Carinola (CE), violenza in carcere

Gli agenti sono stati aggrediti da un detenuto armato di oggetti impropri

pexels-ron-lach-10473675Ieri mattina, presso la Casa Circondariale di Carinola, si è verificata una grave aggressione ai danni di alcuni appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Secondo una prima ricostruzione, nella sezione detentiva Bdx un gruppo di ristretti ha dato luogo a una violenta protesta, danneggiando locali e arredi. Nel corso dell’intervento di contenimento, necessario per ristabilire l’ordine, alcuni agenti sono stati aggrediti da un detenuto armato di oggetti impropri. L’episodio ha comportato il ferimento di tre unità di personale, prontamente trasportate in ospedale: uno di loro ha riportato una ferita alla testa che ha richiesto dieci punti di sutura, mentre altri due hanno subito fratture e lesioni agli arti superiori.

L’Amministrazione penitenziaria locale sottolinea che già da tempo erano stati segnalati comportamenti problematici da parte di alcuni detenuti, destinatari di provvedimenti disciplinari. Nonostante le ripetute richieste di trasferimento avanzate dalla direzione dell’istituto, la gestione delle assegnazioni ha comportato l’arrivo a Carinola di detenuti con elevato indice di pericolosità, rimarca il SAPPE. 

Attualmente, la Casa Circondariale ospita circa 460 detenuti, a fronte della chiusura di due sezioni per lavori di ristrutturazione, che ha ridotto la possibilità di adottare misure di isolamento o di tutela per i ristretti. Il SAPPE, a nome del personale di Polizia Penitenziaria che quotidianamente affronta situazioni di elevata complessità e rischio, chiede con forza che venga garantita maggiore attenzione alla sicurezza, sia per gli operatori che per l’intera comunità penitenziaria.

Il Sindacato la professionalità, l’impegno e il senso del dovere degli agenti coinvolti, ai quali va la massima solidarietà e vicinanza. Allo stesso tempo, auspichiamo interventi urgenti e concreti da parte delle autorità competenti, affinché situazioni di questo tipo non si ripetano e venga assicurato un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso della dignità del personale.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, coglie l’occasione per rivendicare l’insostituibile ruolo sociale del Corpo di Polizia Penitenziaria nell’ambito del sistema sicurezza della Nazione e della Regione Campania in particolare: “è tempo di guardare al futuro con rinnovata maturità, superando le incertezze giovanili, consapevoli di un ruolo ormai consolidato nel quadro delle Forze di Polizia e nel complessivo sistema di sicurezza del Paese. Un Paese che domanda maggiore sicurezza e la Polizia Penitenziaria è pronta per proseguire il suo compito così peculiare, così prezioso, così insostituibile. Il nostro sforzo oggi non è più quello di un’affermazione o una visibilità che ritengo ben salda e condivisa, sicché non è necessaria alcuna azione di definizione dei confini. La sfida con la quale siamo chiamati a misurarci riguarda il cuore del nostro mandato istituzionale, così orgogliosamente espresso dal motto che orna il nostro fregio: Despondére spem munus nostrum: garantire e sostenere la speranza è il nostro compito, il nostro impegno, il nostro orizzonte e la nostra stella polare”. Lo storico leader del SAPPE riconosce il cambiamento nel clima politico attuale: “Dobbiamo dare atto che, rispetto al passato, l’attuale governo e l’Amministrazione Penitenziaria hanno mostrato maggiore ascolto e sensibilità nei confronti delle criticità del settore. Ma proprio per questo ci aspettiamo di più. Serve uno sforzo ulteriore, più deciso e strutturale, perché non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti, urgenti e coraggiosi.” 

Capece rivolge un appello alle istituzioni politiche: “Il nostro terreno d’elezione, la nostra palestra d’esercizio è l’Istituto penitenziario perché è lì che siamo chiamati a profondere quotidianamente le nostre tante energie professionali ed umane: luogo di espiazione ma anche luogo di riscatto. E non solo per caratteristiche oggettive, ma per la qualità e l’impegno di coloro che vi operano”. 

“Ed è per questo”, conclude Capece, “che torniamo a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane”.

Source: www.irpinia24.it