Dati allarmanti su greenwashing e green claims

Nell’evento conclusivo del progetto LE.S.S. saranno illustrati i risultati di una ricerca

less locandina expoUltima tappa per LE.S.S., il progetto promosso dalle associazioni dei consumatori Codici, Aeci, Assoutenti, Casa del Consumatore, Confconsumatori e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Dipartimento per le Politiche Sociali, del Terzo Settore e Migratorie.

Sabato 18 ottobre a Roma nell’ambito di Expo Consumatori, all’interno di Maker Faire nell’area del Gazometro ad Ostiense, è in programma l’evento conclusivo per LEarn Sustainable circular economy Strategies!, ovvero il convegno “Consumatori, Imprese, Istituzioni: un patto per la sostenibilità consumerista”.

Dalle ore 10,30 alle ore 12,30, presso la Palazzina F – Istituto Superiore Antincendi ISA, esperti e rappresentanti del mondo istituzionale e consumeristico si confronteranno in un dialogo aperto sulle sfide e le opportunità della sostenibilità, dove i consumatori circolari e tutelati, la mobilità sostenibile e la transizione energetica diventano strumenti di cittadinanza attiva.

 “Con LE.S.S. abbiamo voluto sensibilizzare ed informare i consumatori sui vari aspetti della sostenibilità – dichiara Davide Zanon, Responsabile dell’Ufficio Progetti di Codici –. Abbiamo messo in evidenza le luci ed anche le ombre di questa tematica.Per quest’ultimo aspetto, abbiamo coinvolto la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha realizzato una serie di schede di valutazione delle pratiche di comunicazione green partendo dalle norme applicabili. In particolare, i punti di riferimento sono stati la Direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali così come modificata dalla recente direttiva 2024/825/UE anti-greenwashing, i principi di corretta comunicazione ambientale contenuti nelle norme volontarie ISO 14020 sui principi generali per le etichette ambientali e ISO 14021 sulle asserzioni ambientali auto-dichiarate.La valutazione è avvenuta considerando diversi requisiti, come chiarezza e comprensibilità, specificità del claim rispetto alla caratteristica asserita, rilevanza, dati basati su una metodologia scientifica ampiamente riconosciuta e verificabilità.È stato controllato che i claim non utilizzassero marchi basati su un sistema di certificazione e termini generici in assenza di prove di eccellenza delle prestazioni ambientali, che chiarissero puntualmente gli aspetti del prodotto e gli impatti a cui il claim fa riferimento, che non asserissero, sulla base della compensazione delle emissioni di gas a effetto serra, che un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente in termini di emissioni di gas a effetto serra, infine che non presentassero requisiti imposti dalla legge come se fossero un tratto distintivo del prodotto.I risultati hanno dato un quadro di estrema criticità per quasi tutti gli 8 marchi analizzati: su 24 claim, solo 8 sono risultati aderenti a pieno alle normative. Bisogna considerare che parliamo soprattutto di aziende che operano in settori che hanno un enorme bacino di clienti come Grande Distribuzione Organizzata, cosmesi e alimentari, e questo rende particolarmente allarmante il bilancio della ricerca”.

 “Il dato che emerge dalla ricerca è preoccupante – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e, purtroppo, conferma quanto denunciamo da tempo. Il greenwashing è una problematica seria, la strada per contrastarlo è stata tracciata ma è ancora lunga.Come associazione siamo impegnati in una costante attività di monitoraggio del comportamento delle società e spesso ci troviamo a segnalare irregolarità o situazioni quantomeno poco trasparenti. Sono tutti casi che danneggiano i consumatori, che cercano la sostenibilità e si ritrovano con prodotti che di verde hanno poco o nulla. Progetti come questo sono occasioni preziose per sensibilizzare ed informare, e siamo contenti di averne fatto parte.Sono iniziative molto importanti, che hanno bisogno del sostegno di tutti. Non bisogna abbassare la guardia, ma rafforzare i controlli ed inasprire le sanzioni per tutelare i consumatori ed anche tutte quelle aziende che si comportano correttamente”.

Source: www.irpinia24.it