziani. Perché? Per calcolo o imbarazzo? «Io non voglio tacere. La scelta non è solo di De Luca, anche Letta ha glissato: non gli ha dato le deleghe e non gli ha revocato l’incarico. Ma non so cosa si siano detti i due e cosa abbia chiesto Renzi a De Luca. Io, certo, al posto suo avrei scelto da tempo. ù assenza delle deleghe sarei rimasto soltanto sindaco».

Quindi il Pd si deve occupare del caso De Luca? «Il Pd sia su questo sia sulla segreteria regionale non ne è uscito bene. Non ci possiamo lamentare con nessuno».

Lamentare? «Siamo ancora acerbi. Se non facciamo gruppo noi, però, non ci sarà Matteo Renzi a salvare la situazione».

Intervista tratta dal Corriere del Mezzogiorno a firma di Simona Brandolini